1. Inizio pagina
  2. Contenuto della pagina
  3. Menu principale
  4. Menu di Sezione
testata per la stampa della pagina

Con l'affido familiare puoi dare una mano anche tu

Manifesto Iniziativa
Manifesto Iniziativa

Al via una campagna per trovare famiglie pronte ad aprirsi all'accoglienza temporanea.

Ogni bambino ha il diritto a essere educato nell'ambito familiare. A volte però la famiglia d'origine si trova ad attraversare un periodo di difficoltà e non riesce garantirgli la cura e l'attenzione di cui ha bisogno. Di fronte a queste situazioni, una possibile risposta è quella di altre famiglie che si rendono disponibili ad accogliere temporaneamente i bambini o i ragazzi provenienti da situazioni difficili per aiutarli a crescere in un ambiente adeguato.

PERCHÉ UNA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE SULL'AFFIDO
Aprirsi all'accoglienza è certamente impegnativo e coinvolgente, ma può dare contributo prezioso alla crescita di bambini e ragazzi le cui famiglie stanno attraversando un momento critico. Una disponibilità di cui oggi si sente particolare bisogno perché, purtroppo, anche nel territorio cesenate sono in graduale aumento le situazioni di difficoltà e disagio familiare. Sono in crescita sia i problemi a livello materiale (povertà relativa), sia quelli di natura "situazionale" (per esempio separazioni e divorzi, precarietà della coppia anche connessa all'insicurezza reddituale), relazionale (carenza di reti naturali di sostegno), di cura (presenza di familiari anziani e/o non autosufficienti).
Adesso a Cesena sono attivi 30 affidi, di cui 12 familiari residenziali, 14 parentali residenziali, 4 diurni, mentre nel corso del 2009 sono terminati 9 affidi, di cui 7 familiari residenziali e 2 parentali.
Ma in questo momento ci sono anche 29 bambini e bambine inseriti in Comunità. E, per quanto le nostre strutture comunitarie siano moderne e accoglienti, per 10 di loro sarebbe opportuno attivare un progetto di affido familiare residenziale
Per questo si è deciso di aprire un confronto ampio sui temi dell'affido familiare, facendo ricorso anche a tutti gli strumenti di comunicazione, per sensibilizzare la cittadinanza e reperire nuove disponibilità.
 
LE INIZIATIVE PROGRAMMATE
Si comincia martedì 13 aprile quando, grazie alla disponibilità dell'AC Cesena, allo Stadio Dino Manuzzi in apertura della partita Cesena-Mantova sarà esposto uno striscione con lo slogan della campagna "Con l'affido familiare puoi dare una mano anche tu", che verrà divulgato anche attraverso gli altoparlanti.
* Contestualmente prenderà il via una campagna di affissioni, che sarà ripetuta nei mesi successivi.
* E' stato girato un video promozionale sull'affido, diretto da Adal Comandini, che sarà messo in onda sulle emittenti televisive locali e nelle sale cinematografiche.
* E' stato, inoltre, stampato un opuscolo informativo che sarà distribuito in tutti i Comuni del territorio interessato.
* Infine, nel prossimo ottobre è previsto un seminario informativo sull'affido familiare, che sarà accompagnato da uno spettacolo teatrale imperniato su questo tema.

PROMOTORI
La campagna di comunicazione è promossa dall'Assessorato alle Politiche per il Benessere dei cittadini del Comune di Cesena, dai Comuni del Distretto Cesena - Valle Savio (Bagno di Romagna, Mercato Saraceno, Montiano, Sarsina, Verghereto) dall'Asp Cesena - Valle Savio, con la collaborazione della Regione Emilia - Romagna settore Politiche Familiari, Infanzia e Adolescenza, dell'Assessorato al Welfare della Provincia di Forlì-Cesena, dell'Ausl di Cesena e delle associazioni "Famiglie per l'Accoglienza", "Adamantina", "Papa Giovanni XXIII" e "Centro Aiuto alla Vita". Partner dell'iniziativa è l'AC Cesena.

COS'È L'AFFIDO
L' affidamento familiare è l'accoglienza temporanea nella propria casa e nella propria vita di un bambino o di un ragazzo. Durante l'affidamento rimane il legame fra il bimbo e la sua famiglia di origine. L' affidamento è dunque un aiuto rivolto al bambino o al ragazzo, al quale viene data la possibilità di crescere in un ambiente familiare adeguato mentre i suoi genitori sono in difficoltà, rispettando la sua storia individuale e familiare. È quindi un aiuto alla famiglia di origine, nel tempo che le è necessario per affrontare e per quanto possibile risolvere i suoi problemi, appoggiata e sostenuta dai Servizi sociali e sanitari.

Esistono forme diverse di affido:

* Residenziale: quando il bambino trascorre con gli affidatari giorno e notte pur mantenendo rapporti periodici con la propria famiglia. Questa formula può essere realizzata con il consenso della famiglia di origine o disposto dal Tribunale per i Minori.
* Diurno: il bambino trascorre con la famiglia affidataria parte della giornata, ma alla sera torna a casa dai suoi genitori. Esistono anche affidamenti educativi diurni in cui l'affidatario si reca a casa del minore per svolgere attività di ri-socializzazione e di sostegno scolastico. Il progetto di affidamento diurno si propone l'intento di mantenere il bambino nel proprio domicilio.

L'affido è per sua natura temporaneo, in quanto legato alle esigenze del bambino e della sua famiglia. La durata è diversa per ogni bambino o ragazzo e, di norma, non dovrebbe superare i due anni, ma in taluni casi può essere più lungo, in base alle problematiche affrontate.
L'affido termina quando:
- la famiglia ha superato le proprie difficoltà e può riaccogliere il bambino
- la prosecuzione non è più nell'interesse del bambino
- l'affidato ha raggiunto la maggiore età

I PROTAGONISTI DELL'AFFIDO
 
1) i bambini e le bambine i ragazzi e le ragazze
Possono essere italiani o stranieri, neonati, bambini di due o tre anni, frequentare la scuola materna, elementare, media o essere più grandi, fino a 17 anni. L'affidamento familiare si rivolge quindi a tutti i minori che ne hanno bisogno: si può essere piccolini, si può essere già 'grandi', ma avere comunque bisogno di relazioni affettive stabili che solo in famiglia possono essere garantite.

2) le famiglie d'origine
Sono famiglie che hanno bisogno di essere aiutate e sostenute temporaneamente nelle loro funzioni educative e affettive. Famiglie che si trovano in una situazione di difficoltà tale che contribuisce, in parte o totalmente, a creare condizioni di malessere o di disagio per i propri figli o, in alcuni casi, di vero e proprio rischio. Tanto da rendere necessario tutelare i bambini "per tutto il tempo necessario affinchè la condizione di rischio cessi".

3) le famiglie affidatarie.
Tutti possono diventare affidatari: coppie con figli o senza figli, sposate o conviventi, singole persone, anche famiglie immigrate. Non sono previsti dalla legge limiti di età.
Requisiti essenziali sono:
- uno spazio nella propria vita e nella propria casa per accogliere un bambino o un ragazzo, accettando ciò che appartiene al suo mondo, alla sua storia, alla sua famiglia di origine;
- la disponibilità affettiva e la volontà di accompagnare per un tratto di strada più o meno lungo un bambino o un ragazzo, senza la pretesa di cambiarlo, ma aiutandolo a sviluppare e valorizzare le sue potenzialità;
- la consapevolezza della presenza e dell'importanza della famiglia di origine nella vita del bambino.

IL PERCORSO PER DIVENTARE AFFIDATARI

Le persone interessate a conoscere l'affidamento si possono rivolgere al Centro Per le Famiglie per avere le prime informazioni. Chi decide di dare la propria disponibilità può rivolgersi all'Equipe Affidi dei Servizi Socio-Sanitari e intraprendere con loro il percorso.
L'affidatario che accoglie presso di sé un minore provvede al suo mantenimento, alla sua educazione e istruzione.
Gli operatori dei Servizi forniscono agli affidatari le informazioni necessarie che riguardano il minore, la sua storia, le sue esperienze, ecc. e segnalano gli elementi utili per comprenderne le difficoltà, le richieste, le reazioni al nuovo ambiente.
Al contempo, gli operatori assicurano sostegno individuale con incontri periodici di verifica o contatti più frequenti in caso di necessità, sostengo attraverso la partecipazione a gruppi di famiglie affidatarie, una verifica periodica del progetto.

LA RETE DEI SERVIZI CHE SI OCCUPANO DI AFFIDO

Nel territorio della Provincia Forlì-Cesena si è progressivamente consolidato un lavoro di rete e concertazione di tutti i soggetti coinvolti in merito alla disciplina dell'affidamento familiare, nel rapporto fra enti pubblici, privato sociale e volontariato. Alla Provincia è assegnato un ruolo di coordinamento e di promozione di procedure tecnico amministrative da diffondere sul territorio provinciale. In ragione di ciò vengono periodicamente definiti incontri di coordinamento a cui partecipano i diversi referenti dei soggetti coinvolti.
A partire dal 1998 è stato istituito, con delibera comunale del 16 aprile '98, il Centro per le famiglie del Comune di Cesena, che ha gradualmente acquisito, nel rapporto con il Servizio Sociale, funzioni di progettazione e realizzazione degli interventi relativi alla promozione dell'affido e a gruppi di sostegno per le famiglie affidatarie con affido in atto. Nell'ambito del Centro per le Famiglie di Cesena si è costituito un Tavolo di lavoro a cui partecipano rappresentanti del Centro per le Famiglie, del Servizio Sociale e delle Associazioni.
Tutte le attività relative all'affidamento familiare sono coordinate dalla Equipe Affidi (E.A.), in rapporto con la Direzione della Gestione Associata Area Minori e Famiglia. Tale equipe è composta da due Assistenti Sociali (6 ore settimanali) e una psicologa dell'U.O. Neuropsichiatria Infantile dell'Ausl di Cesena (10 ore mensili).
 
Le assistenti sociali sono reperibili presso la sede dei Servizi in Piazza Anna Magnani a Cesena (tel. 0547 394277) il martedì mattina ore 9.00-13.00.


 
 
 
 
 

Data Ultima Modifica:
07 Ottobre 2016

Data di Pubblicazione:
12 Aprile 2010

Per contattare gli uffici comunali scrivi a facile@comune.cesena.fc.it

Qualora questo articolo dovesse contenere errori o inesattezze si prega di segnalarlo a redazioneweb@comune.cesena.fc.it