La data di oggi, 26 aprile 2021, è stata molto attesa nel mondo del teatro italiano perché è da questo momento che sarà possibile riaprire i teatri al pubblico nelle regioni in zona gialla come l’Emilia-
Romagna.
Questo il programma degli spettacoli in programma al Teatro Bonci di Cesena
ENIGMA. Requiem per Pinocchio del Teatro Valdoca riapre venerdì 14 e sabato 15 maggio le porte al Teatro Bonci di Cesena, con una prima nazionale, «nell’emozione grandissima del ritorno al teatro vivo»:
in due anni di gestazione la compagnia ha composto la sua opera della maturità, coprodotta da ERT Fondazione, cesellando intorno alla figura del burattino di Collodi una partitura di canto, suono dal vivo e movimento sui versi originali di Mariangela Gualtieri (anche attrice).
Cesare Ronconi dirige al centro di una scena onirica due giovani e potenti performer, capaci di segnare lo spazio e lo sguardo come poche altre, Silvia Calderoni e Chiara Bersani, mentre allarga il suo ascolto visionario a tutti gli interpreti, nella tensione che da sempre innerva la sua scrittura registica.
Come si diventa umani? Come si resta fedeli all’infanzia? Da queste domande parte la ricerca. Un corpo di legno giace in proscenio. I suoi pezzi sono smembrati e arsi. «Pinocchio, dinoccolato, scatenato e a tratti malinconico, si sporge tutto verso di noi: sulla soglia fra vivi e morti, viene ad immunizzarci dalla paura della morte, in un tempo allarmato di conta quotidiana dei caduti» scrive la
drammaturga.
Lo spettacolo è parte del progetto Disgelo dei nomi, che Teatro Valdoca e Societas hanno pensato per la città di Cesena e che si sviluppa durante il mese con JUMP!, Fisica dell’aspra comunione e l’installazione Il Terzo Reich.
Lunedì 17 maggio torna al Bonci l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena con una delle serate monografiche dedicate ai più grandi compositori del repertorio classico: qui interpreta due opere sinfoniche ottocentesche, il Concerto per violino e la Sinfonia ‘Dal Nuovo Mondo’ del compositore ceco Antonín Dvorak, sotto la direzione di Stefano Pagliani e con il violinista lettone Ilya Grubert, in collaborazione con il Conservatorio di Salerno e Programma Erasmus+.
Marta Bichisao, danzatrice e coreografa, e Vincenzo Schino, artista visivo e regista di Opera Bianco tornano a lavorare con JUMP! sulla figura del clown, cara fin dagli esordi al loro immaginario di archetipi: in questo nuovo spettacolo il suo incessante cadere e rialzarsi è il motore della danza di tre performer in uno spazio vuoto. Mercoledì 19 e giovedì 20 maggio JUMP! debutta a Cesena.
Come continuare a camminare nonostante tutto stia crollando? Per Opera Bianco l’uomo è un clown, che danza con il movimento del mondo. «È un lavoro che affronta il problema del ritmo dell’uomo in dialogo con il ritmo del mondo» scrive. «Usiamo il clown come metafora della condizione umana. Caduta, salto, sospensione. La caduta se vista sottosopra diventa un salto, un tentativo di volo».
Domenica 30 maggio la Compagnia della Scuola di movimento ritmico Mòra basata a Cesena, diretta da Claudia Castellucci, presenta Fisica dell’aspra comunione, una partitura per sei corpi, ispirata alla vita segreta degli uccelli, un movimento che tende alla continuità come un unico respiro.
Scuola annuale per danzatori, Mòra ha come scopo lo studio e la prassi del movimento ritmico e si conclude con la costruzione di un ballo collettivo. In Fisica dell’aspra comunione il ballo percorre uno
schema di movimenti dedotti da Le Catalogue d’Oiseaux che Olivier Messiaen compose per il pianoforte tra il 1956 e il 1958. Nel canto degli uccelli, ripetitivo e poliritmico, vi è una ricca consistenza di accadimenti sempre attuali, che i danzatori prendono a modello.
Evento al Teatro Bonci e in più luoghi della città, in diversi momenti della giornata di domenica 6 giugno, Un giorno da ricordare è l’esito del progetto di teatro partecipato Ricordo al futuro, curato da ottobre 2020 a giugno 2021 dalla Compagnia permanente di ERT e realizzato in collaborazione con diverse realtà del territorio e il coinvolgimento di scuole e cittadini: con l’obiettivo di disegnare una mappa della memoria collettiva di Cesena attraverso lo sguardo di diverse generazioni.
Un giorno da ricordare raccoglie la comunità attorno al suo Teatro e invita il pubblico a una giornata a partecipazione gratuita in cui potrà scoprire, giocando, i ricordi di tanti cesenati nei luoghi della città.
Un evento diffuso e all’aperto, dedicato a tutte le età, che inizia la mattina con attività per l’infanzia e prosegue con momenti animati e una “caccia al tesoro” nel centro storico, per poi vivere il gran finale al Teatro Bonci.
Io sono mia moglie, il testo che il cesenate Michele Di Giacomo traduce, dirige e interpreta per ERT Fondazione (da martedì 8 a domenica 20 giugno in prima nazionale al Cinema San Biagio), racconta la vera storia di Charlotte Von Mahlsdorf, sopravvissuta da travestito all'assalto nazista e al regime comunista a Berlino recuperando e collezionando oggetti e mobili di antiquariato dalle case degli ebrei deportati, dalle macerie delle bombe della Seconda Guerra Mondiale, dalle abitazioni confiscate dalla Stasi. Oggetti preziosi, con cui ha dato vita al Gründerzeit Museum, diventato un punto di riferimento nascosto per la comunità omosessuale di Berlino Est.
I am my own wife è un’indagine quasi giornalistica, premio Pulitzer nel 2004: Dough Wright ripercorre la vita della protagonista in un’ossessiva ricerca volta a comprendere chi sia davvero la persona che ha di fronte, la cui stessa esistenza rappresenta una vittoria sulla storia.
È una eroina? O forse una spia della Stasi? Su queste domande si costruisce lo spettacolo, in un continuo gioco di maschere che lascia allo spettatore la possibilità di rispondere.
Mercoledì 16 giugno al Teatro Comandini la Societas propone un’installazione di Romeo Castellucci, Il Terzo Reich: realizzazione video di Luca Mattei con i suoni di Scott Gibbons e una performance
coreografica d’apertura di Gloria Dorliguzzo.
Il Terzo Reich è una rappresentazione sequenziale di tutti i sostantivi del vocabolario italiano (tradotti poi nelle diverse lingue) proiettati, uno a uno, su un mega schermo.
Lo spettatore si misura con la capacità della retina e della memoria di trattenere una parola che appare nel baleno di un ventesimo di secondo: si tratta di comprimere lo sguardo sul punto critico di fusione, poco prima della perdita dell’aggancio percettivo, nello sfarfallamento che sfugge alla netta distinzione dei singoli termini.
Il frenetico susseguirsi fa sì che alcuni di essi rimangano impressi nella corteccia visiva, altri – la maggioranza – andranno persi.
Chi guarda, esposto a questo trattamento, subisce la parola umana sotto l’aspetto della quantità: non percepisce il cosa, ma il quanto. L’affastellarsi frenetico delle parole non lascia nessuno spazio alla scelta, al discernimento. Il Terzo Reich è l’immagine di una comunicazione inculcata, obbligatoria e violenta.