Artista e scultore siciliano, si trasferì a Roma nel 1923, studiò presso le scuole serali di nudo all’Accademia inglese e frequentò il corso di scultura all’Accademia di Belle Arti di Perugia negli anni Trenta del Novecento. Esordì nel 1935 con la partecipazione alla XV Quadriennale di Roma, a cui seguirono le prime commissioni pubbliche.
Nel 1939 divenne professore di Plastica all’Istituto d’arte di Roma e nel 1960 insegnante di Scultura all’Accademia di Roma. Nel dopoguerra Mazzullo iniziò ad esporre in mostre personali e partecipò a numerose rassegne nazionali, come la Rassegna di arti figurative di Roma del 1948, la XXV Biennale di Venezia del 1950 e la VII Quadriennale di Roma del 1959.
Nel ventennio tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta lo stile di Mazzullo mutò dalla iniziale ricerca del vero e dei valori chiaroscurali delle opere degli esordi, alle influenze del verismo tramite un modellato nervoso e l’attenzione all’incidenza della luce e alla volumetria delle forme.
Si aprì poi alle tendenze internazionali valorizzando la forma umana e semplificando il soggetto, fino ad approdare al Neorealismo di ispirazione sociale di Guttuso.
In seguito approfondì lo studio del Dinamismo ed eliminò ogni fedeltà naturalistica a favore di un’immagine più sommaria, usando altri materiali come legno e pietra e mostrando figure appena abbozzate simili a ritrovamenti archeologici o fossili scolpiti dalla natura.
Il successo di Mazzullo divenne internazionale con la partecipazione all’ Exposition internationale du petit bronze di Parigi nel 1968 e con le mostre personali al Bauzentrum di Amburgo, al Musée Rodin di Parigi e al Cairo negli anni Settanta.
Nella seconda metà degli anni Settanta ritornò in Sicilia e utilizzò la pietra lavica e il granito per scolpire figure geometrizzanti e stilizzate, quasi astratte, memori della scomposizione cubista.