Noto
per la sua attività di scultore già prima di diplomarsi nel 1934
presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo, tra il 1936 e il 1937
aderì al gruppo Corrente
di
Milano, dove conobbe Renato Guttuso.
A
Roma visse dal 1942, anno in cui dalle cronache emerge che il suo
studio, come quello di altri artisti, fu messo soqquadro dai militari
fascisti.
Negli
anni Quaranta, a Roma, allestì la sua prima mostra personale presso
la Galleria Minima e partecipò assieme a Guttuso, Omiccioli, Mafai,
Basaldella e Turcato, alla mostra L’Arte
contro la barbarie, organizzata
dal partito comunista alla Galleria di Roma.
Dopo
questo primo periodo in cui le sue opere si rifacevano ad uno stile
plastico figurativo, Franchina si orientò verso l’astrattismo e il
costruttivismo, sino ad avvicinarsi alle avanguardie e all’arte
informale negli anni Cinquanta. Dagli anni Sessanta sperimentò
tecniche industriali ed artigiane e la sua ispirazione fu la
fantasia.