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Fine d’anno proiettata verso il futuro.

Il Sindaco Lucchi mette a fuoco i principali impegni per il 2018

Il volto fisico di Cesena

Inaugurazioni previste nel 2018

- Palestra di San Giorgio (2.0000.000 euro);
- Piazza della Libertà  (3.400.000 euro, compresa area ludica);
- Nuova sede Polizia municipale (1.200.000 euro);
- Videosorveglianza, 1° lotto (2.000.000 euro);
- Parco Novello (2.000.000 euro);
- Casa Bufalini (2.000.000 euro);
- adeguamento Orogel Stadium Dino Manuzzi per Campionati europei under 21 del 2019 (2.000.000 euro);
 - sistemazione solaio Piscina comunale  (280.000);
- Palestra di San Carlo (145.000 euro).
Per un totale di 15.025.000 euro
 
A queste si aggiunge il Campus universitario, sedi di Architettura ed Ingegneria (30.000.000 euro)

Lavori che inizieranno nel 2018
- Terzo lotto Biblioteca Malatestiana (2.950.000 euro);
- Scuola elementare Martorano (1.200.000 euro);
- Scuola elementare Fiorita (930.000 euro);
- Scuola materna  S. Mauro (400.000 euro);
- Scuola materna Macerone (400.000 euro);
- Ex Conad Ponte Abbadesse per ampliamento sede Quartiere Cesuola (550.000 euro);
- Videosorveglianza, 2° lotto (1.000.000 euro);
- Manutenzione impianti sportivi (400.000 euro): prevista la riqualificazione di 13 impianti sportivi cittadini;

Progetti partecipati 2017 (1.000.000. euro): si metterà mano ai 31 progetti scaturiti da Carta
Bianca per il bilancio  2017, che vide la partecipazione al voto di 3.074 cesenati. Nello specifico 545.000 euro serviranno per interventi su strade e viabilità, 70.000 per illuminazione pubblica e 385.000 per aree verdi e parchi pubblici.

- Progetti di quartiere 2017(650.000 euro, di cui 300.000 euro per strade e viabilità, 200.000 per l’abbattimento di barriere architettoniche e 100.000 euro per aree verdi e parchi pubblici)

- Manutenzioni verde e scuole (500.000 euro);
- Palazzo Guidi, intervento sul cortile interno (50.000 euro);
- 8 alloggi Acer via Parini (1.100.000 euro);
 - Riqualificazione Via Emilia, 2° lotto (1.500.000 euro);
 - Frane di Montebellino e San Mamante (400.000 euro);
 - Ponte rio Taverna (50.000 euro);
 - Manutenzioni strade diffuse nella città (2.500.000 euro)
 
Per un totale di 15.480.000 euro

Accanto a questi vanno considerati anche i lavori per la nuova Caserma dei Carabinieri nell’area Montefiore
(5.500.000 euro)
 
 Progettazioni previste
-  “Tre piazze” (3.300.000 euro);
-  Rotonda Borgo Paglia (1.000.000 euro);
-  1° lotto ciclovia del Savio (600.000 euro);
-  Progetti partecipati 2018  (2.000.000 euro).

Totale  6.900.000 euro
 
- Nuovo Ospedale di Cesena (150.000.000 euro)
- Studentato del Campus universitario e sede di Psicologia (20.000.000 euro, 7.000.000 dei quali a carico del Comune di Cesena)

Complessivamente, nel 2018 a Cesena si  inaugureranno opere pubbliche per 45,025 milioni di euro; si avvieranno cantieri per 20,98 milioni di euro;  si progetteranno opere pubbliche per 186,9 milioni di euro.

Il volto morale e valoriale di Cesena
In questi anni di infinita crisi economica, il nostro Paese ed anche la nostra città, sono radicalmente cambiati. In peggio, purtroppo, acuendo le distanze tra chi è in grado di tratteggiare con precisione una traiettoria di vita dignitosa e chi,
invece, non può più farlo.
Alcuni dati locali nazionali e locali, esplicitano al meglio la crudezza della situazione attuale.
Cesena: La rete dei servizi sociali di Cesena ha in carico (dati 2016):

 - 1.947 famiglie (erano 800 nel 2007);
 - 748 bambini;
 - 631 persone con disabilità (di cui 111 bambini);
 - 2.517 anziani.
Il totale è quindi di 5.843 persone

Italia:
Nella sua ultima rilevazione, l’Istat ha individuato in Italia 4.742.000 persone in stato di povertà assoluta (il
6,3% degli italiani, quindi). Un dato altissimo, in  costante aumento. Ma, oltre a questo, moltissimi italiani sono in stato di difficoltà e individuano come bloccato “l’ascensore sociale”. Infatti (dati SWG maggio 2017) il 41% degli italiani la propria situazione peggiorata (sia provenendo dai ceti alti e vedendosi ormai collocati tra i ceti medi, che
vedendosi passare dai ceti medi a quelli fragili o da quelli fragili a quelli marginali).
 
La nostra Provincia: In questo quadro, la nostra realtà provinciale tiene meglio, se è vero che molti dati “sociali” (disoccupazione, migrazione ospedaliera, consumo di medicinali, per esempio) ci collocano in una posizione di privilegio su base nazionale. La stessa è garantita sia dalla tenuta dei servizi pubblici, che dalla “rete” costruita con il nostro ricchissimo mondo del volontariato, che dall’esistenza di imprese che, soprattutto nel settore agroindustriale (Apo, Orogel, Amadori, ma non solo), occupano migliaia di persone, anche a bassa
professionalità, rendendo operativo un “welfare aziendale” virtuoso ed unico, almeno in Romagna.
In questo quadro terribile (simile, per esempio a quello di Milano, che nei giorni scorsi ha reso evidente la
presenza, in quella città, di ben 19.000 bambini poveri) i servizi per le persone rappresentano uno fra gli indicatori più importanti per rilevare la qualità della vita di una comunità. Anche perché incidono sulla quotidianità delle famiglie in maniera trasversale e complessa.

Per questo, oggi la grande parte della spesa corrente del Comune di Cesena è assorbita da una programmazione che, dal 2009 ad oggi, anche in controtendenza rispetto ad altri territori, non ha subìto tagli di
risorse né chiusure di servizi (Sociale: 38.000.000 di euro,  di cui 15.000.000 dei Comuni dell’Unione valle Savio; 14.000.000 dall’Ausl; 9.000.000 come contribuzione degli utenti; Scuola: 10.000.000 del Comune di Cesena per assistenza disabilità in classe, mense e refezione, trasporto scolastico, centri estivi, contributi ai progetti delle scuole, gestione nidi e scuole comunali, formazione).
Grazie a questa scelta di fondo, il Comune ha potuto consolidare i servizi esistenti, in particolare inizialmente rivolti agli anziani ed ai disabili, e costruire una nuova rete di sostegno a contrasto dell'impoverimento, che in ambito sociale rappresenta la vera e propria emergenza “moderna”.

Come possono essere sintetizzati 8 anni di politiche sociali comunali, rese operative dal 2009 ad oggi? Si tratta di una sintesi difficile, ma possibile:

1. aumento della spesa e nuova programmazione dei servizi rivolti ad anziani e disabili, prendendo a riferimento il progressivo e costante invecchiamento delle nostre comunità;
2. percorsi di inclusione al lavoro, in particolare attraverso borse lavoro e tirocini, per disoccupati cronici; più recentemente apertura dello sportello comunale per l'assegnazione dei redditi di solidarietà
introdotti da Governo e Regione;

3. costruzione di una nuova rete di servizi comunali per le persone povere e senza fissa dimora (in città
erano 2 nel 2009 e con punte di circa 70 nel 2016): dormitorio comunale all’ex Roverella, operatori dell’unità di strada “Via delle stelle”, centro sociale diurno comunale “La marmotta rossa” di Corso Cavour, housing first ("prima
casa") per chi esce dalla strada, supporto economico al dormitorio straordinario di Via Costa gestito dalle associazioni;

4. Rafforzamento del metodo della concertazione e della rete fra pubblico e associazionismo/volontariato che ha visto in questi anni una sua definitiva, costante e strutturale attivazione.
La collaborazione si sostanzia in termini di dialogo e programmazione ed anche di sostegno economico verso progetti di accompagnamento dei bisogni e di assistenza alle famiglie che il privato non profit e il Comune realizzano insieme.
Significativo, negli ultimi anni, è stato anche il supporto a progetti di associazioni che rischiavano fermarsi a
seguito dei problemi della Fondazione CRC, su cui il Comune ha investito non meno di 1.000.000 di euro aggiuntivi.
Ma siamo consapevoli di come tutto questo oggi non
basti più.
Serve quindi:
1. continuare a modificare un assetto di servizi sorto decenni fa, quando i bisogni erano diversi. E’ necessario tenere a bada l’invecchiamento progressivo della popolazione, costruire e garantire la convivenza
multiculturale, arginare l’impoverimento.
In particolare, chiedersi che diritti avranno da adulti quegli 800 bambini poveri su cui il Comune di Cesena ha acceso il faro e quale responsabilità deve assumersi la nostra comunità nei loro confronti.

2. garantire la centralità dell'integrazione fra il pubblico e il privato, continuando a rafforzare quella rete virtuosa che sempre di più sarebbe utile comprendesse anche il privato profit (e quindi le imprese
locali) e non solo non profit; ma anche puntare all’integrazione fra servizi sociali, servizi socio-sanitari e sanitari, per garantire alle famiglie percorsi di assistenza continuativi e di sempre maggiore qualità. Un fine per il quale è prioritario portare avanti con slancio il progetto per la costruzione del nuovo ospedale Bufalini ed, insieme, della Casa della Salute per le cure quotidiane delle persone non autosufficienti e degli ammalati cronici.
 
Considerazioni finali
La grande quantità di interventi pubblici previsti a Cesena nel corso del 2018 e degli anni immediatamente a seguire, indica un percorso ben preciso.
Forse si potrebbe addirittura azzardare un giudizio di fondo: le grandi opere ormai concluse, quelle cantierate, quelle in via di progettazione, riducono in modo deciso le esigenze di sviluppo della città che non siano già programmate.
Resta soprattutto un nodo (il lotto zero della Secante), per il quale le politiche di alleanze sovra territoriali
concretizzate con i Comuni di Forlì, Forlimpopoli, Bertinoro per il collegamento veloce Cesena-Forlì ed il rapporto formalizzatosi con la Regione Emilia-Romagna, hanno trasformato il tema da “esigenza cittadina” ad ”esigenza
provinciale e regionale”. Ma, è evidente, ormai non restano aperti troppi punti di difficoltà rispetto alle infrastrutture cittadine e certamente la nuova legge urbanistica regionale imporrà la fase di maturazione di un “pensiero
lungo” sul modello dei sviluppo della nostra città (e dell’intera Romagna), al tavolo del quale ci possiamo però presentare anche con una qualche serenità.
Resta invece, per tutti, aperto soprattutto il tema del futuro della nostra città come comunità di donne e di uomini, ma anche come “comunità di diritti”.
Su questo si devono invece arginare tutti i dubbi: ogni amministratore pro tempore della cosa pubblica, ogni rappresentante politico, sindacale, associativo, ogni manager d’impresa, nei prossimi anni
dovrà confrontarsi con una domanda prioritaria rispetto a tutte: “come garantire assieme che questo territorio
possa, anche nel prossimo futuro, poter godere dei vantaggi di una coesione sociale, messa a rischio in tutt’Italia da una crisi economica che, nel giro di pochissimi anni, l’evoluzione tecnologica (e la contemporanea scomparsa di
oltre il 50% dei lavori attuali) porterà a divenire “crisi strutturale del modello attuale di lavoro”?”.
Forse pensare ad una comunità che possa porsi alla testa di un processo di cambiamento cittadino (ed anche romagnolo), partendo da questa consapevolezza, definisce un percorso troppo ambizioso per la nostra classe dirigente politica/amministrativa ed anche per i professionisti della comunicazione?
La domanda può sembrare retorica, ma provare a rispondere alla stessa servirebbe soprattutto a quelle forze politiche che (in vista del 2019 e non solo) dovranno ridisegnare la propria identità e partecipare compiutamente a quella competizione di idee che, colpevolmente, troppi in questi anni e per fasi troppo lunghe, hanno ridotto ad un confronto su Piazza della Libertà e dintorni.
Perché, mentre è chiaro cosa abbia differenziato il progetto politico di coloro che pensano (legittimamente) ad una città che ponga ancora al centro l’auto ed i parcheggi al servizio della stessa, da chi ha voluto costruire una Cesena che sa oggi privilegiare mobilità sostenibile e trasporto pubblico, ben diverso è il livello di dettaglio nel  confronto(neppure sfiorato) sul futuro della nostra rete di servizi per i cittadini cesenati che sono tutti (chi più, chi meno, certamente) più impauriti, più poveri, più anziani o più soli.
Sono i diritti di tutti i cesenati e il loro riconoscimento pieno, gli obiettivi che devono guidarci. Con la consapevolezza, tanto semplice da sembrare alle volte fin troppo scontata, che finché non riusciremo a vivere tutti dignitosamente, nessuno, in fondo, potrà davvero vivere bene.
 
Cesena, 28 dicembre 2017

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



Data Ultima Modifica:
28 Dicembre 2017

Data di Pubblicazione:
28 Dicembre 2017

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