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Tomba Robusto Mori

11 – Tomba Robusto Mori n. 27 – Porticato Nord

Una delle figure più fulgide, nella storia della città, per competenza scientifica unita a sensibilità e impegno sociale fu quella del medico Robusto Mori, allievo prediletto di Maurizio Bufalini, nominato primario di Cesena a grandissima maggioranza del Consiglio comunale nella seduta del 24 settembre 1860, promotore di numerose iniziative a favore dell’igiene pubblica e delle persone più fragili e bisognose di assistenza.

Alla sua morte partì subito una pubblica sottoscrizione per un ricordo marmoreo che venne affidato allo scultore cesenate Tullo Golfarelli (Cesena, 1852 - Bologna, 1928).
Nel rilievo che simboleggia l’impegno medico e sociale di Mori, vediamo una Madre che affida il figlio ammalato alla Medicina.
Nella scultura, firmata da Golfarelli senza data, una vena realistica di impronta sociale è unita a forme eleganti tipiche del Liberty: una povera madre, seduta, sorregge sulle ginocchia il figlio nudo, magrissimo e prostrato dalla malattia e lo affida alla Medicina, in piedi, immagine potente e severa.
La madre e il bambino ammalato sono figure di un forte realismo mentre aggraziata e leggera appare la figura femminile, in secondo piano, che simboleggia la Carità e porta in una mano una spiga di grano per significare il sostentamento donato a chi ne ha bisogno. Un contrasto che non a tutti i critici piacque.

Mori, nato a Pescia, in provincia di Pistoia, il 19 giugno 1828, aveva combattuto a vent’anni nella Prima Guerra di Indipendenza, aveva studiato a Pisa e Firenze dove era stato allievo di Bufalini che lo considerava come un figlio, e, all’età di trentadue anni, si era trasferito a Cesena per assumere l’incarico di medico primario.
Nel 1869 gli veniva conferita la cittadinanza onoraria di Cesena.

Oltre alla qualità di medico, Mori si impegnò per migliorare la salute pubblica e per lunghi anni, con scritti ed esortazioni, cercò di richiamare gli amministratori alla cura dell’igiene pubblica.
Promosse, inoltre, alcune iniziative pubbliche di grande utilità: la Cucina economica rivolta alle persone bisognose di cibo e assistenza, il Comitato per i bambini scrofolosi che provvedeva a inviare al mare, nella stagione estiva, i bambini affetti da questo tipo di tubercolosi e il Patronato scolastico per aiutare gli studenti poveri.
Costituì anche un comitato della Croce Rossa di cui fu presidente.

Oltre agli impegni medici e filantropici, contribuì a promuovere la cultura cittadina svolgendo, su incarico del Consiglio comunale, il compito di vigilanza sulle scuole pubbliche e cooperando all’incremento della biblioteca comunale.
A questi impegni Mori dedicò tempo e denaro, con paziente determinazione, anche negli ultimi anni, quando la salute era divenuta più cagionevole.

Morì il 29 gennaio 1899 e i funerali, a cura del Municipio, vennero svolti in forma civile, secondo le volontà del defunto e senza discorsi, ma risultarono ugualmente solenni e imponenti per la presenza di numerose autorità e, soprattutto, di amici e cittadini.
Al passaggio del feretro la folla s’inchinava, commossa e reverente, gremite erano le finestre, la campana del Comune suonava lugubri rintocchi e tutte le botteghe erano chiuse e recavano la scritta Per lutto cittadino e anche Per la perdita dell’umanitario. 

 

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