L'apprendistato di Francesco Longhi avvenne nella bottega del padre, il più noto Luca, da cui apprese e di cui inizialmente imitò i moduli compositivi e la sintassi, la finezza dei dettagli e l’affettività espressa dai personaggi ma ai quali, dopo la morte del padre, aggiunse un’eleganza e un’aulicità nei gesti sconosciute al genitore.
Altri referenti di Longhi furono soprattutto il forlivese Gian Francesco Modigliani ma anche esponenti del Manierismo di area toscana come Vasari e Zuccari, dai quali apprese la staticità degli impianti.
Nelle opere tarde emergono influenze del manierismo veneto, nell’uso di una gamma coloristica talora vivace, ricomposta entro schemi di naturalizzazione concettuale e figurativa in piena rispondenza ai dettami della Chiesa controriformata.