Lotta allo spreco alimentare: la risposta dell’Assessora Lucchi all’interpellanza del Consigliere Sebastiano Castellucci
Si trasmette il testo della risposta che l’Assessora ai alle Politiche ambientali ha fornito nel corso del Consiglio comunale all’interpellanza del consigliere Sebastiano Castellucci (Pd) in merito alle politiche attuate dal Comune di Cesena contro lo spreco alimentare .
Di seguito il testo della risposta
Caro Consigliere,
il tema dello spreco alimentare è di grande importanza che va trattato sotto vari punti di vista. Da un lato, troviamo la filiera dell’agroalimentare e la riduzione degli scarti, che non riguarda solo le imprese, ma anche tutti noi come consumatori consapevoli, in grado di scegliere prodotti di stagione e produzioni locali. La valorizzazione della filiera produttiva locale, anche come strumento per la riduzione degli sprechi, oltre che come opportunità occupazionale, è stato uno degli obiettivi del progetto europeo AgriUrban, che, tra i risultati, ha portato allo sviluppo di una mappa online dei piccoli / medi produttori agricoli, che vendono a domicilio i loro prodotti, riducendo così sprechi e scarti, oltre che accorciare la filiera produttore / consumatore.La seconda prospettiva per trattare il tema va nella direzione della riduzione dello spreco a partire dal modo di consumare il cibo, incentivando a buttarne via sempre meno, acquistando e consumando in modo responsabile. Su questo fronte evidenzio tre progetti sviluppati.
Qui spreco zero
Il progetto, avviato nel 2017, riguarda attività di riduzione degli sprechi alimentari nei ristoranti attraverso l’attivazione della rete “Qui spreco zero”.L’obiettivo del progetto è di incentivare i clienti a portare a casa il cibo avanzato. Ogni ristorante aderente ha ricevuto materiale informativo per i clienti e per le cucine, oltre a contenitori e sacchetti con i loghi del progetto. Vetrofanie sono state fornite, per rendere evidenza al cliente della partecipazione del ristorante al progetto. In ogni attività si sono svolti brevi incontri di formazione del personale. È stato attivato un profilo facebook e mappa interattiva (pubblicata online) dell’iniziativa che indica i ristoranti aderenti.Il primo anno di attività, che ha coinvolto 30 ristoranti, ha visto l’utilizzo di 4233 “kit antispreco”, che corrispondono a oltre 2 tonnellate di cibo non gettato. Il secondo anno, i kit (sacchetto e vaschetta) sono stati forniti a 12 nuovi ristoranti, confermando le azioni di comunicazione sui precedenti 30. I risultati numerici del progetto sono confrontabili con il primo anno di attività, utilizzando 4840 kit, che corrispondono a 2,2 tonnellate di cibo.Inoltre, al fine di ridurre ulteriormente i volumi di rifiuto organico, 3 ristoranti in aree rurali hanno attivato anche il compostaggio domestico.
Che cavolo Mangi
L’obiettivo del progetto (che nasce come comunale, ma è ora diventato una buona pratica a livello regionale) è rendere consapevoli sulle opportunità legate alla lotta allo spreco alimentare, lavorando con scuole, famiglie, fattorie didattiche, consumatori. Le attività sono suddivise in due fasi sostanziali, la prima riguarda un percorso educativo, che è andato ad avvicinare bambini e adulti all’agricoltura, facendo conoscere il territorio, i gusti e le tradizioni, con l’obiettivo di diventare consapevoli, acquisendo responsabilità nei confronti delle scelte legate al cibo. 10 classi hanno partecipato a laboratori didattici ed evento finale dedicato alla città è stato realizzato a maggio, vedendo anche la realizzazione di uno spettacolo teatrale a tema.Seconda azione del progetto riguarda l’incontro tra ristoranti ed agricoltori. Il progetto ha voluto essere un punto di incontro tra i progetti “AgriUrban” e “Che Cavolo Mangi”, non solo come integrazione tra mappe interattive, ma facendo conoscere ristoratori e produttori, in ottica di incentivo alla collaborazione e conoscenza tra le due filiere.
Ripensa la mensa
Si tratta di un progetto nato nel 2018, che agisce sul concetto di mensa scolastica sostenibile, educativa ed a basso impatto ambientale. Il progetto pertanto si è dato l’obiettivo di sensibilizzare alunni, insegnanti, operatori e famiglie sulla questione ambientale; fornire agli alunni pasti nutrizionalmente validi e preparati con ingredienti biologici; sostenere l’autonomia dei bambini attraverso comportamenti attivi e partecipativi e riducendo gli scarti alimentari nelle mense scolastiche.Sono state coinvolte 4 scuole dotate di self-service, per un totale di 51 classi e 1.000 bambini coinvolti:• Scuola Primaria - Torre del Moro: 16 classi con 357 bambini
• Scuola Primaria - “Carducci”: 15 classi con 257 bambini;
• Scuola Primaria - “Don Baronio” di Ponte Abbadesse: 10 classi con 217 bambini,
• Scuola Primaria - “Fiorita”: 10 classi con 170 bambini,Alle classi è stato illustrato il processo di preparazione del pranzo, dalle materie prime fino al loro utilizzo nella cucina della scuola, sensibilizzando gli alunni sulla necessità di ridurre lo spreco alimentare in mensa.Gli alunni sono quindi stati coinvolti nella differenziazione degli scarti in primo, secondo e contorno, con il sostegno di insegnati e collaboratori scolastici, e la predisposizione di apposito materiale illustrativo. Gli scarti sono stati pesati giornalmente in modo da valutare nello specifico il gradimento delle diverse pietanze servite, al fine di tarare meglio quantitativi e menù.
I dati sono ora in fase di elaborazione e analisi.Parte del progetto è rappresentato anche dalla collocazione di compostiere a scuola, per l'autosmaltimento di parte dei rifiuti organici, quale esempio educativo per i bambini e le loro famiglie. Il filo conduttore di tutte le attività svolte risiede nel valore dell’educazione e della consapevolezza.
A partire da quanto fatto, credo che si possano immaginare numerosi sviluppi e stimoli, che guidino una continua ricerca di responsabilizzazione verso un tema le cui ricadute hanno valenza sul lato ambientale, economico, ma anche sociale.
Data Ultima Modifica:
01 Febbraio 2019
Data di Pubblicazione:
31 Gennaio 2019
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