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Giovan Battista Piazzetta Venezia, 1683 – 1754


Grande protagonista del Settecento pittorico veneziano, Piazzetta iniziò i suoi studi nella bottega di Antonio Molinari; in seguito si trasferì a Bologna presso Giuseppe Maria Crespi, specializzandosi nella raffigurazione di soggetti popolari. Tornato a Venezia, aderì alla cosiddetta corrente dei tenebrosi, caratterizzata da un uso drammatico e di forte impatto del chiaroscuro, opposta alla corrente dei chiaristi.

Intorno alla metà degli anni Trenta del Settecento avvenne un profondo cambiamento nello stile del Piazzetta: il chiaroscuro si fece meno intenso e prese piede una luminosità diffusa e l’uso di tonalità più chiare. 

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Piazzetta nel 1727 divenne membro della celebre Accademia Clementina di Bologna. Esempi del primo periodo pittorico caratterizzato da forte impatto chiaroscurale sono le opere dipinte per le chiese di San Stae, di Santa Maria della Fava e dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia.

Del secondo periodo, in cui è evidente un approfondimento dello studio di figure e caratteri con scene di genere in cui emerge l’interesse coloristico (e non psicologico) dei personaggi, è esempio il Giovane mendicante ora conservato a Chicago.

Nel 1750 divenne direttore dell’Accademia di pittura e realizzò disegni a carboncino dalle sfumature vibranti; i più noti sono quelli da cui furono tratte le incisioni che illustravano la Gerusalemme liberata.



Fonti:
•AA.VV., Grande dizionario enciclopedico UTET, volume XIV, UTET, Torino 1972, p. 541.
•AA.VV., Le Muse. Enciclopedia di tutte le arti, volume IX, De Agostini Editore, Novara 1968, p. 146-147.

Fonti Online:
Dizionario Biografico degli Italiani (Treccani)

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