Scultore e pittore, Monachesi, dopo essersi diplomato alla Regia Scuola di Tirocinio di Macerata nel 1926, si interessò alla scultura e si avvicinò al gruppo dei futuristi romani, trovandosi in accordo con il concetto di dinamismo plastico già espresso nelle opere e negli scritti di Boccioni.
Nel 1932 fu tra i fondatori del gruppo futurista maceratese; partecipò alle loro mostre come aeroscultore e aeropittore. In quegli anni iniziò la collaborazione con la rivista “Nuovo Futurismo” di Milano in veste di caricaturista e di corrispondente. Successivamente si trasferì a Roma, dove seguì il corso di scenografia presso il Centro Sperimentale di Cinematografia.
Nel 1936 firmò, con gli esponenti del Futurismo romano, il manifesto La plastica murale futurista in cui venivano esaltate le componenti tecnologiche dell’opera d’arte. L’arte futurista di Monachesi si apriva così a nuove esperienze plastiche, in cui la luce creava sul metallo un effetto di movimento continuo.
Trasferitosi definitivamente a Roma si distaccò dall’esperienza futurista esponendo nel 1941 opere figurative sul tema dei bombardamenti aerei. Il vivace sperimentalismo della fase futurista caratterizzò, tuttavia, anche le opere scultoree successive, realizzate con materiali diversi come terracotta e poliplastiche.