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Gaspare Sacchi Imola, doc. dal 1509 al 1536

Figlio di Orso Sacchi, nel 1509, già insignito della qualifica di pittore, lavorò per Agostino Marti a Lucca; fu attivo a Bologna e a Castel San Pietro tra il 1518 e il 1519, dove dipinse la pala d’altare dedicata a Maria, i Santi Stefano, Pietro e Paolo.
Trasferitosi poi nel ravennate, per buona parte degli anni Venti del Cinquecento lavorò nella canonica di Porto e ricevette commissioni anche a Faenza, come la Madonna col Bambino, Santi e i committenti Carlo Bonaccorsi e la moglie per la chiesa di Santa Maria ad Nives.

Lavorò profusamente a Imola, dove si conservano come testimonianze lo Sposalizio della Vergine coi Santi Francesco, Domenico, Cassiano e Pier Crisologo per la chiesa di Santa Maria in Valverde e la Madonna e Santi Giacomo, Bernardo, Francesco e Antonio Abate in Pinacoteca. Nella sua opera si riconoscono evidenti influenze del raffaellismo di Innocenzo da Imola e della pittura toscana.

Dal 1528 al 1536 dipinse per l’Abbazia di Santa Maria del Monte di Cesena la Deposizione di Cristo dalla croce (oggi conservato in Pinacoteca) e la Sacra Famiglia coi Santi Giovannino, Maddalena, Girolamo e Benedetto (ancora collocato presso l’abbazia benedettina).

per saperne di più

Fonti:
Il Cinquecento a Cesena nel Settecento, a cura di ANNA COLOMBI FERRETTI, CLAUDIA PEDRINI, ANNA TAMBINI, Faenza 2015.
• GRANDI DINA, La pittura romagnola del Cinquecento e Gaspare Sacchi, tesi di laurea, a.a. 1989-1990.

Fonti Online:
Enciclopedia on line (Treccani)

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