Si
formò a bottega dal padre,
artigiano
del legno, e giovanissimo lavorò come falegname. Nel 1929 il poeta
Mario Rivosecchi, suo compaesano e amico di famiglia, convinse il
padre a farlo studiare a Roma, dove Pericle si trasferì nel 1930 e
dove frequentò la
Scuola libera del nudo all’Accademia
di Belle Arti.
Negli
anni Trenta e nell’ambito della Scuola
Romana
lavorò intensamente; ne sono il frutto opere come Ritratto
di Ungaretti,
Ragazzo
che ascolta,
l’Anita
in piedi.
Produsse
monumenti e grandi sculture fino agli anni Settanta e sperimentò
nuovi stili, mentre le sue sculture furono esposte in tutto il mondo,
dalla Germania al Giappone.
Vinse numerosi concorsi. Nel 1935 partecipò alla mostra parigina Art italien des XIX et XX siècles e fu invitato alla Biennale di Venezia. Con il denaro del premio vinto alla Quadriennale di Roma aprì uno studio in via Margutta, dove lavorò per il resto della sua vita.
Negli anni Quaranta fece brevi soggiorni in Dalmazia e il militare a Viterbo, espose accanto a Renato Guttuso, Giulio Turcato e Sante Monachesi e partecipò nel 1949 alla rassegna XX Century Italian art presso il Museo di Arte Moderna di New York.
Tra le sculture a tema sacro è possibile ammirare nella sala delle udienze in Vaticano la Resurrezione, opera di grandi dimensioni.
Il sito utilizza cookie tecnici o tecnologie simili necessari per funzionare correttamente.
Con il tuo consenso, vorremmo utilizzare anche cookie di profilazione (anche di terze parti) per finalità di marketing o per una migliore esperienza.
Se chiudi questo messaggio, tramite la X in alto a destra, accetti solo i cookie necessari.
Seleziona Gestisci Cookie per conoscere i cookie utilizzati e impostare i consensi. Consulta anche la nostra Privacy Policy.