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Tomba Roverella

22 - Tomba Roverella n. 52 – Porticato Sud

La cappella contiene il pregevole gruppo marmoreo che raffigura L'Angelo della Carità che sostiene un vecchio, opera di grande abilità tecnica e di notevole effetto simbolico, firmata da Tullo Golfarelli (Cesena, 1852 - Bologna, 1928) e datata 1889. Il bellissimo Angelo dalle fattezze femminili, senza toccare terra, sorregge un vecchio seminudo e curvo, allusione all’attività benefica a favore degli anziani poveri svolta dal conte Pietro Roverella, uno dei principali filantropi della città.

La famiglia Roverella era una delle più nobili e antiche della Romagna che aveva come stemma un tronco di rovere e un’aquila.
Lo stemma in bronzo è collocato sopra la scritta FAMIGLIA ROVERELLA.

Il conte Pietro aveva simpatie liberali e per questo subì alcuni mesi di carcere pontificio nella Rocca di Forlì nel 1830. Fu poi, nel 1848, gonfaloniere di Cesena.
Essendo l’ultimo membro della famiglia, con grande sensibilità sociale, ritenne di destinare l’ingente patrimonio a opere di pubblica utilità e aiuto delle persone più bisognose. Acquistò, quindi, l’edificio che era stato convento delle monache dello Spirito Santo e dispose, per lascito testamentario del 18 febbraio 1856, che venisse utilizzato come luogo di accoglienza e assistenza agli invalidi che vissero vita onesta operosa.

Nel 1868, venne aperto, a cura della Congregazione di Carità, il Ricovero Roverella, per lungo tempo uno dei principali della città. Ancor oggi il grande complesso (attualmente in ristrutturazione) è uno dei luoghi di accoglienza e assistenza più importanti di Cesena. Dopo la sua morte, la vedova Maria Bertoccini proseguì e diede esecuzione all’attività benefica del marito.

Vediamo i busti di Pietro e Maria sulle pareti laterali della cappella.
Sulla parete destra è collocato il busto di impronta neoclassica che raffigura Pietro Roverella, eseguito nel 1846 da Gaetano Lombardini (Santarcangelo di Romagna 1801-1869), scultore che fu allievo di Antonio Canova.

Da un testo in lingua latina e italiana, collocato sotto il busto, apprendiamo che Pietro Roverella / ultimo di sua stirpe / pose a sé vivo / anno 1847. Il busto, cioè, venne realizzato e collocato quando il conte era ancora vivo e ad imitazione dell’amato consorte anche la vedova volle collocare, nel 1899, ancora vivente, il proprio busto, scolpito da Tullo Golfarelli, sulla parete di fronte.

Golfarelli eseguì per la tomba Roverella anche due splendidi candelabri in bronzo, ora conservati altrove per evitarne la sparizione, mentre nella cappella rimangono le due colonnine in marmo che li reggevano.

 

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