Figlio di un incisore, apprese il mestiere presso la bottega paterna e nel 1878 si trasferì a Roma dove si perfezionò presso lo scultore-orefice Gagliardi.
Viaggiò a Parigi, Bologna, Venezia, Firenze e nel 1880 fu a Napoli ove tentò, senza riuscirvi, il concorso di ammissione all’Accademia di Belle Arti. A Napoli ebbe comunque l’opportunità di confrontarsi con altri artisti, tra cui lo scultore Vincenzo Gemito dal quale apprese il realismo nella resa dei volti.
Nel 1893 si trasferì a Bologna, si iscrisse all’Accademia di Belle Arti ed entrò nel circolo letterario Brigata carducciana, dove conobbe tra gli altri Carducci, Saffi e infine Pascoli che lo elogiò pubblicamente definendo la sua produzione improntata a “un realismo di stampo sociale”.
Divenne professore dell’Accademia di Belle Arti nel 1912 e morì nel capoluogo emiliano nel 1928.