La Scuola Estiva di Filosofia della Fisica dell’Università di Urbino, inaugurata nel 1998 e giunta alla ventottesima edizione, propone anche quest'anno il Processo.
L'evento prevede un imputato alla sbarra – un concetto, un’ipotesi, una teoria –, uno staff di avvocati difensori, un’accusa, un giudice e un pubblico osservatore ma anche interlocutore.
Si tratta di un modalità che genera una contrapposizione tra opinioni diverse, ma offre anche l’opportunità di un approfondimento importante, anche per la verifica della sostenibilità delle tesi sostenute da ciascuno. Non a caso l’aggettivo che specifica la natura del Processo è ‘popolare’:
Quest’anno la Scuola, organizzata dal Dipartimento di Scienze Pure e Applicate – Corso di Laurea Magistrale in Filosofia dell’Informazione Teoria e Gestione della Conoscenza e dal CIRFIS dello stesso Ateneo, è dedicata ad un tema riguarda i rapporti tra le due più importanti teorie fisiche del Novecento, la quantistica e la relatività generale: Il caso della gravità quantistica. Si può fare fisica senza esperimenti?
Così divisiva che la conclusione migliore per un confronto tra studiosi è il Processo che si terrà a Cesena venerdì 30 maggio alle ore 17:00 nella Sala Lignea della Biblioteca Malatestiana.
All’evento partecipano filosofi e fisici: il Giudice, Mario Alai, dovrà valutare e decidere tra le opposte ragioni dell’Accusa, affidata a Vincenzo Fano e Niccolò Covoni, e la Difesa, sostenuta da Mario Sanchioni e Enrico Cinti, mentre starà al pubblico decretare il successo dell’una o dell’altra tesi e della stessa iniziativa.
L'evento è sostenuto dal Comune di Cesena e Università di Urbino.
La cittadinanza è invitata.