L'artista, formatosi presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna e di Venezia, si dedicò alla pittura solo nel primo trentennio del Novecento. La mostra a Cesena del 1923 al Palazzo del Ridotto, in cui espose Il pranzo dei poveri, lo consacrò quale esponente ufficiale dell'arte cesenate.
Il suo interesse per il realismo sociale lo portò a realizzare prevalentemente dipinti con soggetti tratti dall'osservazione della sua terra, quali colline e scorci di città e dei suoi abitanti.
Bagioli fu anche scenografo e cartellonista dal 1910 al 1920; in questa veste lavorò per le migliori compagnie liriche e drammatiche italiane e straniere.
Esordì nella pittura nel 1906 alla Mostra Nazionale delle Belle Arti di Milano col dipinto ad olio I tristi militari, ispirato dai versi de La Piada di Giovanni Pascoli. L’anno successivo espose a Forlì.
Tra il 1910 e il 1920 si concentrò sulla scenografia, sulla decorazione e sul cartellonismo; diventò celebre per il nuovo sipario del Teatro Bonci di Cesena nel quale era dipinta la fontana Masini troneggiante nella piazza e ricevette commissioni per la realizzazione di gigantesche scene dipinte da diverse compagnie italiane ed internazionali.
In quello stesso periodo decorò, assieme all’Ingegner Zavatti e al Professor Amaducci, il padiglione emiliano dell’esposizione di Roma.
Produsse cartelloni pubblicitari per la stagione balneare di Pesaro e per la città di Cesena.
Tornò a dipingere nel 1919 temi urbani in stile impressionista fino al 1923, maturando pennellate naturalistiche che caratterizzano la sua ultima produzione pittorica dal tema sociale e di paesaggio, di cui sono esempio le opere conservate in Pinacoteca.
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