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Tomba Bufalini

14 - tomba Bufalini n. 11 – Porticato Nord

In questa cappella si conserva la memoria di Maurizio Bufalini, importante medico, scienziato e patriota a cui Cesena ha dedicato la statua più importante, quella che si erge davanti alla Biblioteca Malatestiana.

Il muro centrale è, tuttavia, occupato non dal medaglione e lapide di Maurizio ma da quelli del padre Iacopo, anch’egli medico, dedicati dalla moglie Maddalena Zambelli e dai cinque figli (Maurizio, Aloisio, Lazzaro, Marianna e Marta) al marito incomparabile e al carissimo padre.
Il medaglione di Iacopo è opera dello scultore fiorentino Aristodemo Costoli (Firenze 1803 – 1871), autore anche di quello di Giunia e del busto della contessa Anna Colombani, rispettivamente figlia e moglie in seconde nozze di Maurizio.
Il medaglione con il ritratto di Maurizio e la lapide che ne ricorda l’attività sono collocati sulla parete sinistra, opera di Leopoldo Costoli (Firenze 1850 - 1908), figlio di Aristodemo, mentre il busto del fratello Lazzaro è opera di Vittorio Rambelli (San Giovanni in Persiceto 1838 - Cesena nel 1908), scultore e pittore, firmato e datato Torino 1873.

Lazzaro, come riporta una lapide sulla parete sinistra a lui dedicata dalla vedova Merope Uccellini, insegnò diritto civile, canonico e penale e fu amatore sincero del bello del buono e del retto e autore di apprezzati testi legali. 
Nella parte inferiore della lapide di Maurizio è scolpito lo stemma “parlante” della famiglia: la testa di un bufalo sormontata da tre stelle. Tutte le opere sono in marmo.
Sono presenti lapidi che ricordano altri parenti e, sulla destra, in basso, quella dedicata al medico Vicino Pedrelli che si prodigò nell’assistenza agli ammalati durante la pandemia di colera che colpì Cesena nel 1855.

Maurizio Bufalini era nato a Cesena, il 4 giugno 1787, per diventare uno dei più importanti medici e scienziati del suo tempo.
Non fu solo uomo di scienza ma anche appassionato sostenitore dell’unità italiana e senatore del neonato Regno d’Italia, particolarmente impegnato nella formazione dei giovani.

Pur essendosi trasferito a Firenze, rimase sempre legato alla città natale dove volle essere sepolto.
Era tanto apprezzato che, il 26 ottobre 1857, mentre era ancora in vita, alcuni eminenti cesenati presentarono al gonfaloniere Michele Angelo Ghini la proposta di realizzare una statua in onore di Bufalini, definendolo lume principalissimo della medicina per ampie e stupende opere da Esso trattate, filosofo sommo, scrittore ornato, e uomo di altissime virtù, il cui nome per ciò suona già da una lunga pezza in tutte parti d’Europa, non che d’Italia.

Il monumento venne rinviato ma i cesenati vollero comunque onorare il loro illustre concittadino ancora in vita e, nel 1863, la Giunta municipale decise di intitolargli lo spazio davanti alla Malatestiana un tempo occupato dalla chiesa di San Francesco, adiacente all’abitazione in cui Bufalini era nato.

Dopo la sua morte, il 31 marzo 1875, a Firenze, il progetto della statua venne ripreso e, a seguito di pubblico concorso, fu affidato allo scultore fiorentino Cesare Zocchi che realizzò, in marmo bianco di Carrara, il monumento collocato al centro della piazza a lui intitolata, inaugurato solennemente sabato 31 marzo 1883, in occasione dell’ottavo anniversario della morte.

 

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