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Werther Ceccarelli

Il fondo Ceccarelli, giunto in Malatestiana nel 2021, è composto da circa 3313 negativi e 277 positivi, alcuni già esposti nel 2007 nella mostra “Cinque fotografi per un ritratto di Cesena”.

Werther Ceccarelli

 

Suggestive e particolari immagini di Cesena

Il fondo Ceccarelli, giunto in Malatestiana nel 2021, è composto da circa 3313 negativi e 277 positivi, alcuni già esposti nel 2007 nella mostra “Cinque fotografi per un ritratto di Cesena”.
Werther, detto “Valter”, era nato a Cesena nel 1946 e già da adolescente si rivolse al mondo del lavoro, coltivando però nello stesso tempo un forte interesse per la vita culturale della propria città.
Con l’acquisto della sua prima macchina fotografica nascerà e si svilupperà in lui quella passione per la fotografia che lo accompagnerà costantemente per tutta la vita.
“La fotografia non potrà mai contenere elementi per così dire artistici. Essa è la negazione di ogni riferimento artistico. È vero, essa possiede una sua estetica, che deve essere approfondita e studiata, ma il limite è proprio questo: non può prescindere dalla realtà, appartiene più alla sfera della memoria che alla filosofia.”

Da queste sue perentorie affermazioni, sembra che la fotografia debba essere considerata un semplice mezzo di documentazione storica della realtà, quando invece da ogni suo scatto spira
un’aria tutt’altro che oggettiva anche agli occhi dell’osservatore più ingenuo. Il soggetto più povero e - diciamo pure - più apparentemente squallido, è avvolto da una luce
interiore, da un’atmosfera vaga e sospesa per cui anche la porzione di un povero muro scrostato acquista una sua vita, non è più un semplice documento oggettivo, ma diventa simbolo di qualcosa d’altro.
Le fotografie di Ceccarelli, con inquadrature studiate e decisi giochi di luce, lo portarono a ritrarre spazi irreali, suggestivi e quasi privi della presenza umana. Nei suoi scatti ritroviamo la Cesena degli anni 1970-2000, ma lo spiccato carattere artistico, raggiunto approfondendo le tecniche di ripresa e stampa, impone di non ascrivere le foto tra quelle soltanto documentarie”.