Manovra economica del Governo: gli effetti sulla città di Cesena
In questi giorni molti cittadini mi stanno chiedendo quali effetti produrrà la manovra del Governo sulla nostra città. Provo e rispondere, permettendomi due premesse:
- i cittadini che mi hanno interpellato, ed anche il sottoscritto, hanno ben chiaro come, considerata la situazione in cui si trova l'economia del nostro Paese e quella dell'intera Europa, sia necessario un intervento di risanamento. Tutti però siamo sorpresi dal fatto che l'intervento giunga dopo che, per mesi, se ne è negata la necessità, dichiarando che tutto stava andando benissimo. E sorprende anche la scelta di impostare misure che vanno quasi esclusivamente nella direzione di imporre sacrifici ai lavoratori dipendenti pubblici e privati ed al sistema delle autonomie locali;
- questa nota, così come quelle che ho anticipato a più d'uno che mi ha interpellato nei giorni scorsi, è resa un po' più incerta di quel che vorrei sia dalla ritardatissima pubblicazione del testo della manovra governativa, sia dall'ossessiva attenzione dedicata da troppi a scelte, quali quelle di riduzione delle retribuzioni di Ministri e parlamentari, che valgono, nell'ambito di una manovra che pesa sulla nostra collettività 24,9 miliardi di euro, meno dello zero virgola. Ma, purtroppo, oggi la politica è ridotta spesso a questo.
Torno al punto: quali effetti produrrà la manovra sulla città di Cesena?
La riduzione dei trasferimenti ai Comuni che il Governo ha quantificato in 1,5 miliardi nel 2011 ed in 2,5 miliardi nel 2012, per il Comune di Cesena significa una contrazione di trasferimenti statali di circa 2,7 milioni di euro nel 2011 (-22%) e di 4,5 milioni nel 2012 (-37%). Aggiungo anche che, visti i tagli per le Regioni a statuto ordinario (non quelle a statuto speciale....) di 4,0 miliardi nel 2011 e di 4,5 miliardi nel 2012, è probabile una ulteriore riduzione dei trasferimenti dalla Regione Emilia-Romagna verso il nostro Comune di ulteriori 2 milioni di euro ne solo 2011.
Come faremo a reggere l'impatto di tagli così ingenti? Certo tirandoci su le maniche, razionalizzando ulteriormente la nostra organizzazione, ma anche - credo nessuno lo possa negare - tagliando i nostri servizi. Considerato come la spesa per personale ed utenze non sia comprimibile, ciò significa, per esempio, che nel 2011 dovremo purtroppo ridimensionare orari, organizzazione e incarichi a tempo determinato delle nostre scuole dell'infanzia, ridurre drasticamente i contributi al nostro splendido mondo associativo sociale, culturale, sportivo, oltre che alle cooperative di garanzia delle imprese. Forse non potremo più provvedere neppure ad un fondo anticrisi come quello che nel 2010 sta sostenendo le tante famiglie di coloro che hanno perso il lavoro o sono in cassa integrazione. Dovremo ripensare naturalmente alla nostra stagione teatrale e culturale, oltre che rivedere i tempi, sino ad ora certi, di apertura della Grande malatestiana. Infine, sarà quasi inevitabile rimandare a data da destinarsi la necessaria manutenzione delle nostre strade e dei nostri giardini, così duramente provati da un inverno difficilissimo, e magari oscurare parte della nostra illuminazione pubblica
Chi mi conosce sa bene che tendo a restare, sempre, ottimista e sereno. In questo caso è impossibile esserlo ed è meglio, allora, dire le cose come stanno, senza infingimenti e con l'onestà intellettuale che il ruolo pro tempore di Sindaco impone.
Anche perché - è bene che i cittadini lo sappiano - i tagli imposti alle Regioni, si trasformeranno in un drastico ridimensionamento dei fondi per la non autosufficienza, in un allungamento delle liste d'attesa nella nostra sanità, in manutenzioni rinviate sine die alle arterie stradali principali dell'Emilia-Romagna.
Ci salverà il federalismo, come qualcuno dichiara da mesi?
Me lo auguro, anche perché noi cesenati ci presentiamo a quel tavolo con le carte in regola come pochi altri. Sappia, per esempio, il Ministro Calderoli, che più volte ha sostenuto come la chiave stia tutta nei "costi standard" (e cioè nei costi medi dei servizi ai quali tutti, con il federalismo diventato realtà, tutti dovranno obbligatoriamente rifarsi) che, individuato in 887 euro la quota pro capite media dei Comuni italiani per la spesa corrente (fonte "Il sole 24 ore del 24 maggio 2010"), il Comune di Cesena può vantare un dato di 713 euro, inferiore anche a quello dei Comuni del nostro rango dimensionale, individuato in 889 euro.
Sappia poi il Ministro che, individuata in 2.175,9 euro la spesa media (pro capite) delle Regioni italiane per la sanità, l'Emilia-Romagna spende 2.031,9 euro (la Lombardia 2.614,6 e Bolzano 2.394,6, tanto per uscire dallo solito stereotipo, pure basato su elementi certi, che individua le spese fuori controllo concentrati nelle Regioni del sud Italia).
Ben venga, quindi, per noi cesenati il federalismo, ma se si sarà capaci in fretta di passare dalle parole ai fatti, e sempre che i nostri cittadini e le nostre città non debbano pentirsi di averlo invocato inutilmente per troppo tempo, mentre eravamo anche impegnati e stringere una cinghia che ormai, a forza di tirare sempre nella stessa direzione, si sta tristemente consumando.
Paolo Lucchi
Sindaco di Cesena
Data Ultima Modifica:
07 Ottobre 2016
Data di Pubblicazione:
01 Giugno 2010
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