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Tomba Pietro Bartoletti

04 - Tomba Pietro Bartoletti n. 58 – Porticato Nord

Al centro della cappella, eretto su un grande globo di marmo, sembra avanzare verso il visitatore la potente immagine di un energico anziano dalla barba fluente e dai piedi alati che impugna una lunga falce acuminata, come a voler tagliare ogni cosa davanti a sé.
L’uomo, carico d’anni eppure agile e vigoroso, è simbolo del Tempo che tutto consuma. Il grande globo su cui sono incisi i segni zodiacali, simbolo dell’universo, è avvolto da una schiera di anime che richiama quella dei lussuriosi nel canto V dell’Inferno dantesco, tra cui anche Paolo e Francesca che avanzano abbracciati. 

Nella parte inferiore del complesso monumento, una figura femminile che rappresenta la Terra appare dolorosamente abbandonata sopra una bara. E‘ questa la scultura più imponente del cimitero, notevole per la potenza delle immagini simboliche e la maestria dell’esecuzione.
Particolarmente felice risulta l’idea di realizzare in bronzo la statua del Tempo, creando un efficace contrasto con il bianco del marmo e conferendo alla possente figura scura un aspetto cupamente solenne. L’opera, firmata da Tullo Golfarelli (Cesena, 1852 - Bologna, 1928) e realizzata nel 1898, venne celebrata da Giovanni Pascoli con parole di elogio.

La tomba accoglie le spoglie di Pietro Bartoletti e di Lavinia Zazzeri i cui busti sono opera di Paolo Grilli (Cesena 1857 - Roma 1952). Accoglie anche i resti di tre fratelli precocemente deceduti per triplice olocausto: Enea Bartoletti rapito allo straziato affetto dei suoi il 19 giugno 1916 nel fiore dei suoi 14 anni, il tenente Pietro Bartoletti, caduto in battaglia sul monte San Marco presso Gorizia, il 24 maggio 1917, medaglia d’argento al valor militare e il sottotenente Antonio Bartoletti, morto all’ospedale di San Remo a 22 anni, l’8 febbraio 1918, in seguito a ferite di guerra.
Le tre lapidi sono opera di Tullo Golfarelli così come il bassorilievo in bronzo che sovrasta quella di Pietro e rappresenta un soldato disteso sopra una bara e, sullo sfondo, una Crocifissione.
Una tomba, dunque, in cui la potenza dell’Arte aiuta a ricordare il sacrificio di giovani vite nella tragedia immane della guerra.

 

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