Il pittore, dopo una prima formazione in Danimarca, si trasferì ad Amsterdam dove ebbe modo di entrare in contatto con l'arte di Rembrandt ed aprire una propria bottega. Dal 1651 è documentata la sua presenza itinerante in Italia, protrattasi fino alla morte.
Negli anni Cinquanta del Seicento soggiornò a Venezia, dove studiò il colorismo dei grandi pittori cinquecenteschi, a Bergamo, Milano, Forlì e Ravenna, mentre dal 1656 si stabilì a Roma, dove dipinse quadri di carattere religioso per la chiesa di Santa Maria sopra Minerva e per la cappella di San Domenico. Fondamentali nella sua pittura furono le influenze ricevute dalla cultura artistica veneta e lombarda, in particolare dalle opere di Domenico Fetti, Bernardo Strozzi e Francesco Maffei.
La maggior parte della sua produzione è costituita da scene di genere a mezzobusto che ebbero grande successo, realizzate con accentuato virtuosismo e traducendo lo stile caravaggesco lombardo-emiliano e il cromatismo veneto in un pittoresco popolare influenzato dai bamboccianti romani.
Fonti:
• MINNA HEIMBÜRGER, Bernardo Keilhau detto Monsù Bernardo, Ugo Bezzi Editore, Roma 1988. pp. 323 – 325.
• AA.VV, Grande dizionario enciclopedico UTET, volume XII, UTET, Torino 1970, pp. 733 – 734.
• AA.VV, Le Muse. Enciclopedia di tutte le arti, volume VIII, De Agostini Editore, Novara 1967, p. 82.
Fonti Online:
• Enciclopedia on line (Treccani)
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