Bartolomeo Gennari, figlio del pittore Benedetto il Vecchio, sin da giovane entrò a far parte della bottega del Guercino insieme con il fratello Ercole e il cugino Lorenzo, lavorando all'interno di essa per tutta la vita. Seguì il maestro in alcuni dei suoi spostamenti a Cento, Reggio Emilia e Modena, dove negli anni Trenta dipinse diversi ritratti del Duca Francesco I d’Este e della Duchessa Maria Farnese.
Dapprima copista, a partire dalla fine degli anni Trenta del Seicento iniziò a produrre opere autonome, dimostrandosi comunque uno dei fedeli seguaci del linguaggio del Guercino classicista.
Fra il 1643 e il 1644 raggiunse il Guercino a Bologna, dove questi si era definitivamente trasferito.
A Modena Bartolomeo godeva di buona reputazione e nel 1647 gli fu offerto l'incarico, da lui però rifiutato, di direttore della locale Accademia di pittura. Alla corte modenese fu nuovamente nel 1649, ospitato con altri pittori e il suo maestro allo scopo di lenirne il dolore per la morte del fratello Ercole.
Tra le opere a noi giunte di questo grande pittore ricordiamo la Crocefissione del 1637, conservata nella chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano a Pieve di Cento; ilSan Marco del 1640 alla chiesa del Voto a Modena; il San Giovanni Evangelista che predica ai discepoli, nella chiesa di San Filippo di Forlì; l'Incredulità di San Tommaso, conservata alla Pinacoteca Civica di Cento e proveniente dalla chiesa del Rosario; la Madonna col beato Felice da Cantalice, il Bambino e un angelo del 1650, conservata nel Convento dei Cappuccini a Bologna e proveniente da Lugo, convento dello stesso ordine; lo Sposalizio della Vergine alla Galleria Estense di Modena; La Primavera al Museo delle Belle Arti di Boston; la Madonna con bambino all’Accademia di Brera; l’Angelo custode protegge dal demonio un fanciullo al Museo Magnin a Digione.
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