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FACIES. architetture urbane

21 febbraio – 8 aprile 2018


mostra a cura di Francesco Gulinello e Elena Mucelli
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SALA SAN GIORGIO- BIBLIOTECA MALATESTIANA
Piazza Bufalini,1
21 febbraio – 8 aprile 2018
lunedì 14.00 - 16.00 / martedì - sabato 9.00 - 16.00
domenica e festivi 10.00 - 16.00


Inaugurazione: 21 febbraio 2018 ore 17
con la conferenza inaugurale di Pino MusiFacecity scroll: una partitura di immagini


Le architetture che popolano la città celano spesso, oltre la maschera attraverso la quale si relazionano con lo spazio pubblico, contenuti impercettibili, come se si fosse interrotta la relazione fra oggetto e soggetto, e con essa si fossero perduti una serie di significati, isolando il volto della costruzione in un silenzio che esalta la fissità della sua immagine.
A questi contenuti FACIES cerca di rivolgere la propria attenzione utilizzando il modello come strumento di indagine.

Nucleo centrale della mostra è la ricostruzione di una serie di facciate contemporanee e il loro accostamento ad alcuni prospetti milanesi degli anni Cinquanta e Sessanta.
Le architetture con cui Giò Ponti, Luigi Caccia Dominioni, Carlo Perogalli, Luigi Figini e Gino Pollini, ridefiniscono il volto della città rispondendo al problema della ricostruzione, realizzano una sorta di opera corale.
Porzioni delle loro facciate, ricostruite attraverso modelli tridimensionali, restituiscono una sequenza in cui le variazioni rivelano, nella purezza delle geometrie, le relazioni formali in tutte le loro declinazioni.
Il chiaro-scuro dei volumi e delle ombre rende visibile il disegno delle facciate e allo stesso tempo rivendica il ruolo dello spazio: l’attributo della terza dimensione restituisce le relazioni plastiche a una dimensione “reale”.
I modelli esposti sono accompagnati da materiali video che documentano differenti aspetti legati alla ricerca sulle relazioni fra architettura e forma.
Le videointerviste propongono una serie di riflessioni sulle vicende della ricostruzione a Milano fra gli anni Cinquanta e Sessanta e sul valore che la facciata assume in quel contesto in relazione al progetto dell’edificio e alla città. Il video “Urban Transitions”, rivisitando 10 fra le architetture milanesi analizzate, propone un’interpretazione della facciata come elemento di mediazione fra edificio e città.

L’inaugurazione della mostra si aprirà con “Facecity scroll: una partitura di immagini”, conferenza di Pino Musi, fotografo e docente presso il Master di Alta Formazione sull’Immagine Contemporanea della Fondazione Fotografia di Modena.
Intervengono: Francesco Gulinello, curatore della mostra; Massimo Sordi, fotografo e docente del DA.

In occasione dell’inaugurazione verrà presentata la pubblicazione di Francesco Gulinello "Facies. Urban architectures", edita da ListLab nella collana Babel Research (2017).
Il libro raccoglie, oltre ai materiali presenti in mostra, le interviste a Vittorio Gregotti, Maria Vittoria Capitanucci, Orsina Simona Pierini e una serie di contributi dedicati al tema della facciata, con particolare riferimento alle riflessioni sviluppate da Colin Rowe, Robert Slutzky, Oswald Mathias Ungers, Robert Krier e Klaus Theo Brenner.

FACIES è stata ospitata nel 2017 presso l’Urban Center di Bologna e si inserisce nell’ambito delle attività promosse dal Dipartimento di Architettura dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna per la divulgazione delle discipline del progetto presso le istituzioni e la società.

La partecipazione nel giorno dell'inaugurazione darà diritto all’acquisizione di crediti formativi professionali.
Pino Musi ha sviluppato una ricerca che si confronta con diversi campi disciplinari: l’antropologia, l’architettura, l’archeologia, la produzione industriale. Ha pubblicato Mario Botta seen by Pino Musi (1997), esito della sua lunga collaborazione con l’architetto ticinese, e In Mollino’s Rooms, presentato a Paris Photo nel 2007. Nel 2012 ha prodotto, su incarico della Biennale Architettura di Venezia, Facecity, presentata al Padiglione Centrale dei Giardini della Biennale all'interno del progetto curato da Fulvio Irace. Il
suo ultimo lavoro Acre · 2017 è frutto di una residenza d’artista svolta nel 2016 presso il centro di ricerca GwinZegal di GwinGamp. Sue opere sono presenti nelle collezioni della Fondazione Rolla, della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, della Fondazione Fotografia di Modena, del FRAC (Fonds régional d’art contemporain) Bretagne.

mostra prodotta da: Dipartimento di Architettura - Università di Bologna.
Realizzazione, allestimento, comunicazione:
LaMo Laboratorio Modelli - DA, LaFo Laboratorio di Fotografia - DA

 
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