Sono diverse le scuole che durante l'anno hanno sfruttato l'esperienza del piedibus per dare efficacia alle esperienze didattiche realizzate in classe nelle varie discilpline relativamente alla educazione alla mobilità sostenibile e sicurezza stradale.
In modo molto concreto il progetto Pedibus è entrato nella programmazione curricolare di queste scuole non come "argomento in più" da affrontare, ma come spunto e stimolo motivante per possibili percorsi interdisciplinari che mirano a far acquisire ai bambini non solo conoscenze, ma anche e soprattutto abilità e competenze fondamentali per la loro crescita in autonomia e sicurezza.
Fra queste anche le insegnanti delle scuole materne.
L'intenzione del progetto è (e i lavori sono ancora in corso) non tanto di proporre "dall'alto" alle scuole e ai docenti un quadro sistematico di insegnamenti e proposte laboratoriali, quanto piuttosto di avviare con loro un percorso di ricerca sulle loro programmazioni e sull'attività didattica.
Un percorso che in primo luogo mira a esplicitare e valorizzare ciò che già la scuola sta facendo, non focalizzandosi sulle aree disciplinari, ma chiedendoci insieme quali siano le competenze necessarie, come, dove e con chi, bambini e ragazzi dovrebbero apprenderle: queste le risposte emerse dai vari incontri formativi svolti a cura di Valter Baruzzi di CAMINA:
- competenze sensoriali correlate alla percezione dei rumori, alla stima delle distanze e della velocità;
- consapevolezza delle capacità e dei limiti personali;
- abilità psicomotorie correlate alla coordinazione oculo-manuale, all'equilibrio, alla lateralizzazione;conoscenza delle regole e delle forme attraverso cui vengono proposte;
- rispetto delle regole, senso di responsabilità che richiama all'esercizio della cittadinanza consapevole;
- essere consapevoli di che cosa significhi star bene, farsi male, che cosa sia la sicurezza, che cosa siano il rischio, la prudenza e l'imprudenza;
- chiedersi che cosa sia la fiducia (come si impara ad acquisire la fiducia dei genitori, dei compagni, degli insegnanti?);
- sapersi relazionare con l'ambiente, essere capaci di decodificare i messaggi espliciti e impliciti che nell'ambiente stradale si incontrano;sapersi relazionare con gli altri fruitori dell'ambiente stradale (si possono trarre informazioni dai comportamenti delle persone? È possibile prevedere che cosa stanno per fare? Se noi vediamo gli altri, siamo sicuri che gli altri si accorgano di noi?);
- avere capacità manuali riguardanti la manutenzione della bicicletta;
- saper valutare costi e benefici, nelle azioni della vita quotidiana, per capire quando sia meglio essere pedoni o ciclisti, quando usare l'autobus, quando chiedere di essere accompagnati con l'auto dei genitori...;
- sapersi "muovere", essere in buona salute;saper esplorare l'ambiente e conoscere il proprio quartiere e la città (dove si trovano i black points che è meglio evitare?);
- avere opinioni fondate circa la qualità dell'aria, le cause dell'inquinamento;
- possedere senso di appartenenza e responsabilità civica (in che modo ciascuno di noi può essere corresponsabile nel creare o aggravare problemi ambientali urbani e come ciascuno di noi può dare un contributo a risolverli).
Le esperienze che le scuole partecipanti al progetto hanno ritenuto significative afferiscono a quattro ambiti:
- il corpo in relazione allo spazio e agli altri
- la strada come ambiente comunicativo
- le regole
- l'organizzazione del Pedibus come sfondo integratore che aiuta i genitori a porsi in rete con altri genitori per creare condizioni di fiducia, che pone i bambini a contatto con la strada, e che li rende protagonisti.
In questi giorni di chiusura delle attività annuali diamo voce all'esperienza vissuta con entusiasmo dalle maestre della scuola materna "Marino Moretti" di Villarco che esprimono soddisfatte i contenuti e risultati del lavoro svolto attraverso l'espressività dei bambini.