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Contrasto alla violenza sulle donne: la risposta dell'Assessore Simona Benedetti

All'interpellanza del consigliere Vittorio Valletta (Cesena Siamo Noi)

Si trasmette la risposta fornita dall'Assessore Simona Benedetti, durante il Consiglio comunale di oggi, all'interpellanza proposta dal consigliere Vittorio Valletta, del gruppo Cesena Siamo Noi, in merito   al protocollo operativo interistituzionale relativo alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne.
(N.B: per favorire la comprensione, prima di ogni risposta è riportato in grassetto il relativo quesito contenuto nell'interpellanza).

RISPOSTA alla domanda 1. 
"A distanza di quasi due anni dalla firma del presente protocollo, quali obiettivi, tra quelli riportati sono stati raggiunti, con particolar riferimento all'integrazione  tra servizi ?"

Il Comune di Cesena, attraverso l'Assessorato alle Politiche delle Differenze e la collaborazione col sistema dei Servizi Sociali (Unione dei Comuni Valle Savio) e Sanitari (Az. USL della Romagna), col mondo dell'associazionismo e del volontariato, con l'Università, ha implementato e sta tuttora realizzando una serie di azioni educative e socio-culturali alla non violenza come investimento culturale per le nuove generazioni e per la Comunità Locale, inoltre:
- i Servizi Sociali hanno attivato dal 2013 un servizio di pronta reperibilità - attiva sulle 24 ore - a disposizione della rete dei servizi e delle Forze dell'Ordine per la messa in protezione di donne, sole o con bambini, vittime di violenza;
- Dal Giugno 2015 si è provveduto anche ad un potenziamento organizzativo del Centro Donna del Comune di Cesena, già presente nella mappatura del numero nazionale 1522 antiviolenza e e nella rete dei servizi antiviolenza della Regione Emilia Romagna, per consentire maggiormente l'attività di ascolto, di orientamento e accompagnamento ai servizi di supporto psicologico e orientativo al lavoro delle donne vittime di violenza di genere, maltrattamento e stalking. 

A titolo esemplificativo citiamo le principali direttrici perseguite con le azioni di sensibilizzazione:
- Interventi di sensibilizzazione e di prevenzione per gli studenti/studentesse di Scuole Medie Inferiori e Superiori di Cesena e Centri Aggregativi, sui temi: prevenzione della violenza di genere, violenza intrafamiliare/domestica, violenza nelle relazioni;
- Organizzazione di eventi culturali aperti alla cittadinanza;
- Progetto "Prevenzione Violenza Domestica"
- Percorsi di sensibilizzazione e informazione presso le Sedi di Quartiere sul tema violenza di genere;
- Collaborazione al Progetto "Violenza. Ne abbiamo fin sopra i capelli", di Amnesty International  - Sezione Cesena, CNA e CONFARTIGIANATO Cesena che ha coinvolto diverse parrucchiere attiva sul territorio;
- PROGETTO "BASTA VIOLENZA" con LEGA COOP ROMAGNA con tutte le Cooperative afferenti alla Lega Coop Romagna per  la realizzazione di percorsi di informazione, formazione e sensibilizzazione dei lavoratori/lavoratrici;
- Corso di formazione dell'Az. USL Romagna in quattro giornate per operatori sociali e sanitari dell'Area Vasta Romagna. 

RISPOSTA alla domanda 2. 
"Nella fattispecie del caso di via Milani, le misure previste dal protocollo, sono state applicate nel tentativo di prevenire il precipitare degli eventi?"

Dall'analisi della situazione a partire dai bisogni portati ed esplicitati dalla signora non sono mai emersi elementi per l'applicazione del protocollo. 

RISPOSTA alla domanda 3. 
"Quali strumenti metodologici vengono usati nella valutazione delle situazioni di pregiudizio per le persone a rischio di maltrattamento?"
RISPOSTA alla domanda 4. 
"La presa in carico da parte dei Servizi Sociali di una situazione di disagio familiare prevede una valutazione e progettualità multidisciplinare integrata o  fa  capo alla sola  assistente sociale?  Come parrebbe desumersi dalle comunicazioni  istituzionali all'indomani della tragica vicenda di via Milani la vittima era già seguita dai Servizi sociali comunali: nel caso specifico come si era esplicitata la progettualità multidisciplinare integrata?"
RISPOSTA alla domanda 5. 
"La gestione di situazioni conflittuali familiari che tipo di interventi di sostegno e di monitoraggio comprende, quali piani di protezione prevede e quali sono le figure professionali di riferimento?"
RISPOSTA alla domanda 9. 
"Dal punto di vista dei modelli organizzativi e dei processi di lavoro, che tipo di misurazione viene effettuata sulla complessità sociale, sui carichi di lavoro e sugli esiti del difficile compito di chi si fa carico in prima persona delle situazioni più difficili  e dei soggetti più fragili della nostra comunità?"

L'attività dei Servizi Sociali, la "cornice" che regola l'integrazione strategica e professionale col sistema dei servizi sanitari sono ben specificati nel vigente "Codice delle Norme Regolamentari in Materia di Servizi Sociali, Socio-sanitari e Socio-abitativi" pubblicato sul sito dell'Unione Valle del Savio, in particolare agli articoli: 5, 6, 17, 19.
Nel merito delle problematiche di cui trattasi l'attività dei servizi sociali e sanitari e la loro necessaria integrazione fa riferimento a:
- Linee regionali di indirizzo per l'accoglienza di donne vittime di violenza di genere  di cui alla DGR 1677 del 2013;
- Protocollo per il lavoro integrato con famiglie in difficoltà fra servizi sociali di tutela minori e servizi sanitari AUSL definito dal tavolo di lavoro tecnico misto Az. USL  ed Enti Locali nel 2013.  

RISPOSTA alla domanda 6. 
"E' possibile che nel caso specifico, l'intervento dei Servizi si sia limitato al semplice aiuto economico?"

A partire dalla rappresentazione del problema portato, il servizio sociale effettua analisi e valutazione condividendo insieme alla persona/famiglia gli interventi più opportuni.  

RISPOSTA alla domanda 7.  
"Quante sono state le denunce connesse ad episodi di violenza familiare raccolte dalle Forze dell'Ordine negli ultimi due anni e quante delle situazioni denunciate sono/ o sono state seguite dai  Servizi Sociali?"

I Servizi Sociali non hanno la possibilità di disporre di questi dati e dei nominativi delle donne coinvolte, in tempo reale. Dai dati messi a disposizione, in forma cumulativa e su richiesta dal Tribunale di Forlì, emerge che le notizie di reato sono state:
· violenza sessuale art. 609 c.p: anno 2014: 63 notizie di reato; anno 2015: 47
notizie di reato;
· atti sessuali generici: anno 2014: 14 notizie di reato; anno 2015: 11 notizie di reato;
· Stalking: anno 2014: 114 notizie di reato; anno 2015: 89 notizie di reato;
· Maltrattamento intra-familiare: anno 2014: 160 notizie di reato; anno 2015: 157 notizie di reato.  

RISPOSTA alla domanda 8. 
"Quanti sono stati gli  accessi al Pronto Soccorso a seguito di episodi di violenza familiare negli ultimi due anni e di questi  quante le  situazioni segnalate ai Servizi sociali per una presa in carico?" 

Il Pronto Soccorso non dispone di una codifica informativa in grado di mettere in evidenza e "contare" i casi di violenza intrafamigliare. Su richiesta di alcune Amministrazioni comunali, tra cui il Comune di Cesena, si è attivato un percorso di lavoro interdipartimentale in seno all'Az. AUSL Romagna per definire una metodica di rilevazione comune a tutti i PS utile alla raccolta di tali informazioni.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Data Ultima Modifica:
07 Ottobre 2016

Data di Pubblicazione:
29 Gennaio 2016

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