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Nota congiunta dei soci sul fallimento Sapro

hanno emesso dopo la decisione assunta dal tribunale di Forlì di decretare il fallimento della società

Il Tribunale di Forlì  ha decretato il fallimento di S.A.PRO. S.p.A., Società per lo sviluppo delle attività produttive della Provincia di Forlì-Cesena, attiva dal 1995 a seguito della trasformazione dell'ex Consorzio Provinciale per lo Sviluppo Industriale dei Comprensori di Forlì e di Cesena, costituito nel 1969 con lo scopo di favorire lo sviluppo economico ed imprenditoriale della Provincia di Forlì-Cesena.
 
Ripercorrendo i fatti dal giugno del 2009, sottolineiamo come gli enti soci abbiano operato con convinzione e con impegno per far uscire la società dalla fase critica e per raggiungere l'obiettivo del risanamento della società stessa:
 
·       la società manifestava già nel corso del 2009 una crescente tensione finanziaria, acuitasi a seguito dei riflessi della crisi generale e di quella di settore;

·  fin dall'insediamento nel giugno 2009, le nuove Amministrazioni comunali di Cesena e di Forlì, l'Amministrazione Provinciale e la Camera di Commercio si sono confrontate tra loro, con gli altri soci e con il consiglio di amministrazione di Sapro, nominato dal 2008, per affrontare in modo adeguato le difficoltà economiche della società;

· già nella prima assemblea, svoltasi il 30 giugno 2009, avevano  sottolineato, come fosse indispensabile un'attenta verifica dell'attività e della missione di Sapro, per individuare un percorso chiaro e trasparente da proporre in tempi stretti; a quella richiesta ha fatto seguito, un mese dopo, un incontro in cui i vertici di Sapro hanno illustrato ai soci i dati sul patrimonio immobiliare e le opzioni strategiche per definire il risanamento, a cominciare dall'affidamento di un incarico ad un advisor;

· nei mesi successivi, in varie occasioni, gli enti soci hanno ribadito la necessità di predisporre con celerità il piano di risanamento, dando indicazioni chiare al riguardo, con una lettera inviata a settembre agli amministratori di Sapro, e intervendo all'assemblea dei soci del 5 ottobre 2009;

· il piano industriale è stato presentato all'assemblea a metà dicembre 2009, e in quel frangente tutti i soci hanno presentato un documento in cui hanno espresso l'urgenza di avviare una nuova fase, caratterizzata da una rinnovata mission della società, da un nuovo assetto di governance interna, dal coinvolgimento degli enti soci, del sistema delle imprese e degli istituti di credito;

· il 20 gennaio 2010, si è svolto il primo incontro dei soci di Sapro con la Sinloc spa, società di consulenza di Padova individuata dal cda quale advisor, che ha illustrato le linee guida del programma di risanamento;

· nel marzo 2010 il Pubblico Ministero ha presentato istanza di fallimento; 

· il 15 marzo si è tenuto un incontro con i rappresentanti del ceto bancario in cui si è delineata una possibile road map per il salvataggio della società;

· il 2 aprile 2010  ha avuto luogo  l'assemblea per informare i soci del piano industriale predisposto da Sinloc, in questa  i  medesimi si erano riservati, con dichiarazione a verbale,  di presentarne le risultanze ai competenti organi;
· il 30 aprile 2010 si è tenuta l'assemblea di approvazione del bilancio 2009 in cui i soci hanno chiesto al CdA la produzione di tutte le informazioni e verifiche per accertare le ragioni che hanno portato la società nella situazione attuale;

· nel maggio 2010 è stato firmato da tutti gli istituti di credito e dai creditori commerciali, rappresentanti complessivamente il 92% della massa debitoria di Sapro, il primo accordo di ristrutturazione del debito;

· il Consiglio di Amministrazione di S.A.PRO S.p.A., a seguito delle dimissioni dei componenti, è stato rinnovato all'unanimità il 24 maggio nelle persone di dirigenti particolarmente qualificati appartenenti ai tre maggiori enti proprietari: Comune di Forlì, Comune di Cesena, Provincia di Forlì-Cesena; essi hanno avuto il compito di gestire la particolare situazione di crisi di S.A.PRO S.p.A. da un punto di vista specificamente tecnico;

· il 10 luglio scorso il Tribunale Civile di Forlì ha respinto l'istanza di omologazione dell'accordo di ristrutturazione del debito ex art. 182 bis della Legge Fallimentare stipulato con il 92% dei creditori;

· anche nelle assemblee del 20 luglio, del 2 e  del 5 agosto, i soci hanno espresso l'indirizzo di ricercare ogni utile soluzione alla crisi economico-finanziaria in particolar modo con l'accordo ed il coinvolgimento del sistema degli istituti di credito;

· tra il nuovo organo amministrativo della società e gli istituti bancari creditori vi sono stati ripetuti contatti: si è  tenuto un incontro il 23 luglio con la presenza dei soci e dei Sindaci Revisori di Sapro spa e dei rappresentanti dei principali istituti creditori (Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna, Cassa di Risparmio di Cesena, Cassa di Risparmio di Ravenna, BPER e Banca di Forlì BCC), in cui si è verificata la disponibilità alla realizzazione di un nuovo piano di ristrutturazione del debito adeguato e risolutivo da presentare urgentemente al Tribunale, si è concordata la modalità per l'erogazione di un prestito ponte urgente per le immediate necessità della società in modo da sopperire alla mancanza di liquidità immediata;

· le linee guida per il nuovo piano sono state poi elaborate nei seguenti termini: messa in liquidazione della società; separazione dei debiti bancari dagli altri debiti, prevedendo che solo quelli bancari avrebbero fatto parte del piano di ristrutturazione; il fabbisogno finanziario necessario alla completa estinzione dei debiti diversi sarebbe stato coperto dalle banche creditrici, prevedendone la prededucibilità consentita dal nuovo art. 182 quater della L.F. introdotto dalla L 122/2010; vendita delle aree alle migliori condizioni di mercato con procedure trasparenti e competitive sotto il controllo dei creditori;  crediti bancari  trattati secondo le regole concorsuali; all'esito delle vendite delle aree disponibili le somme mancanti al saldo sarebbero state oggetto di rinuncia da parte dei creditori;

· nonostante lo scambio di lettere concordato tra il 4 e il 6 agosto con gli istituti di credito per la concessione di un prestito ponte necessario per la liquidità urgente della società,  il prestito non è mai stato concesso;

· il 14 settembre scorso l'organo amministrativo della società ha illustrato le linee guida alle banche creditrici e tale documento non ha incontrato il consenso degli istituti bancari;

· considerata la relazione sulla situazione patrimoniale ad agosto 2010, in cui si rilevava la prolungata non operatività della società  con una perdita infrannuale che ha determinato una riduzione del patrimonio netto al di sotto del minimo previsto dalla legge per le società per azioni (dovuta principalmente agli interessi bancari che al 31 agosto ammontavano ad € 2.852.973), nell'assemblea straordinaria del 1 ottobre 2010 i soci hanno deliberato la messa in liquidazione della società e nominato la liquidatrice,  dott.sa Lea Mazzotti, riconoscendone l'adeguato livello professionale;

· sin dal suo insediamento la liquidatrice ha messo in atto tutto quanto necessario per tutelare il patrimonio societario e per presentare al Tribunale un nuovo piano di ristrutturazione dei debiti ex art.182-bis L.F. o in alternativa  una domanda di concordato preventivo con cessione dei beni ai creditori , incontrando più volte sia i soci che gli istituti di credito;

· al  fine della predisposizione del piano, sono stati confermati gli incarichi professionali già conferiti dall'ultimo consiglio di amministrazione, per procedere alla revisione dei conti di S.A.PRO. ed alla definizione precisa del passivo, nonchè per stimare in modo obiettivo e prudenziale il valore effettivo delle aree immobiliari;

·  in data 26 ottobre la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Forlì ha notificato a S.A.PRO. spa una nuova istanza di fallimento. La nuova udienza si è tenuta il 16 novembre;

· la liquidatrice ha richiesto agli istituti bancari la rinuncia agli interessi sui rispettivi crediti almeno a partire dalla messa in liquidazione della società (1 ottobre 2010), avendo risposta positiva solo da parte di alcuni di essi;

· nel termine accordato dal giudice nell'udienza conclusiva sull'istanza di fallimento del 16 novembre, dopo una disponibilità di massima pervenuta da alcuni istituti di credito, la liquidatrice ha predisposto un documento con i punti schematici essenziali di un nuovo accordo con le banche, da presentare unitamente alla memoria conclusiva, tutto ciò finalizzato al perfezionamento di un nuovo piano di ristrutturazione del debito;

· da parte loro gli enti soci, ciascuno con le possibilità di impegno offerte ed ammesse loro dalle funzioni, dal ruolo e dall'ordinamento giuridico, hanno percorso tutte le strade praticabili;

· l'impegno di tutti i soci pubblici è stato comunque intenso e compatto durante tutte le fasi interessate dall'azione della Procura, e tale da assicurare la piena trasparenza degli atti e la completa informazione delle rispettive rappresentanze e dell'opinione pubblica.
 
Va inoltre ricordato che i soci già nell'assemblea del 20 luglio 2010 avevano dato mandato di verificare la sussistenza delle condizioni per ogni possibile azione di responsabilità verso i precedenti amministratori e sindaci e, naturalmente, continueranno a perseguire questo intento soprattutto nell'attuale fase fallimentare.
 
Dal momento in cui sono entrate nelle proprie funzioni, le amministrazioni socie hanno doverosamente tenuto costantemente informati gli organismi consiliari (Capigruppo, Commissioni, Consigli) di quanto avvenuto alla società Sapro Spa, fino ai recenti ultimi avvenimenti ed hanno attentamente monitorato la società in quest'ultimo, critico, anno e mezzo, con totale spirito di trasparenza.
 
I soci manifestano una grande preoccupazione per le conseguenze negative che il fallimento di Sapro provocherà sul nostro sistema produttivo e sul livello occupazionale del nostro territorio, in particolare per le imprese che hanno crediti da riscuotere, per le imprese che hanno acquistato terreni e sono soggette al rischio di revocatorie, per le imprese che hanno progetti di insediamento in corso e per quelle che subiranno forti ritardi nella realizzazione dei loro piani industriali.
Ricadute negative vi saranno anche sul sistema degli istituti di credito coinvolti. In particolare dispiace notare come le disponibilità dimostrate dalle banche siano state evidentemente diverse tra di loro mostrando valutazioni diverse sul futuro di Sapro e sulle conseguenze negative per l'economia della provincia di Forlì-Cesena.
 
Comune di Cesena     Comune di Forlì     Provincia di Forlì-Cesena
Camera di Commercio IAA di Forlì-Cesena   Comune di Forlimpopoli
Comune di Bertinoro    Comune di S.Sofia   Comune di Galeata

 

Ufficio stampa
Federica Bianchi

 
 
 
 
 
 
 

Data Ultima Modifica:
07 Ottobre 2016

Data di Pubblicazione:
07 Dicembre 2010

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