Si iscrisse nel 1907 all'Accademia di Belle Arti di Bologna ma ben presto i suoi interessi oltrepassarono i limiti degli studi accademici, soprattutto attraverso la lettura delle riviste che riportavano le novità francesi.
Iniziò a dipingere nel 1911: le sue prime opere evidenziavano una rimeditazione di Cézanne mentre in seguito ammirò gli ideali di rinnovamento del Futurismo. Nel 1914 partecipò a Bologna alla Prima Esposizione Libera Futurista insieme a Carrà e Boccioni. Assimilò poi gli ideali cubisti e il rigore delle strutture umanistiche dei pittori fiorentini quattrocenteschi, mentre all’inizio degli anni Venti venne influenzato dalla pittura metafisica della quale approvò i valori plastici e puristi, riducendo gradualmente il suo stile all'essenzialità.
Dopo il 1920 abbandonò il rigore geometrico-compositivo metafisico delle forme a favore di un bagno di colore-luce ed ottenne premi e riconoscimenti ufficiali in Italia e all'estero.
I soggetti delle pitture di Morandi sono in prevalenza nature morte con bottiglie, tazze e motivi paesaggistici che egli rappresentò con nitidezza di linee, spazialità e sobrietà nei colori, controllando le emozioni tramite il rigore stilistico ed arricchendo tuttavia sempre più il tono cromatico, fino a raggiungere sedimenti evanescenti di luce e colore.
Fonti:
• AA.VV., Grande dizionario enciclopedico UTET, volume XII, UTET, Torino 1970, pp. 794- 795.
• AA.VV., Le Muse. Enciclopedia di tutte le arti, volume VIII, De Agostini Editore, Novara 1967, pp. 102-103
• Giorgio Morandi, in “I Maestri del Colore”, XXXVIII, Fratelli Fabbri Editori, Milano 1964.
Fonti Online:
• Sito ufficiale (Centro Studi Giorgio Morandi)
• Dizionario Biografico degli Italiani (Treccani)