Antonio Pietrangeli (Roma 1919 - Gaeta 1968) è stato una delle personalità di maggior spicco del cinema italiano del dopoguerra. Prima battagliero critico, in funzione di un rinnovamento in chiave realista del nostro cinema, sulle pagine delle riviste «Bianco e Nero», «Star» e «Fotogrammi», poi sceneggiatore per importanti autori (da Visconti a Rossellini, da Germi a Lattuada), Pietrangeli è giunto alla regia nel 1953 con Il sole negli occhi, evidenziando immediatamente un'attenzione per le figure femminili che divenne una sua peculiarità, come dimostrano, tra gli altri, i successivi Nata di marzo (1958), Adua e le compagne(1960), La parmigiana (1963), La visita (1963), Io la conoscevo bene (1965). Nella sua filmografia rientrano anche l'episodio 1910 del collettivo Amori di mezzo secolo (1954), Lo scapolo (1955), Souvenir d'Italie (1957), Fantasmi a Roma (1961), Il magnifico cornuto (1964) e l'episodio Fata Marta de Le fate (1966). Pietrangeli è morto per annegamento a Gaeta, nel 1968, sul set di Come quando, perché film poi completato da Valerio Zurlini.
Nell'archivio pietrangeliano sono conservate oltre 6.000 foto di scena, 4.500 circa riguardanti i film da lui diretti (tra queste spiccano le quasi 800 foto inerenti a Io la conoscevo bene, con tanto di provini a Sandra Milo - autunno 1961 - e a Stefania Sandrelli - primavera 1962) e le restanti 1.500 raccolte da Pietrangeli nel corso della sua attività di critico: di rilievo le oltre 250 foto di scena e di set di Ossessione di Luchino Visconti, film di cui Pietrangeli era stato aiuto regista e addetto stampa.
L'archivio privato di Pietrangeli rende testimonianza della sua molteplice carriera nel mondo del cinema. Fortunatamente Pietrangeli ha conservato moltissimi documenti del suo lavoro, in particolare inerenti all'attività di regista e sceneggiatore. Tra le sceneggiature scritte per altri sono conservate nell'archivio quelle dei film Amanti senza amore di Gianni Franciolini, Quel fantasma di mio marito di Camillo Mastrocinque, Dov'è la libertà di Roberto Rossellini, Europa '51 sempre di Rossellini, Il mondo le condanna di Franciolini, La tratta delle bianche di Luigi Comencini, Rivalità/Medico condotto di Giuliano Biagetti, La lupa di Alberto Lattuada e Viaggio in Italia (con l'iniziale titolo di New Wine) di Rossellini. Di notevole valore è il testo del primo commento sonoro per La terra trema di Luchino Visconti, steso su fogli verdi e comprendente le correzioni autografe dello stesso Visconti. Sempre per Visconti è il trattamento de La carrozza del S.S. Sacramento, scritto con Suso Cecchi d'Amico, un progetto a lungo coltivato poi realizzato da Jean Renoir.
Ampio è il capitolo degli inediti. Pietrangeli scrisse, infatti, dall'immediato dopoguerra al 1953, da solo o con altri, molti soggetti destinati a rimanere sulla carta. Di queste sue fatiche, l'archivio ne raccoglie diverse. Una decina di soggetti sono firmati in collaborazione con Suso Cecchi d'Amico e vari altri con autori di rilievo come Lucio Battistrada, Ugo Pirro, Franco Solinas, Luchino Visconti e Cesare Zavattini. Tra questi ultimi si possono ricordare, a mo' di esempio, il soggetto Maratona di danze, scritto nel 1949 con Luchino Visconti e ispirato al romanzo di Horace McCoy Ai cavalli si spara (poi trasportato sullo schermo da Pollack nel 1969 con Non si uccidono così anche i cavalli?) e il trattamento di L'erede di Don Chisciotte, firmato assieme a Umberto Barbaro, Aldo Vergano, Cesare Zavattini e Marcello Bollero, per un film che avrebbe dovuto interpretare Totò.
Cospicua è la parte riguardante il Pietrangeli regista. Accanto a tutte le sceneggiature dei suoi film (presenti nelle varie fasi di elaborazione - dal soggetto alla scaletta, dal trattamento al copione definitivo - e in varie versioni), l'archivio conserva diversi altri materiali inerenti ai film realizzati: dai carteggi con gli attori e con le produzioni alla ricchissima rassegna stampa, dallo story board di Adua e le compagne al diario di lavorazione de La visita, fino ai piani di lavorazione di vari film (Souvenir d'Italie, Adua e le compagne, La parmigiana, Il magnifico cornuto e Fata Marta). Anche su questo versante vi sono numerosi inediti. Molti i film che Pietrangeli tentò inutilmente di realizzare. Alcuni di questi rivestono notevole importanza, come ad esempio Il processo di Maria Tarnowska, un progetto prima coltivato con Visconti, poi portato avanti fino alla fine da Pietrangeli, e di cui sono conservate le varie stesure della sceneggiatura, o come Le ragazze chiacchierate, film in avanzata fase di preparazione (con tanto di piano di lavorazione, foto dei sopralluoghi e bozzetto per il manifesto firmato da Dario Fo) passato dal produttore Franco Cristalli nelle mani di Francesco Maselli e diventato poi I delfini. Di rilievo è il trattamento di Serajevo, che ricostruisce l'attentato all'Arciduca d'Austria, firmato da Pietrangeli, Tullio Pinelli, Dario Fo e Pier Paolo Pasolini; un film che Pietrangeli cercò di chiudere alla fine degli anni '50. Da ricordare, infine, i materiali preparatori per Una donna al giorno, tratto dal romanzo omonimo di Giovanni Comisso (con un curioso carteggio tra il regista romano e lo scrittore veneto) e quelli per La Picaresca (con quattro versioni della sceneggiatura) serviti anche se non dichiarati - poi a Mario Monicelli per il suo I Picari.