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Consumo zero di suolo

Si delinea un asse virtuoso fra Cesena, Rimini e Reggio Emilia

Un asse virtuoso lungo la via Emilia,  nel nome del 'consumo zero' di suolo.  
Protagonisti i Comuni di Cesena, Rimini e Reggio Emilia che - in modo diverso e autonomo - hanno intrapreso lo stesso percorso per una riduzione del terreno edificabile.

L'Amministrazione di Cesena, con la Variante di Salvaguardia già adottata lo scorso e ormai in vista dell'approvazione definitiva, ha deciso di riportare a  destinazione agricola 128 ettari di terreno; la Giunta di Rimini, che con lo stesso strumento nel 2013 aveva limitato gli indici di edificabilità del Piano Regolatore, proporrà di ridurre di 110 ettari la previsione di aree edificabili nel nuovo Piano Strutturale Comunale; infine, Reggio Emilia nei giorni scorsi ha approvato una delibera dello stesso tenore, per riportare a uso agricolo 32 ettari.  

Alla luce di questo orientamento urbanistico comune, i Sindaci di Cesena,  Paolo Lucchi, e di Rimini, Andrea Gnassi, insieme ai loro Assessori all'Urbanistica, Orazio Moretti e Roberto Biagini, hanno scritto al Sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi per proporre un incontro.

Obiettivo: confrontarsi sulle rispettive esperienze e prendere le mosse da esse per portare all'attenzione del Governo regionale l'istanza di adeguare strumenti legislativi e strategici che estendano a tutta l'Emilia Romagna un nuovo modello di sviluppo.  
Alla lettera è già seguito anche un contatto telefonico, da cui è emersa la disponibilità del Sindaco di Reggio Emilia ad aderire alla richiesta dei colleghi romagnoli. 

Di seguito il testo della lettera inviata dagli Amministratori delle due città romagnole al Sindaco di Reggio Emilia.  

Caro Luca,
abbiamo appreso dalla stampa di una delibera assunta dalla Giunta di Reggio Emilia, tesa a riportare ad uso agricolo 32 ettari di terreno edificabile.
Fa piacere vedere come, pur senza alcun coordinamento preventivo, più d'una città dell'Emilia-Romagna abbia deciso di imboccare la strada del "consumo zero di territorio".
Anche Cesena e Rimini, infatti, stanno perseguendo e concretizzando obiettivi simili a quelli di Reggio Emilia: lo abbiamo fatto incontrando le resistenze che puoi ben immaginare, ma anche con il favore dei tanti cittadini che vedono ormai come improcrastinabile un nuovo modello di sviluppo dei nostri territori.
Riportare ad uso agricolo terreni che precedentemente avevano una destinazione urbanistica di edificabilità, infatti, non è soltanto un'azione tesa a correggere le storture - oggi evidenti - dei Piani Regolatori del passato; significa soprattutto dare gambe e corpo ad un'idea migliore per le nostre città del futuro, basata sulla sostenibilità, sulla riqualificazione e rigenerazione urbana, sul contenimento di un'antropizzazione "non identitaria" della quale anche le nostre comunità sono state protagoniste.
Poiché Rimini, Cesena e Reggio Emilia, hanno in comune un'idea di sviluppo sostenibile ed equilibrato, vogliamo proporti di incontrarci per riflettere insieme sul lancio di una "rete dei Comuni emiliano-romagnoli a consumo zero di territorio" che, partendo dalle nostre comunità, possa dar forza ad una nuova visione del governo del territorio, trasformando le nostre buone prassi in paradigma diffuso, a partire dalle nuove norme che la Regione è in procinto di legiferare.

Per farti meglio capire il tipo di lavoro fatto in Romagna, proviamo a descriverti brevemente lo stato dell'arte nelle nostre città.
A Cesena, nel febbraio del 2014, il Consiglio comunale ha adottato la cosiddetta Variante di Salvaguardia, che si proponeva di riportare ad uso agricolo 164 ettari di terreni edificabili. Ieri, alla fine dell'iter di pubblicazione previsto dalle norme, la Giunta ha approvato la delibera definitiva (che ora andrà in Consiglio comunale), che non solo conferma il ritorno ad uso agricolo di 128 dei 164 ettari iniziali, ma prevede anche la ripubblicazione di una parte della variante, con la quale ci si propone di togliere all'edificabilità ulteriori 60 ettari. Si tratta quindi di una scelta forte, che non si prefigge soltanto l'obiettivo di azzerare qualsiasi ulteriore consumo di territorio nei prossimi strumenti urbanistici, ma si impegna a restituirne alla comunità una parte rilevante.

Tutto ciò, naturalmente, in piena coerenza con il programma di mandato votato dal Consiglio comunale lo scorso luglio.
A Rimini, a sua volta, nell'aprile del 2013, il Consiglio comunale ha adottato una "Variante di Salvaguardia" che, nelle more di approvazione del proprio Piano Strutturale Comunale, ha limitato gli indici di edificabilità previsti nel Piano Regolatore Generale vigente.

Inoltre, sempre nell'ambito del procedimento di definitiva approvazione del PSC, la giunta proporrà la riduzione di 110 ettari, restituendoli così definitivamente all'uso agricolo, delle aree che il PRG destinava a nuova espansione e che il PSC adottato aveva confermato.

È quindi evidente come, nelle nostre comunità, si stia sviluppando sempre più una visione che prevede uno sviluppo urbanistico legato a di qualità e non più di quantità, limitando i nuovi insediamenti allo stretto necessario. Pensiamo, quindi, per sintetizzare le nostre scelte per la Rimini e la Cesena del futuro, a città più belle, equilibrate, sostenibili e rispettose dei cittadini.Per questo riteniamo utile discutere insieme a te di una azione congiunta delle nostre città, per farci portavoce, in tutta l'Emilia-Romagna, di un nuovo modello di sviluppo, di cui la Regione dovrà a sua essere protagonista, adeguando i propri strumenti legislativi, strategici, di visione complessiva. 

f.to Paolo Lucchi - Sindaco di Cesena
f.to Andrea Gnassi - Sindaco di Rimini
f.to Orazio Moretti - Assessore all'Urbanistica di Cesena
f.to Roberto Biagini - Assessore all'Urbanistica di Rimini
 

 
 
 

Ufficio stampa
Federica Bianchi

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Data Ultima Modifica:
07 Ottobre 2016

Data di Pubblicazione:
19 Marzo 2015

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