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Il progetto definitivo del nuovo ospedale

  1. MASTERPLAN
  2. LO SCHEMA FUNZIONALE
  3. L'INSERIMENTO NEL CONTESTO URBANO E PAESAGGISTICO
  4. L'AREA PARCO
  5. LE CERTIFICAZIONE LEED, I REQUISITI DI EFFICIENZA ENERGETICA, I CRITERI AMBIENTALI MINIMI

MASTERPLAN

Il modello ospedaliero di progetto proposto, si traduce in un impianto tipologico a doppio pettine parzialmente asimmetrico, a geometrie ortogonali, innervato dall’asse distributivo centrale.
Le dimensioni planimetriche dell’impianto sono di circa m. 160 per m. 150.

Questo è collocato nell’area con l’asse centrale orientato secondo la direzione Nord-Sud ed è posizionato al centro immediatamente a Sud del Fosso Redichiaro IV e all’asse del decumano di via Sant’Agà.
Il posizionamento è ottimizzato per garantire spazio alle viabilità di accesso ed alle aree a parcheggi sui lati verso le strade perimetrali di via Moneta e Cerchia di Sant’Egidio, tenendo conto del perimetro frastagliato dell’area verso Sud e verso Ovest.

L’impianto, a doppio pettine, è orientato in modo tale da ubicare sul lato Ovest, più protetto rispetto alle strade ed ai parcheggi, i tre corpi delle degenze, mentre sul lato Est, verso le strade di accesso all’area, è collocato il sistema più articolato, nel quale sono posizionati gli ingressi (emergenze e atrio), costituito dai due corpi di fabbrica sovrapposti alla piastra e dal corpo destinato al padiglione di ingresso.

 
 
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LO SCHEMA FUNZIONALE

Lo schema funzionale scelto per il nuovo ospedale di Cesena trae fondamento dalla esperienza in hospital planning del gruppo di progettisti e dalla proficua collaborazione con il team tecnico, sanitario e amministrativo preposto a seguire l’iniziativa da parte della AUSL della Romagna.

L’assetto individuato consente una organizzazione funzionale estremamente semplice e di grande riconoscibilità: 
- al piano terra sono presenti le aree funzionali maggiormente complesse; 
- al primo piano le aree diurne, ambulatoriali e amministrative; 
- al secondo piano le degenze a maggiore intensità di cura; 
- al terzo piano il dipartimento materno infantile e le ulteriori degenze.

Ogni livello ha quindi una vocazione molto precisa.

 Punto di partenza dell’idea progettuale è stata la scelta di accorpare in un unico livello tutte le aree sanitarie necessarie ad affrontare l’emergenza e l’urgenza del paziente, così da ottenere un sistema in grado di affrontare tutte le criticità con una risposta immediata, coordinata e sicura.
Il piano terra si configura pertanto come il vero cuore pulsante dell’ospedale: pronto soccorso e medicina d’urgenza, diagnostica per immagini, endoscopia, radiologia interventistica e neuroradiologia, centro grandi ustionati e blocco operatorio sono raggruppati allo stesso livello, in base ai più corretti concetti di adiacenza, contiguità e prossimità.

Il blocco operatorio è a disposizione per l’attività chirurgica di urgenza e di elezione del Pronto Soccorso dell’ospedale, esclusa quella ostetrica e dei grandi ustionati, ed è dotato di 15 sale operatorie di cui 4 ibride. La vicinanza con il Pronto Soccorso permette un percorso veloce e sicuro del paziente che deve essere sottoposto in emergenza ad un intervento chirurgico ed offre ai chirurghi una opportunità di lavoro in sicurezza sui pazienti più critici ma in continuo e stretto contatto con tutti i professionisti dell’urgenza.

Questa configurazione mira a porre il paziente al centro rispondendo alle sue esigenze di cura e assistenza, assicurando percorsi brevi e diretti e garantendo tempestività e sicurezza nell’intervento.
Permette inoltre di centralizzare i poli che sono tradizionalmente un fiore all’occhiello dell’Ospedale di Cesena: neurologia, traumatologia e grandi ustionati.

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L'INSERIMENTO NEL CONTESTO URBANO E PAESAGGISTICO

Obiettivo del modello ospedaliero e dell’impianto insediativo è l’integrazione del complesso nel contesto urbano e paesaggistico, attraverso le seguenti principali modalità:

  • Morfologia della parte edificata e degli spazi aperti basata su geometrie ortogonali (cardo-decumaniche) che confermano l’impianto della rete stradale e la suddivisione del sistema fondiario storicamente determinato dalla centuriazione romana;
  • Caratterizzazione dell'ingresso al complesso ospedaliero come punto di relazione tra l’ospedale e gli spazi pubblici antistanti, organizzato tramite un sistema di spazi terrazzati su due livelli, collegati da rampe e scarpate inerbite e protetti da una grande pensilina che assume anche un ruolo di landmark territoriale;
  • Sviluppo della “Hospital Street”, allineata con il cardo, che consente un forte radicamento del nuovo edificio nell’impianto organizzativo della campagna circostante;
  • Contenimento dello sviluppo altimetrico del complesso (altezza massima di quattro piani fuori terra) e articolazione dei volumi della piastra e corpi di degenza, al fine di enfatizzare il ritmo di pieni e vuoti e ridurre l'impatto visivo del complesso;
  • Trattamento differenziato dei fronti del complesso edilizio, con il lato ovest verso l’edificato esistente caratterizzato dai corpi di degenza alternati a corti verdi che penetrano all’interno dell’ospedale e con il lato est a corpi terrazzati trattati come "piazza verde" con vista sulla parte non edificata dell’area e sulla campagna;
  • Continuità degli elementi del paesaggio all'interno del complesso ospedaliero in corrispondenza della “Hospital street”, delle corti alberate tra i corpi degenza e delle terrazze sul lato est;
  • Forte legame percettivo degli spazi aperti (viabilità, parcheggi, zone a parco, terrazzamenti di protezione visiva e acustica) realizzati seguendo le direttrici del cardo ritmate a richiamare la distribuzione dei filari e la suddivisione dei lotti agrari;
  • Trattamento differenziato delle aree esterne secondo una gerarchia funzionale (parcheggi, viabilità di accesso, piazze, aree di sosta, corti, giardino naturalistico) e un disegno coordinato degli elementi caratterizzanti (pensiline, volumi tecnici, trattamenti superficiali).
  • Bordatura del complesso ospedaliero con alberature di alto fusto a richiamare il modello delle case coloniche e ville esistenti protette e schermate dalla vegetazione.
  • Interconnessione con le infrastrutture ciclopedonali esistenti (sono state create reti e accessi diretti alle frazioni su via Cervese e su via S. Egidio e Villachiaviche, collegando le piste ciclopedonali di progetto alle esistenti).
  • Interconnessione con trasporti pubblici su gomma: sono state condivise con AMR le soluzioni per il trasporto pubblico all'interno del lotto di progetto, progettando un'area drop-off dedicata e prevedendo rotatorie dimensionate per i mezzi utilizzati per il trasporto pubblico. Attualmente non sono previste fermate lungo via Moneta. Le linee di trasporto pubblico fuori dal lotto di progetto saranno organizzate con AMR a margine della realizzazione del progetto del Nuovo Ospedale così da assimilare le necessità future. È stata comunque ipotizzata una deviazione delle linee bus per il collegamento con l'ospedale al centro urbano e alla stazione ferroviaria. Inoltre è stata condivisa dal Comune di Cesena l’ipotesi per una nuova fermata del trasporto pubblico locale (TPL) all’interno del lotto del nuovo ospedale.
 
 

L'AREA PARCO

Dal punto di vista delle “Opere a verde” l'intervento prevede diverse aree specificatamente dedicate.
La zona a Nord costituisce la vera e propria “area parco” del polo ospedaliero composta da vegetazione con funzione ambientale e naturalistica separata dal resto del complesso da via Sant’Agà che, in fase di esercizio, sarà dismessa per far posto alla viabilità di servizio.
A Sud di questa via sarà presente l’area presso cui la vegetazione avrà uno scopo funzionale e finalizzato alla mitigazione paesaggistica e climatica del contesto.
L’Area Parco costituisce il vero «polmone verde» della struttura ospedaliera e si estende per circa 53.120 mq ricomprendendo molteplici attività destinate alla cura, al relax, allo svago.

L’area è caratterizzata da:
Lo Sculpture garden 
Lo Sculpture garden si ispira al principio dell'«Arte come Cura» e della cura come Arte. L'intento è quello di valorizzare il principio della valenza terapeutica della bellezza, della cultura e dell'arte, con l'obiettivo di cambiare la qualità del tempo di attesa, e di rendere diversa l'accoglienza, consapevoli che l'umanizzazione degli spazi di cura fa sì che l'ambiente abbia un impatto positivo sulle persone e sulla salute.
Il parco dello Sculpture garden sarà attrezzato con percorsi fruitivi, vegetazione arbustiva e arborea e aree destinate all'installazione delle sculture o delle opere d'arte in genere.
Lo sculpture garden viene inoltre pensato come “un giardino in movimento” per il quale verranno adottate azioni di controllo e di facilitazione dell'evoluzione spontanea della vegetazione

L’Healing garden
L'area destinata a Parco Terapeutico si ispira al principio dell'uso passivo o attivo del verde, della vegetazione e degli spazi attrezzati, la natura diventa un ausilio alle terapie convenzionali per il raggiungimento di uno stato di benessere fisico, psichico ed emozionale. La finalità del parco terapeutico è quella di far fare attività riabilitative e ludiche attraverso un percorso costituito da: vialetti, sedute, aree fiorate e specifiche attrezzature

Il Giardino ludico e psichiatrico 
Il giardino ludico è stato ideato come «giardino dell'accoglienza» ed è caratterizzato ha da aree di relax e di rigenerazione, di fruibilità e spazi ludici.
Il giardino sarà dotato di attrezzature ludiche, per il gioco dove i bambini e i ragazzi ricoverati nei reparti pediatrici (e non) potranno stare in mezzo alla natura e godere dei benefici che piante, fiori ed erbe aromatiche potranno loro donare. Saranno previsti dei pattern con pavimentazione antitrauma e giochi per bambini immersi nel verde. Il giardino ludico avrà una funzione prevalentemente ricreativa essendo accessibile, attrezzato e fruibile da utenti e personale ospedaliero, è un'area ove i visitatori, potranno trascorre del tempo libero usufruendo delle attrezzature presenti potendo anche essere a contatto con i pazienti che utilizzano l'Healing garden.
A nord dell'edificio principale è prevista la realizzazione di un giardino psichiatrico.
Qui gli ospiti dell'omonimo reparto potranno godere di un ambiente colorato in primavera e arioso in estate, con la possibilità di fare attività motorie all'aperto. È un'area attrezzata accessibile ai degenti oltre che al personale medico.

Una trama di percorsi di vario ordine e dimensione connette i differenti ambiti, conferendo allo spazio verde la potenzialità di essere sia vissuto come un unico grande parco che all’occorrenza distinto in ambiti differenziati funzionalmente.


L’Area Parco presenterà dal punto di vista vegetazionale una struttura biplana articolata da uno strato arboreo ed uno arbustivo.
La fascia Nord di confine sarà composta da aceri, tigli e altre specie arbustive ed avrà una funzione tecnica di mascheramento acustico e visivo a protezione dello “sculpture garden” che sarà caratterizzato da una alta fruibilità da parte di visitatori e degenti.
Nelle aree verdi a stretto contatto con il complesso edificato invece prevale l’obiettivo funzionale, tecnico, paesaggistico e ornamentale della vegetazione capace di creare un ambiente calmo e visualmente rilassante. Sono state collocate delle aiuole limitrofe ai boschetti richiamanti l’estetica e le sensazioni olfattive degli ambienti appenninici e del mediterraneo.
Stessa configurazione è stata ripetuta nel lato Ovest presso le aiuole antistanti il fabbricato. In questo settore queste ultime, di forma rettangolare, si arricchiscono anche di lavanda e ilatro, valorizzando ancora una volta, gli aspetti scenografici dell’habitus vegetativo e le sensazioni odorose promanate da queste specie.
La scelta della vegetazione si è rivolta in prevalenza verso specie autoctone, nel rispetto della vegetazione arborea di pianura costituita da querce, aceri, frassini, tigli, olmi alla quale affiancare specie sempreverdi adattate e largamente diffuse e con ridottissime esigenze quali il leccio.
Le diverse zone del progetto sono state definite anche con l’ausilio di ecotoni (ecosistemi di margine tra ecotopi diversi) che possiedono sia effetti ecologici che implicazioni percettive.

 
 
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LE CERTIFICAZIONE LEED, I REQUISITI DI EFFICIENZA ENERGETICA, I CRITERI AMBIENTALI MINIMI

Il protocollo LEED® “Leadership in Energy and Environmental Design” è un sistema di certificazione del livello di sostenibilità degli edifici, che nasce su base volontaria negli Stati Uniti, ad opera di una associazione no profit denominata U.S. Green Building Council, ed è oggi diffuso e utilizzato in oltre 140 Paesi al mondo.
Gli standard LEED® indicano i requisiti per progettare, costruire e gestire edifici secondo le istanze della sostenibilità ambientale riconoscendo le prestazioni degli edifici in settori chiave, quali il risparmio energetico e idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse impiegati, il progetto e la scelta del sito
Il sistema di certificazione LEED® permette di valutare la strategia che ottimizza il rapporto fra edificio ed ambiente circostante.
La Certificazione prevede quattro livelli di certificazione: Certified, Silver, Gold e Platinum.

Il nuovo ospedale di Cesena mira ad ottenere la certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) di livello GOLD.
Le principali prestazioni energetiche e di sostenibilità del nuovo polo sono tali da mirare al conseguimento del raggiungimento di elevati standard di efficienza energetica e ambientale come edificio NZEB “Nearly Zero Energy Building”, con una percentuale di copertura del fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale, estiva e per la produzione di acqua calda sanitaria in misura non inferiore al 65%, di copertura di energia elettrica da fotovoltaico in misura non inferiore ai 55W/mq x S, con S equivalente alla superficie in pianta dell’edificio al livello del terreno ovvero la proiezione al suolo della sagoma dell’edificio, misurata in mq.

Dal punto di vista del fabbisogno energetico complessivo, l’edificio è in larga parte coperto da impianti di ultima generazione a fonti rinnovabili o da sistemi alternativi a recupero da energia solare fotovoltaica per la produzione di energia elettrica, energia aerotermica da pompe di calore per produzione acqua calda bassa temperatura, energia aerotermica da pompe di calore per la produzione di acqua calda ad alta temperatura ed energia di recupero dai sottosistemi di generazione (fumi, MCI, similari).

Dal punto di vista dei CAM, il nuovo ospedale di Cesena risponde a quanto previsto dal Decreto Ministeriale del 23/06/2022 pubblicato in GU il 06/08/2022 sull’impiego di Criteri Ambientali Minimi, dall'affidamento dei servizi di progettazione alla realizzazione dei lavori per la nuova costruzione.

In particolare si prevede:

  • la copertura dei fabbisogni energetici relativi alle aree di intervento
  • attraverso l’uso di fonti rinnovabile da installare sulle coperture dei corpi di fabbrica;
  • l’impiego di sistemi per il risparmio idrico;
  • l’impiego di materiali con contenuto di riciclato non inferiore alle % richieste da dimostrarsi tramite dichiarazione ambientale di tipo III (UNI EN 15804);
  • la realizzazione, ove possibile, di tetti verdi e installazione di guaine cool roof con elevato SRI;
  • l’impiego di specie arboree e arbustive da mettere a dimora in funzione dell’assorbimento delle sostanze inquinanti. 

Il progetto prevede l'installazione di un ampio campo fotovoltaico in linea con le nuove indicazioni da normativa italiana, con una potenza nominale superiore al 1,7MW.

 
 
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