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Fondo O.I.R - Ospedale e Istituzioni Riunite

Immagini di tori, verri, bovini, di Mostre Mercato del bestiame, e poi immagini di vigneti, pescheti, di coltivazioni sperimentali, bacini di irrigazione, case coloniche, stalle e porcilaie; immagini di dimensioni molto diverse, dal formato minuscolo in bianco e nero, alle grandi stampe a colori; e una periodizzazione estremamente varia che oscilla dagli Anni Cinquanta alla fine degli Anni Settanta

 


Agricoltura, allevamento, economia
Immagini di tori, verri, bovini, di Mostre Mercato del bestiame, e poi immagini di vigneti, pescheti, di coltivazioni sperimentali, bacini di irrigazione, case coloniche, stalle e porcilaie; immagini di dimensioni molto diverse, dal formato minuscolo in bianco e nero, alle grandi stampe a colori; e una periodizzazione estremamente varia che oscilla dagli Anni Cinquanta alla fine degli Anni Settanta.
Scatti e riprese di fotografi molto differenti fra loro: Tartagni, Manuzzi, Zoli, Savoia e Almerici.
Questo è il Fondo O.I.R., arrivato in Malatestiana per volontà del dottor Giuseppe Randi Direttore dell’Azienda Agraria dell’Ospedale Istituzioni Riunite, Ex Congregazione di Carità, O.I. R. appunto.

A prima vista un Fondo disomogeneo e raccogliticcio e forse lontano dalle altre Raccolte fotografiche della Biblioteca Malatestiana, in realtà particolare e interessante, testimonianza dalla vera e propria rivoluzione agraria che si compì nel Cesenate nella seconda metà del diciannovesimo secolo, ad opera dell’OIR, una delle più importanti Aziende agricole Romagnole.

Veniva avviato, infatti, dall’Azienda, in tutti i suoi 211 poderi e nei suoi oltre 2000 ettari di terreno, un eccezionale piano di ricostruzione e riorganizzazione agraria secondo le richieste del periodo post-bellico: da una parte, infatti, si dava impulso alle coltivazioni frutticole con l’adozione di impianti di irrigazione moderni ed evoluti per facilitare lo sviluppo di nuovi vigneti e frutteti coltivati con mezzi e trattamenti sempre più specializzati e produttivi; dall’altra si ricostruiva e potenziava il patrimonio zootecnico attraverso allevamenti tecnicamente più avanzati e rivolti alle esigenze di una società in rapido cambiamento.

E’ proprio questo esempio di intelligente e illuminata conduzione dei terreni e di lungimirante allevamento e utilizzo del bestiame quello che emerge dalle 333 fotografie di questo Fondo.
Strumento indispensabile per agronomi e zootecnici, ma anche suggestivo e curioso per quanti siano interessati a volgere lo sguardo su una realtà, quella contadina, che appartiene ad un passato vicino nel tempo, ma che è sicuramente molto cambiata e in certi suoi aspetti addirittura scomparsa.

Tutte le fotografie sono catalogate e visibili in rete.