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Abbattere il divario digitale e tutelare l’ambiente, per i prossimi tre anni il progetto Trashware sarà coordinato dall’associazione studentesca S.P.R.I.Te

Favorire la diffusione di strumentazione informatica fra studenti, famiglie e tutti coloro che ne necessitano, da utilizzarsi anche per la didattica a distanza e garantire la riduzione dell’impatto ambientale recuperando dispositivi non più utilizzati e valorizzando la capacità progettuale dei giovani del territorio.

Sono questi i due punti su cui si basa il progetto “Trashware” la cui gestione è stata affidata nuovamente all’Associazione studentesca S.P.R.I.Te. – Studenti Polo Romagnolo in Informatica e Tecnologie. La realtà studentesca si è quindi “aggiudicata”, per i prossimi tre anni, la concessione ad uso gratuito degli spazi di Via Chiaramonti 46 per la realizzazione del progetto nato nel 2010 e che si basa sull’inclusione digitale, ottenendo inoltre un contributo (comunale e di Hera) di 10 mila euro annuali. 

“Oggi più che mai – commenta l’Assessora alla Ricerca e all’Università Francesca Lucchi – abbattere il divario digitale è una priorità e rappresenta una risposta efficace all’attuale momento storico che richiede una presenza costante e quotidiana di dispositivi tecnologici per poter svolgere con facilità e senza criticità le nostre attività, di studio e lavorative. Auguriamo pertanto all’Associazione studentesca S.P.R.I.Te. un buon proseguimento di lavoro.
Lanciato d’accordo con Hera e con il Campus cesenate, ‘Trashware’ in questi dieci anni ha raccolto risultati soddisfacenti sia guardando alla riduzione dei rifiuti e a una complessiva tutela dell’ambiente, sia in riferimento al numero di personal computer rigenerati che sono stati donati a scuole, enti e privati cittadini.
Ad oggi, come ribadito in questi mesi particolari in cui abbiamo rivolto un appello alla comunità al fine di reperire dispositivi non utilizzati da donare alle famiglie più in difficoltà, ‘trashware’ resta un progetto innovativo realizzato da un ridotto numero di realtà nel panorama nazionale e, in un momento in cui è quanto mai necessario abbattere il divario operando in un’ottica di soccorso digitale soprattutto in riferimento alla didattica a distanza, assume particolare importanza sul nostro territorio”. 

“In questi mesi – prosegue l’Assessora – abbiamo cercato di colmare il divario digitale tra chi ha accesso alle tecnologie e chi no, garantendo a tutti gli studenti il diritto allo studio tramite la didattica a distanza che ormai dalla scorsa primavera per molti studenti sostituisce interamente la presenza in classe. 
In questo percorso si inserisce l’iniziativa della regione Emilia-Romagna che ha destinato all’Unione dei Comuni della Valle del Savio un pacchetto di 114.129 mila euro (per un totale di oltre 300 voucher erogati) per l’acquisto di pc portatili, tablet e per la connettività, finalizzata a dare una risposta rapida, chiara ed efficace all’esigenza emersa in piena emergenza e per sostenere la riqualificazione del sistema educativo di istruzione e formazione favorendo, da un lato, le opportunità di apprendimento dei bambini e dei giovani, e contrastando, dall’altro, il divario digitale delle famiglie.
Inoltre, in questi giorni si è concluso un percorso didattico di fondamentale importanza per i nostri studenti finalizzato ad avvicinare i ragazzi e le ragazze alla scienza informatica. Insieme all’UniBo, rappresentata dalla docente Antonella Carbonaro del Corso di Laurea di Ingegneria e Scienze Informatica del Campus di Cesena, e al Dirigente della scuola “Viale della Resistenza” Marco Ruscelli, abbiamo coinvolto 10 classi terze nel progetto ‘Ti vedo digital: Intelligenza Artificiale e didattica a distanza’, finanziato dal Ministero delle Pari Opportunità che, senza dubbio, è servito ai ragazzi per prepararsi a un nuovo ipotetico periodo di sospensione delle lezioni in presenza”.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



Data Ultima Modifica:
22 Dicembre 2020

Data di Pubblicazione:
22 Dicembre 2020

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