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"Il Giorno della Memoria non è una semplice ricorrenza, ma il richiamo a studiare e riflettere sul nostro passato"

Trascorsi 70 anni da quel 27 gennaio 1945

Sono passati esattamente 70 anni da quando, il 27 gennaio 1945, le truppe dell'Armata Rossa, impegnate nell'offensiva per arrivare a Berlino, varcarono i cancelli di Auschwitz, sormontati dalla tristemente celebre scritta "Arbeit macht frei" (cioè "Il lavoro rende liberi"). In quella data il mondo conobbe l'abisso di orrore in cui erano immersi i campi di sterminio: prigionieri ridotti a larve umane dagli stenti e dalle brutalità subite, un numero sconfinato di oggetti e indumenti rimasti come unica traccia del passaggio dei tanti che qui avevano trovato la fine, camere a gas e forni crematori organizzati in una vera e propria "catena di montaggio della morte". A testimoniare quelle atrocità ci sono le fotografie e i filmati realizzati in quei primi giorni, gli strazianti ricordi dei sopravvissuti, i tanti libri e film dedicati a questo tema.
Ma, se permettiamo che il trascorrere del tempo depositi la sua polvere su quelle memorie, se cadiamo nella tentazione di liquidarle come semplici rievocazioni di un'epoca che ormai non ci appartiene più, rischiamo di rendere vane quelle sofferenze, quelle morti. Peggio, rischiamo di dimenticare la  terribile lezione che arriva da quegli eventi.

Per questo il Giorno della Memoria non può e non deve essere considerato come una semplice ricorrenza. E' nostro dovere ricordare e, soprattutto, fare in modo che i più giovani conoscano gli errori del passato, affinchè non si ripetano più.

Ecco perché, in occasione di questo anniversario, mi rivolgo specialmente alle ragazze ed ai ragazzi di Cesena, raccomandando loro di studiare la storia, e di farlo con occhi diversi: non un elenco di date, fatti, personaggi, ma occasione di conoscenza, comprensione, riflessione su temi che non appartengono solo al passato, ma che sono anche nostri.  So che molti insegnanti sono consapevoli di questo e che sempre più spesso, venuta a mancare negli ordinamenti scolastici l'educazione civica, dedicano particolare cura all'approfondimento di quei valori e di quei principi che sostennero quanti si opposero alla dittatura nazifascista e trovarono poi mirabile traduzione istituzionale nella nostra Costituzione.

Lo dico nella convinzione che il ricordo di quella immane tragedia umana che è stata la Shoa non possa essere circoscritto ad una sola data sul calendario; l'esercizio della memoria non può essere occasionale e fuggevole, ma deve svilupparsi continuamente, per aiutarci ad affrontare il presente.

 
 
 

Ufficio stampa
Federica Bianchi

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Data Ultima Modifica:
07 Ottobre 2016

Data di Pubblicazione:
27 Gennaio 2015

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