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Giovan Battista Razzani Cesena, 1603 - 1666

Poco è noto della formazione di Razzani ma si presume un suo apprendistato presso Ascanio Foschi, da cui imparò ad interpretare i Santi dai grandi occhi, con articolazioni affusolate ed espressioni lontane. Il Razzani guardò anche fuori dall’ambito cesenate, soprattutto verso la concretezza della cultura figurativa lombarda seicentesca, dalla quale apprese le nozioni di paesaggio e ambiente domestico ricchi di particolari, traducendoli, tuttavia, in un linguaggio popolare e sensuale.

Razzani ricevette numerose commissioni, distinguendosi soprattutto nei ritratti di nobili cesenati ma realizzando anche numerose pale d'altare e decorazioni perdute di impegno più modesto, come armi per giostre, festoni, apparati, “macchine” per allegrezze, prospettive, stendardi e catafalchi funebri.

per saperne di più

Dagli anni Venti del Seicento dipinse molte pale d’altare per le chiese cesenati tra cui ricordiamo, solo per citarne alcune, la Strage degli innocenti per la chiesa di Sant’Agostino, La consegna delle chiavi a San Pietro per i padri lateranensi di Santa Croce (oggi in San Domenico), la Beata Vergine di Costantinopoli per la chiesa di Santa Cristina. Altre opere gli furono commissionate per chiese sparse in Romagna, come quelle di Bertinoro e Savignano sul Rubicone.



Fonti:
• AA.VV., Storie barocche, da Guercino a Serra e Savolini nella Romagna del Seicento, a cura di MARINA CELLINI, Abacus Edizioni, Cesena 2004, pp. 326 – 327.
La pittura in Emilia e in Romagna. Il Seicento, a cura di ANDREA EMILIANI, Nuova Alfa Editoriale, Bologna 1992.
• MASSIMO PULINI, Tre artisti nella Cesena del Seicento. Razzani, Serra, Savolini, Edizioni Medusa, Milano 2021.

Fonti Online:
Dizionario Biografico degli Italiani (Treccani)

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