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Distribuzione di borracce riutilizzabili agli studenti delle scuole di Cesena, per sostituire le bottigliette in plastica monouso

Il progetto "Verde Aqva - Docendo Discimus

Il progetto "Verde Aqva - Docendo Discimus”   realizzato grazie ad Unica Reti ha visto la distribuzione nell’arco di un anno di 18.000 borracce in alluminio a studenti e personale scolastico e l’installazione di circa 70 erogatori.

Questo ha comportato, secondo quanto stimato da Unica Reti, considerevoli risparmi in termini di plastica evitata (26.000 kg di PET all’anno sottratta allo smaltimento) ma anche di spesa (787.480 euro la spesa evitata all’insieme delle famiglie).

Il consumatore consapevole deve sempre interrogarsi sul destino finale del prodotto che ha acquistato ed usato e porsi quindi il problema del fine vita: dove e come viene smaltito? Con quale impatto ambientale? Sicuramente sostituire un prodotto monouso, come la bottiglietta in PET, con un prodotto riutilizzabile, come una borraccia, è la scelta dovuta per chi si assume la responsabilità anche dello smaltimento del rifiuto.

Fortunatamente questo tipo di riflessione è sempre più diffusa tra i consumatori, grazie alle sempre più diffuse campagne di sensibilizzazione e agli interventi normativi (come il divieto
di plastica monouso dal 2021).

Meno scontata è la riflessione sull’impatto ambientale in fase di produzione, per la quale occorrono conoscenze ed informazioni non sempre facilmente reperibili.

Un efficace strumento che aiuta a comprendere questi temi è l’Analisi del Ciclo di Vita (Life Cycle Assessment – LCA) un metodo basato su un approccio scientifico che calcola l’impatto ambientale di un prodotto (ma anche di un servizio o di un’intera filiera) lungo l’intero ciclo di vita dello stesso, a partire dall’estrazione delle materie prime, passando dalla produzione, alla distribuzione, fino appunto allo smaltimento a fine vita.

Per il produttore è un’importante informazione per capire quale fase è la più impattante e come poterla migliorare e, una volta inserita in etichetta, diventa un modo per promuovere
la sostenibilità del proprio prodotto; in mano al consumatore, questa informazione consente il confronto tra due marche dello stesso prodotto e può essere utilizzata per preferire quello più sostenibile dal punto di vista ambientale.
Anche
la nostra borraccia riutilizzabile ha quindi una storia alle spalle di impatto
ambientale prima di arrivare alle nostre mani, e conoscerla ci aiuta a capire se
stiamo facendo la scelta giusta: se consideriamo ad esempio come parametro la
quantità di CO2 associata ai due prodotti, scopriamo che le
emissioni della bottiglietta in PET ammontano a circa 15 gr di CO2 (per
100 ml di acqua) e quelle della borraccia di Alluminio superano i 100 gr di CO2
(sempre per 100 ml) [calcoli effettuati con SimaPro]. Abbiamo quindi sbagliato
a sostituire la borraccia con la bottiglietta? Sicuramente no, ma questi numeri
ci danno un’informazione aggiuntiva: la borraccia da 400 ml va riusata circa 7 volte per essere ambientalmente preferibile, dalla settima volta (cioè quando ho evitato di usare almeno 6 bottigliette in plastica da 500 ml), la borraccia diventa definitivamente la scelta eco-friendly.

Ogni prodotto ha un suo “peso” e conoscerlo ci aiuta ad usarlo in modo intelligente: non basta ad esempio scegliere i detersivi alla spina per sentirsi amici dell’ambiente, occorre essere consapevoli che per ammortizzare il peso ambientale del flacone di plastica rigida (concepito come prodotto più durevole quindi più impattante) dovrò impegnarmi a riutilizzare lo stesso contenitore un certo numero di volte.

Non è sicuramente semplice per il consumatore disporre di tutte le informazioni necessarie per fare una giusta valutazione: sicuramente un grande supporto può venire dalle etichette ambientali e magari in un futuro non troppo lontano potremmo avere uno standard di riferimento univoco come per le classi energetiche degli elettrodomestici anche per l’impronta del Carbonio di prodotti di uso più comune.

Nel frattempo cerchiamo di fare buon uso delle etichettature esistenti, quando disponibili
(tra le più conosciute l’Ecolabel  e la Dichiarazione Ambientale di Prodotto o EPD) lasciamoci coinvolgere dalle  campagne di comunicazione e sensibilizzazione, come quella promossa dalla #SERR2020 !

 
 
 



 
 
 
 

Data Ultima Modifica:
20 Novembre 2020

Data di Pubblicazione:
18 Novembre 2020

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