Nel 1914 iniziò ad insegnare disegno alla Scuola tecnica di Iglesias in Sardegna. Nel 1915 prese parte alle mostre della Secessione a Roma, eseguì dipinti e disegni dalle caratteristiche plastico-dinamiche che espose nella sua prima mostra personale tenutasi a Faenza, firmò il Manifesto Impressionismo, Cubismo, Futurismo e si arruolò nell’esercito, anche se nel 1916 fu processato per insubordinazione e trasferito a Verona, dove conobbe Felice Casorati.
Negli anni Venti espose a Forlì, Roma, Venezia, Firenze, Parigi, Ginevra e Chicago e collaborò con la rivista “La Pié” di Forlì. Negli anni Trenta partecipò a varie mostre romane. Nel 1942 fu nominato ispettore onorario alle Antichità e scavi e curò negli anni successivi la ricostruzione delle chiese e dei monumenti distrutti dal conflitto mondiale.
Ricevette commissioni per numerose chiese romagnole tra gli anni Quaranta e gli anni Sessanta, come per San Savino a Faenza, Santa Cristina a Cesena e per le parrocchie di Roversano e Sorrivoli. Negli ultimi decenni della sua vita espose nuovamente a Forlì e Venezia, poi a Bologna e Macerata.
Fonti:
•ATTILIO BAZZANI,
I pittori cesenati del ‘900. Gli artisti e le opere, le tecniche e gli stili: un secolo di storia dell’arte a Cesena,, Società Editrice Il Ponte vecchio, Cesena 2004, pp. 49 – 52.
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Omaggio a Giannetto Malmerendi. Mostra retrospettiva, Cesena, Palazzo del Ridotto, 15 dicembre 1973 – 5 gennaio 1974,, Fratelli Lega Editore, Faenza, 1973.
• AGOSTINO MARIA COMANDUCCI,
Dizionario illustrato dei pittori e incisori italiani moderni e contemporanei (1800-1900), volume III, Milano 1962.
Fonti Online:
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Dizionario Biografico degli Italiani (Treccani)