17 - Tomba Mario Bianchi (alias Monty Banks) n. 30 – Porticato Sud
La cappella è moderna e non presenta un interesse artistico ma va segnalata perché accoglie le spoglie di uno dei personaggi più straordinari di Cesena che oggi guarda il visitatore da una fotografia posta su una mensola sulla parete destra.
Forse neppure la fervida fantasia di uno scrittore di romanzi sarebbe in grado di immaginare che un giovanissimo cesenate, nato in una povera famiglia di contadini dell’Oltre Savio, potesse diventare uno dei più apprezzati attori del cinema americano.
Nel caso di Mario Bianchi, alias Monty Banks (da mauntebank, saltimbanco) la realtà supera di gran lunga la fantasia.
Mario nacque il 18 luglio 1897 in una famiglia contadina che abitava in via Ancona, alla periferia di Cesena e, fin da piccolo, si distinse per l’incredibile vivacità che gli guadagnò il soprannome di Noncifossi dovuto al fatto che si trovava un po’ qui, un po’ là e non stava mai fermo.
Quando era giovanissimo la famiglia si trasferì nelle vicinanze della stazione per aprire un piccolo negozio e Mario iniziò a lavorare presso il vicino ristorante gestito dalla famiglia Casali, famosa per aver inventato il cestino da viaggio. Cesena, tuttavia, stava stretta a Mario che, a soli 15 anni, con le uniche doti della sua intraprendenza, agilità e innata simpatia, cominciò a viaggiare per l'Europa, spinto da esigenze economiche ma, più probabilmente, dal piacere dell'avventura e dal desiderio di uscire dalla routine della piccola città di provincia.
A 17 anni si trasferì negli Stati Uniti e nel porto di New York, per sopravvivere, tentò vari mestieri, tra cui quello di ballerino estemporaneo.
Fu la sua fortuna perché venne notato da un impresario che ne intuì le straordinarie potenzialità e lo lanciò nel mondo del cinema comico, a quel tempo ancora privo di dialoghi.
Grazie alla sua vitalità e alla innata simpatia, la sua carriera artistica fu folgorante e Monty divenne uno dei più importanti attori del cinema muto in anni in cui operavano attori straordinari come Charlie Chaplin, Buster Keaton, Larry Semon (Ridolini), Stan Laurel e Oliver Hardy (Stanlio e Ollio).
In varie pellicole interpretò un elegante borghese alle prese con vicissitudini sentimentali, in altre un personaggio più vicino alla sua esperienza: un giovane di modesta condizione che, grazie alle doti di intraprendenza, coraggio e simpatia, sale la scala sociale e conquista il cuore della donna amata.
In modo originale, rappresentò il tema della conquista del successo partendo dal basso, uno dei miti dello spirito americano, al tempo stesso valorizzando le sue origini latine.
Questo cesenate dal volto accattivante su cui spiccavano due baffetti sbarazzini doveva possedere non solo una vitalità eccezionale ma anche un'intelligenza fuori del comune.
Con l'avvento del sonoro, passò alla sceneggiatura e alla regia e diresse Stanlio e Ollio nel film Great Guns (in Italia Ciao Amici!) del 1941.
Bianchi sposò l’attrice Gladys Frazin, molto bella ma con una personalità fragile. Il matrimonio naufragò in un divorzio. Tempo dopo, lei si uccise, gettandosi dall'alto di un albergo.
Più fortunato fu il secondo matrimonio, nel 1940, con l'attrice e cantante inglese Gracie Fiels, avendo come testimone Alfred Hitchoc. A dimostrazione della fama e della considerazione internazionale di Monty Banks, basti ricordare che, nel corso del viaggio di nozze, la coppia venne accolta, a Parigi, dal Presidente della Repubblica francese Albert Lebrun.
Bianchi divenne ricchissimo, acquistò ville e terreni in varie località italiane e straniere e, a Cesena, anche la villa su una collina in zona Ponte Abbadesse, appartenuta un tempo alla famiglia fiorentina degli Albizzi, poi donata all’istituzione assistenziale nata per iniziativa di don Dino Cedioli.
Una nota apprezzabile della personalità di Mario Bianchi fu la sua generosità. Non aveva dimenticato la durezza della povertà vissuta da ragazzo e cercò di alleviarla per i contadini delle sue terre, per i cesenati a cui durante la guerra assegnò lavori perché non fossero disoccupati, in particolare per i bambini. Nel 1944 rispose all’invito, rivolto dal CLN ai cittadini benestanti, di aiutare la parte povera della popolazione, donando l’ingente somma di 250.000 lire.
Una morte precoce per arresto cardiaco lo colse ad Arona, sul lago Maggiore, il 7 gennaio 1950, a soli 52 anni, durante uno dei tanti viaggi.
Di fronte alla tomba si erge il cippo con busto dedicato all’intellettuale Cesare Montalti (Bacciolino di Mercato Saraceno 1770 – 1840), sacerdote, poeta e patriota, che visse a lungo a Cesena, ricoprendo incarichi pubblici nel periodo del governo napoleonico mentre subì emarginazione e censura nel periodo del governo papalino.
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