Giovanni Cappelli affermava che il suo amore per la pittura era nato dopo aver posato, all'età di dieci anni, per il pittore italo-americano Gino Emilio Conti, ospite fino al 1936 dei frati dell’Abbazia della Madonna del Monte di Cesena. Cappelli rimase totalmente affascinato dallo studio del pittore e ne conservò sempre il ricordo.
I genitori di Cappelli lo avviarono al mestiere di falegname. In fabbrica incontrò il prof. Del Giudice impiegato come disegnatore, il quale, notate le notevoli capacità del giovane, convinse i genitori ad iscriverlo al Liceo artistico di Bologna. Successivamente frequentò la Scuola di nudo presso l’Accademia di Belle Arti della stessa città.
Dopo gli studi Cappelli tornò a Cesena e conobbe Alberto Sughi e Luciano Caldari, con i quali diede vita alla cosiddetta Scuola Cesenate, interessata soprattutto ad un’indagine realista e di denuncia sociale.
Tra il 1948 e il 1950 compì alcuni soggiorni a Torino e a Roma e nel 1959 si trasferì definitivamente a Milano. Dalla fine degli anni Sessanta si stabilì a Bogliaco, un piccolo paese sui monti del lago di Garda, dove dipinse soprattutto paesaggi.
Tra il 1948 e il 1950 soggiornò a Torino con l’amico Alberto Sughi e successivamente a Roma con Sughi e con Luciano Caldari per conoscere i pittori e le nuove tendenze artistiche. Qui frequentò il Circolo degli artisti e il Gruppo del “Portonaccio”, stringendo amicizia con l’incisore Renzo Vespignani.
Nel 1959, dopo il trasferimento definitivo a Milano, i protagonisti delle tele di Cappelli cambiarono: da contadini, mercati, animali da cortile e venditori divennero figure alienate e atmosfere artificiali della civiltà urbana.
Le sue opere furono esposte negli anni Sessanta a Carpi, Brescia, Palermo, Roma, Modena e Parma; negli anni Settanta a Taranto, Berlino, Parigi, Ginevra, Milano e Cesena mentre negli anni Ottanta a Ferrara, Como e Perugia. Sue opere si trovano, oltre che in Italia, a Berna, Budapest, Mosca e New York.