Poco è noto della formazione di Razzani ma si presume un suo apprendistato presso Ascanio Foschi, da cui imparò ad interpretare i Santi dai grandi occhi, con articolazioni affusolate ed espressioni lontane. Il Razzani guardò anche fuori dall’ambito cesenate, soprattutto verso la concretezza della cultura figurativa lombarda seicentesca, dalla quale apprese le nozioni di paesaggio e ambiente domestico ricchi di particolari, traducendoli, tuttavia, in un linguaggio popolare e sensuale.
Razzani ricevette numerose commissioni, distinguendosi soprattutto nei ritratti di nobili cesenati ma realizzando anche numerose pale d'altare e decorazioni perdute di impegno più modesto, come armi per giostre, festoni, apparati, “macchine” per allegrezze, prospettive, stendardi e catafalchi funebri.