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Lezioni di educazione stradale in bicicletta per i giovani rifugiati di Cesena

Progetto nato dalla collaborazione fra il nucleo sociale della Pm e l’Asp Cesena Valle Savio

Integrazione è anche imparare ad andare per la strada in bicicletta in tutta sicurezza e nel rispetto delle regole.
In questi giorni, girando per Cesena, può capitare di imbattersi in una carovana di ciclisti davvero particolare: a guidarla un ispettore della Polizia Municipale, che spesso si gira per verificare di essere seguito, dietro di lui una fila di ragazzi di colore che pedalano disciplinatamente, in coda un ciclista con giubbotto catarifrangente.

Si svolgono così le lezioni pratiche di educazione stradale rivolte ai giovani richiedenti asilo – oltre un centinaio - ospitati nelle strutture cesenati inserite nel sistema di accoglienza diffusa gestito dai Servizi Sociali dell'Unione Valle del Savio.

Il progetto è nato nei primi mesi di quest’anno dalla collaborazione fra il nucleo sociale della Polizia Municipale e l’Asp Cesena Valle Savio, e l’idea è venuta dalla constatazione che la maggior parte dei giovani rifugiati non è in grado di affrontare il traffico ‘italiano’, non conoscendo i segnali e le regole di comportamento.

Così è stato messo a punto un programma di intervento che prevede momenti di approfondimento linguistico durante le lezioni di italiano (che tutti i giovani rifugiati seguono), per prendere dimestichezza con i principali termini legati al traffico; lezioni teoriche in aula con la Polizia Municipale, per imparare a riconoscere i segnali stradali; infine, una lezione su strada, per mettere in pratica le regole apprese. Per quelli che sanno già andare in bicicletta, la prova pratica si svolge pedalando. Ma, dal momento che, fra gli ospiti, ci sono anche ragazzi che non sanno usarla, sono previste anche lezioni ‘da pedone’.

“Si tratta di una bella esperienza – sottolineano il Sindaco Paolo Lucchi e l’Assessore ai Servizi per le persone Simona Benedetti –, che sta dando risultati molto positivi: la proposta di imparare a muoversi autonomamente ha riscosso l’immediata adesione dei ragazzi rifugiati e, grazie alle lezioni di educazione stradale, non solo apprendono le norme basilari del codice della strada, ma in termini più generali e in modo accattivante si appropriano del concetto stesso di ‘regola’, così come condiviso nel nostro Paese. Insomma, questa iniziativa sta confermando elevate potenzialità educative e di integrazione. Anche perché, come raccontano gli operatori impegnati nel progetto, durante le uscite su strada si creano momenti di socializzazione con i passanti: c’è chi chiede cosa stanno facendo, chi fornisce consigli, chi saluta. È questo il modello di accoglienza in cui crediamo e che intendiamo portare avanti anche con altre iniziative collaudate, come quella dei lavori socialmente utili nelle aree verdi che, come già anticipato, già nelle prossime settimane sarà ampliata”.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



Data Ultima Modifica:
15 Aprile 2017

Data di Pubblicazione:
15 Aprile 2017

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