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Azienda Sanitaria unica della Romagna: si parte

La Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria del Cesenate ha approvato il documento con cui si dà il via libera all'apertura della fase transitoria verso la creazione della nuova Azienda

I tempi sono maturi per dare vita a Azienda Sanitaria Unica della Romagna. Ne è convinta la Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria del Cesenate, che nella riunione convocata questa mattina nel Palazzo Comunale di Cesena ha approvato un documento (condiviso con le altre Conferenze romagnole) che, in sostanza, dà il via al percorso di unificazione delle quattro Aziende Usl di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini, stabilendo di procedere alla predisposizione degli atti normativi necessari e all'apertura di una fase transitoria straordinaria.
 
Alla seduta, che si è aperta con un minuto di silenzio in memoria del Sindaco di Sarsina Malio Bartolini scomparso ieri, hanno partecipato il Vicepresidente Guglielmo Russo per la Provincia di Forlì-Cesena, il Sindaco Paolo Lucchi per Cesena, l'Assessore Claudio Valbonesi per Bagno di Romagna, il Sindaco Roberto Buda per Cesenatico, l'Assessore Stefania Bolognesi per Gatteo, il Sindaco Oscar Graziani per Mercato Saraceno, l'Assessore Vincenzo Pollini per Montiano, il Sindaco Franco Cedioli per Roncofreddo, l'Assessore Angela Benedetti per San Mauro Pascoli, il Sindaco Elena Battistini per Savignano, il Vicesindaco Odo Rocchi per Sogliano, il Sindaco Guido Guidi per Verghereto.
 
Al momento della votazione si sono espressi a favore del documento tutti i presenti, con l'eccezione del Sindaco di Cesenatico che si è astenuto.
 
 "Questa decisione determinerà una svolta importantissima per l'intero territorio romagnolo - sottolinea il Sindaco di Cesena Paolo Lucchi, che è anche Presidente della Conferenza territoriale cesenate e coordinatore istituzionale di Area Vasta Romagna - ed è un segnale forte che va ben al di là dei nostri confini territoriali: in un momento così complesso e difficile per il nostro Paese, dimostriamo che c'è una politica che sa decidere, senza farsi imporre da altri percorsi che appaiono spesso improvvisati proprio perché non nati dai territori. Una politica che sa individuare le riforme necessarie e le fa camminare, anche nel pieno della campagna elettorale. Infatti, abbiamo avviato questo  percorso senza che ce lo imponesse nessuno, spinti esclusivamente (di fronte alla consapevolezza di dover intervenire per contenere i costi) dalla volontà di mantenere per i cittadini la rete dei servizi sanitari e sociosanitari, elementi  fondamentali per la coesione sociale che caratterizza in modo positivo il nostro territorio e che devono continuare a essere una certezza, così come lo sono stati finora. Sappiamo bene che è un obiettivo ambizioso, ma dobbiamo riuscirci su tutti i fronti, sia sostenendo il livello delle risposte offerte dai servizi ospedalieri e sviluppando le eccellenze presenti, sia garantendo alle zone collinari e montane una rete quanto più simile a quella attuale, sapendo bene che in quelle zone vanno garantite ai cittadini esattamente le stesse opportunità messe a disposizione sul resto del territorio".
 
Ora all'interno dei singoli Comuni si aprirà una fase di confronto sul documento approvato oggi. Per quanto riguarda il Comune di Cesena, se ne dibatterà all'interno della Commissione Sanità già convocata per il 27 febbraio alle ore 18.30.
 
Lo stesso documento verrà posto all'ordine del giorno della riunione con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil e dei sindacati di categoria dell'intera Romagna, che si terrà il 1 marzo a Cesena.
 
 
Di seguito il testo del documento approvato dalla Conferenzaterritoriale sociale e sanitaria cesenate
 
Da tempo è in atto, da parte di ciascuna Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria della area della Romagna, una riflessione riguardante il nuovo assetto istituzionale e gestionale dei servizi sanitari ed un confronto sullo sviluppo progettuale delle forme di cooperazione tra le 4 attuali aziende sanitarie, nella consapevolezza che l'impostazione delle politiche della sanità, su un bacino territoriale e di utenza significativo come quello romagnolo, è indispensabile per l'innalzamento del livello qualitativo dei servizi erogati.
Tale riflessione si inserisce in un contesto normativo ed organizzativo che, sia a livello nazionale che in ambito regionale, ha posto al centro delle politiche pubbliche processi e misure di razionalizzazione amministrativa e unificazione di enti e servizi pubblici, in particolare di piccole dimensioni, con la finalità di garantire il contenimento della spesa pubblica, l'adeguatezza delle funzioni gestionali e la conseguente liberazione di risorse economiche.
Gli obiettivi di riduzione degli apparati burocratici amministrativi si rendono oltremodo necessari in un momento di forte contrazione delle risorse messe a disposizione del Servizio sanitario regionale, che induce pertanto a ripensare i modelli organizzativi in un'ottica di integrazione funzionale e strutturale  idonea a mantenere i servizi alla persona secondo gli attuali standards qualitativi e quantitativi.
 
La Romagna rappresenta una comunità che già da tempo ha sperimentato un sistema fortemente integrato di programmazione, gestione e produzione dei servizi sanitari e delle attività tecniche poste al loro supporto.
Le quattro aziende afferenti all'Area Vasta Romagna hanno già realizzato infatti alcune forme di consolidamento, che hanno determinato il miglioramento della qualità tecnica del processo assistenziale, attraverso la costituzione di gruppi professionali ad hoccon lo scopo di concertare le politiche di erogazione dei servizi e la realizzazione di forme di produzione coordinata di servizi in cui la gestione operativa è affidata a una delle aziende (Centrale operativa dell'AVR e Laboratorio di Pievesestina). Sono in atto, altresì, dei processi di concentrazione strutturale delle funzioni tecnico-amministrative.
L'integrazione delle attività delle aziende ha dato luogo inoltre alla nascita ed allo sviluppo dell'IRST di Meldola, recentemente riconosciuto come Irrcs, quale nodo delle attività oncologiche afferenti alle Aziende sanitarie.
 
La Conferenza ritiene pertanto maturi i tempi per completare le esperienze avviate e proseguire il percorso utile ad evitare ridondanze sul piano istituzionale, economico ed organizzativo, pervenendo alla fusione delle attuali strutture aziendali nell'ambito di un disegno di governance che consenta l'allineamento e l'integrazione delle responsabilità di programmazione e vigilanza, da un lato, e di gestione ed erogazione dei servizi, dall'altro.
 
Tutto ciò premesso, la Conferenza
 
condivide
l'obiettivo della costituzione dell'Azienda unica della Romagna e la previsione di una Conferenza territoriale Sociale e Sanitaria unica che, in rappresentanza della pluralità dei territori, senza mortificare le diverse aree e garantendo adeguate forme di rappresentanza democratica, ne detenga le funzioni di indirizzo, programmazione e vigilanza secondo il sistema disciplinato a livello regionale
aderisce
alla proposta della Regione Emilia-Romagna di procedere alla predisposizione degli atti normativi necessari alla costituzione dell'Azienda unica della Romagna nonché al completamento della regolamentazione dell'IRST al fine rafforzare la funzione di controllo pubblico e di garantirne l'integrazione negli assetti territoriali, disciplinandone le modalità di finanziamento idonee a supportarne lo sviluppo nel rispetto delle prerogative aziendali
 
conviene
sull'apertura di una fase transitoria straordinaria, da concordare nei dettagli e nei tempi con l'Assessorato Regionale, nella quale garantire la continuità della direzione strategica delle attuali aziende e consentirne l'esercizio delle funzioni necessarie a dar vita alla nuova Azienda
 
sottolinea
che la costituzione della nuova Azienda dovrà rappresentare occasione per l'avvio di un processo di riorganizzazione e di riarticolazione territoriale della struttura, da svolgersi, nell'obiettivo di piena valorizzazione dei distretti socio-sanitari, con il coinvolgimento delle rappresentanze territoriali e dell'insieme degli operatori della sanità sia interni che di base, nel confronto con le organizzazioni sindacali, che comporti benefici economici e mantenga inalterate le garanzie dei servizi nei confronti dei cittadini, con particolare riguardo ai servizi di assistenza primaria, alle attività ospedaliere di base, ai servizi territoriali e domiciliari afferenti all'integrazione socio-sanitaria.

 

 
 
 

Ufficio stampa
Federica Bianchi

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Data Ultima Modifica:
07 Ottobre 2016

Data di Pubblicazione:
20 Febbraio 2013

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