La formazione della personalità artistica di Girolamo Marchesi, attivo in Romagna e a Bologna, fu alquanto complessa poiché risentì dell'influsso di diversi pittori.
All'apprendistato presso gli Zaganelli si aggiunsero gli apporti dell'arte di Marco Palmezzano e soprattutto quelli della maniera moderna di Girolamo Genga, attivo a Cesena nel 1513 nella chiesa di Sant'Agostino.
Ma fu forse un soggiorno a Roma intorno al 1520 a provocare un improvviso cambiamento nella produzione pittorica di Marchesi, che passò dallo stile arcaizzante di inizio carriera a quello aggiornato sugli esiti artistici raggiunti nel centro-Italia, con particolare riferimento al classicismo raffaellesco proprio della fase bolognese.
Le sue prime opere documentate risalgono al 1509-10: la pala per la chiesa di Castelmezzo e gli affreschi all’interno del castello di Gradara. Tra il 1516 e il 1518 lavorò per gli Agostiniani e i Benedettini a Cesena, poi per i Francescani di San Marino e nel 1520 per i Canonici lateranensi di Ravenna. Emigrò a Pesaro, Milano, Rimini, Bologna e Napoli.
Nel capoluogo emiliano si sposò e nel 1522 dipinse la pala d’altare per la chiesa dei Servi di Maria. Negli anni Venti del Cinquecento firmò diverse opere per le chiese di Lugo, Forlì e Bologna.
Negli anni Trenta rimase vedovo, partì per Napoli e fu attivo nel territorio campano. Solo dopo il 1536 tornò a Roma dove si risposò e morì qualche tempo dopo, all’età di 69 anni.
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