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Mostre online Guardando ai '70. Un importante decennio del passato visto dal cinema italiano contemporaneo

GUARDANDO AI ‘70. Un importante decennio
del passato visto dal cinema italiano contemporaneo

Mostra allestita a Grenoble (Francia) in occasione della 13° edizione dei “Rencontres du Cinéma Italien” (7 – 24 novembre 2019)
a cura di Antonio Maraldi
 
E’ curioso come il decennio del 1970 non sia stato troppo frequentato dal cinema italiano del nuovo millennio.

E quando questo è successo, lo sguardo non è quasi mai stato segnato da rimpianto o nostalgia, anche perché dopo la spensieratezza e l’ottimismo degli anni del boom economico, esplodono in quel periodo problematiche che segnano profondamente la
società italiana.

I ’70 visti dal cinema italiano degli ultimi decenni sono anni duri, caratterizzati da avvenimenti fortemente drammatici sul piano civile come il caso Moro (Buon giorno, notte di Marco Bellocchio) o come l’omicidio di Peppino Impastato (I cento passi di Marco Tullio Giordana). Sono anni in cui l’impegno politico trova nuove forme di concretizzazione, in particolare a Bologna (Lavorare con lentezza di Guido Chiesa, Paz! Di Renato De Maria).
Ma anche altrove si registra un’aria di irrequietezza (Radiofreccia di Luciano Ligabue), con conseguenze inattese (Il fuggiasco di Andrea Manni).  

Non mancano poi pellicole che toccano piccola (Io non ho paura di Gabriele
Salvatores) e grande criminalità (Romanzo criminale di Michele Placido e la successiva serie tv, diretta da Stefano Sollima).

Uno sguardo più conciliante lo si può incontrare in una serie di titoli (da La prima cosa bella di Virzì a Anni felici di Luchetti, passando per Bar Sport di Martelli e La kryptonite nella borsa di Cotroneo) di taglio più quotidiano, anche se il vero “amarcord” del decennio resta Tutto l’amore che c’è di Rubini, tra turbamenti e aspirazioni adolescenziali.

Tutti i film qui ricordati sono stati documentati da alcuni dei migliori fotografi di scena delle ultime generazioni, il cui lavoro è raccolto nel fondo CliCiak del Centro Cinema Città di Cesena, da cui provengono le foto pubblicate.