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La stanza del figlio
CliCiak 2002 23 marzo - 21 aprile 2002

5a edizione

i premi

La giuria, composta dal fotografo Mario Tursi, dai critici Cesare Biarese e Lorenzo Pellizzari, dal direttore di "Ciak" Piera Detassis, e dal direttore della Fondazione Italiana della Fotografia Denis Curti, preso in esame il materiale pervenuto e compiaciuta della ormai definitiva affermazione dell'iniziativa, dopo una attenta disamina, ha attribuito all'unanimità i seguenti riconoscimenti:

- premio per la sezione in bianco e nero ad Angelo R. Turetta per una foto de L'ultimo bacio di Gabriele Muccino, per aver saputo rappresentare l'intensità di un momento, collocandolo in un contesto elegante e rarefatto

- premio per la sezione a colori a Philippe Antonello per la foto de I cavalieri che fecero l'impresa di Pupi Avati, per aver impiegato con semplicità e spirito innovativo la tecnica della ripresa panoramica, condensando in un unico sguardo l'atmosfera e la complessità del cinema

- premio per la miglior serie fotografica in bianco e nero a Chico De Luigi per le foto di Super 8 stories di Emir Kusturica, per la capacità di sintesi e per la freschezza di una narrazione che coincide con lo spirito gitano e festoso del film

- premio per la miglior serie fotografica a colori a Umberto Montiroli per le foto de La stanza del figlio di Nanni Moretti, per la ricchezza di informazioni e suggestioni della narrazione visiva e per aver saputo cogliere i momenti simbolici del film nel suo divenire

La giuria, inoltre, desidera sottolineare l'eccellente risultato complessivo del lavoro di Philippe Antonello per le foto de Il mestiere delle armi di Ermanno Olmi.

La giuria, infine, ha ritenuto opportuno segnalare il lavoro dei fotografi Andrea Galafassi, Fabrizio Marchesi, Stefano Cristiano Montesi e Guido Salvini.

Il premio speciale "Ciak ritratto d'attore", assegnato dal mensile di cinema edito da Mondadori è andato a Chico De Luigi, per la foto in bianco e nero di Super 8 stories, e a Umberto Montiroli, per la foto a colori de La stanza del figlio, per l'umanissima capacità delle immagini di raccontare due grandi registi-attori, Emir Kusturica e Nanni Moretti, colti con verità e istrionismo in un attimo breve, eppur vibrante, della loro giornata sul set.

 

PIERLUIGI UN FOTOGRAFO SUL SET

Pierluigi Praturlon nasce a Roma nel 1924. Di origine friulana, inizia a lavorare come fotografo di strada nell'immediato dopoguerra, alle dipendenze di un cugino. Nel 1947 passa alla "Vespol" (agenzia di Sandro Vespasiani e G.B. Poletto), occupandosi in particolare di cronaca, sia nero che rosa. Un paio d'anni e poi avviene il passaggio allo studio di Ivo Meldolesi. Con lui ci sono altri giovani fotografi (Gugliemo Colizzi, Sergio Strizzi) destinati ad una brillante carriera, e tutti animati da una forte intraprendenza. Nel 1949 viene chiamato dal produttore Carlo Ponti come fotografo di scena per L'imperatore di Capri, compito che intende non nella maniera tradizionale. I contatti col cinema sono continui e i suoi servizi cominciano ad apparire sempre più frequentemente sui rotocalchi. Pierluigi, dopo una breve parentesi nello studio di Poletto,  si mette in proprio nel 1953, aprendo una sua agenzia prima a via Frattina poi, nella seconda metà degli anni '50, in via del Babuino. Nel 1955 è sul set di  Guerra e pace e, grazie alla sua conoscenza dell'inglese, allaccia i primi contatti con gli attori e le produzioni americane che negli anni successivi scenderanno in massa a Roma per quella stagione poi chiamata "Hollywood sul Tevere". Nel 1959 il lavoro sul set de La dolce vita  - è lui tra l'altro l'ispiratore della celebre scena di Anita Ekberg nella fontana di Trevi, avendo fotografato la diva in quella situazione nell'estate del '58, nonchè l'istruttore degli attori chiamati a interpretare i fotografi - e il clamore suscitato dal film gli danno fama planetaria. Il lavoro aumenta sempre più. Pierluigi trasloca con l'agenzia a Lungotevere Mellini 17 e il suo studio diventa un punto obbligato di passaggio della "dolce vita" romana. Molti i fotografi che iniziano o collaborano con lui nel corso degli anni, (tra gli altri, Alfonso Avincola, Bruno Bruni, Roberto Biciocchi, Emilio Lari, Nino Serafini, Tazio Secchiaroli) e tante le attrici e gli attori, anche stranieri, che a lui si rivolgono. Nel momento di maggior espansione, nella sua agenzia lavorano una trentina di persone, comprese quelle degli uffici di Londra e Parigi. Come fotografo di scena segue personalmente solo i film più importanti, mentre sugli altri manda i suoi fotografi ed effettua soprattutto degli special. Collabora con quasi tutti i più importanti registi italiani e con diversi americani (da Hathaway a Mann, da Zinnemann a Wyler). Sul finire degli anni '60, con l'abbandono delle produzioni americane, la sua attività è costretta a ridimensionarsi. Colpito profondamente dalla morte del fratello Gianni, chiude lo studio di Lungotevere Mellini, si sposta in via Muggia appoggiandosi all'agenzia B.B.C (dei fotografi Bruni, Borni e Cagnazzo) e riprende il rapporto con Federico Fellini di cui documenta la lavorazione di quasi tutti i suoi ultimi film (Amarcord, Casanova, Prova d'orchestra, La città delle donne, E la nave va, Ginger e Fred).  Rimasto solo, minato nel fisico e senza più nessuna motivazione, si ritira dalla professione, cedendo il suo archivio all'agenzia Reporters Associati di Roma. Muore a Roma il 14 agosto del 1999.

 
CliCiak 5a edizione
Galleria Comunale d'arte
23 marzo - 21 aprile 2002

PIERLUIGI un fotografo sul set
Galleria d'arte "La Pescheria", 23 marzo - 21 aprile 2002
(in collaborazione con Cinemazero di Pordenone)