Si trasmette il testo della comunicazione sul riordino delle Province che il Sindaco Paolo Lucchi ha effettuato in apertura del Consiglio Comunale di oggi
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 6 Luglio 2012, è entrato in vigore il Decreto Legge n. 95, approvato dal Consiglio dei Ministri e contenente "Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini" (la così detta spending review) , convertito con modificazioni dalla legge n. 135 del 7 Agosto 2012.
L'articolo 17 del suddetto decreto legge, come modificato in data 31 luglio 2012 in Senato, disciplina le modalità di "riordino delle Province e loro funzioni".
La procedura è scandita in diverse fasi e prevede in primo luogo l'adozione, entro 10 giorni dalla data di entrata in vigore del Decreto legge, da parte del Consiglio dei Ministri, di una delibera di determinazione dei criteri geo-demografici per effettuare il riordino delle Province.
La suddetta delibera, adottata nella seduta del Consiglio dei Ministri del 20 Luglio 2012 (già oggetto di ricorso al Tar Lazio) ha stabilito, quali requisiti minimi di riordino delle Province, la dimensione territoriale non inferiore a duemilacinquecento chilometri quadrati e la popolazione residente non inferiore a trecentocinquantamila abitanti.
In applicazione di tali criteri, le Province romagnole di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna saranno tenute al riordino.
La fase immediatamente successiva prevede, entro 70 giorni dalla pubblicazione della deliberazione del Consiglio dei Ministri (scadenza il 2 Ottobre 2012) l'approvazione, mediante deliberazione, da parte del Consiglio delle autonomie locali o di analogo organo di raccordo, di un piano di riduzione e accorpamento (la così detta "ipotesi di riordino"), relativo alle Province ubicate nel territorio della rispettiva Regione, che tenga conto delle eventuali iniziative comunali di modifica delle circoscrizioni provinciali esistenti alla data di adozione della delibera del Consiglio dei Ministri.
Entro il giorno successivo all'approvazione del piano di riordino (scadenza il 3 Ottobre 2012), il Consiglio delle autonomie locali deve inviare alla Regione l'ipotesi di riordino approvata.
La Regione, entro 20 giorni dalla data di trasmissione dell'ipotesi di riordino o comunque, in caso di mancanza di trasmissione della proposta, entro 92 giorni dalla data di pubblicazione della deliberazione del Consiglio dei Ministri (scadenza massima il 24 Ottobre 2012), trasmette al Governo una proposta di riordino.
Sulla base quindi delle iniziative deliberate dai Consigli delle autonomie locali, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione (entro il 14 ottobre 2012), verrà adottato un atto legislativo di iniziativa governativa con il quale si provvederà al riordino delle Province sulla base delle proposte regionali.
In ogni caso, la mancata deliberazione da parte di uno o più CAL nel termine prescritto, l'atto legislativo del Governo è comunque presentato, previo parere della Conferenza Unificata.
Sulla legittimità costituzionale di tale atto sono stati avanzati dubbi concernenti, in particolare, la natura dello stesso.
In esito al riordino, inoltre, ai sensi del comma 4 bis dell'art. 17, pare inequivocabile la scelta di far assumere il ruolo di Comune capoluogo delle singole Province, al Comune già capoluogo di Provincia con maggior popolazione residente, salvo il caso di diverso accordo tra i Comuni.
In tale contesto si inserisce inoltre il comma 6 del medesimo articolo 17, che ridisegna anche le competenze delle Province in attuazione dell'art. 23, comma 18 del decreto-legge n. 201 del 2011.
Infatti, le Province così come riordinate, conserveranno, oltre ai compiti di indirizzo e coordinamento delle attività dei Comuni, solo le seguenti funzioni: pianificazione territoriale di area vasta; tutela e valorizzazione dell'ambiente; pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale; autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato; costruzione, classificazione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad essa inerente programmazione provinciale della rete scolastica e gestione dell'edilizia scolastica relativa alle scuole secondarie di secondo grado.
Tutte le funzioni amministrative che non rientrano in questo elenco e precedentemente conferite dallo Stato alle Province nelle materie di competenza legislativa esclusiva statale, ai sensi dell'articolo 117, comma secondo, della Costituzione, sono trasferite ai Comuni insieme a risorse e beni necessari al loro esercizio.
Tale previsione di fatto pare sospendere l'operatività dell'intera manovra, in quanto il co. 9 del summenzionato art. 17, prevede espressamente che la decorrenza dell'esercizio delle funzioni trasferite ai sensi del co. 6, è inderogabilmente subordinata ed è contestuale, all'effettivo trasferimento dei beni e delle risorse finanziarie, umane e strumentali necessarie all'esercizio delle medesime.
Le suddette funzioni amministrative devono essere individuate con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministero dell'Interno di concerto con il Ministro della Pubblica amministrazione e con il Ministro dell'Economia e delle finanze, previa intesa con la Conferenza Stato-Città ed autonomie locali, da adottarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto- legge (5 Settembre 2012).
Restano ferme invece le funzioni di programmazione e di coordinamento delle Regioni loro spettanti nelle materie di cui all'art. 117, commi terzo e quarto, della Costituzione, e le funzioni esercitate ai sensi dell'art. 118 della Costituzione.
Si aggiunga , infine, che il comma 12 del già citato art. 17, conferma la previsione dell'art. 23, comma 15 del decreto-legge n. 201 del 2011, secondo cui gli organi di governo delle Province sono il Presidente e il Consiglio, con conseguente soppressione della Giunta.
Dunque, dopo la pubblicazione, a metà agosto, della legge di conversione, con modificazioni, del decreto contenente le misure di riordino delle Province, ora il confronto entra nel vivo, anche se non è ancora stato emanato il decreto, di grandissima importanza, che deve individuare le funzioni da trasferirsi ai Comuni.
Come si sarà compreso da quanto sino ad ora esposto, il percorso di riordino delle Province presenta un calendario molto complesso e non privo di contraddizioni e credo che spetti innanzitutto al Governo condurlo avanti senza inutili rigidità burocratiche ma con la ferma volontà di concludere il processo di riordino delle Province.
Nella nostra Regione, comunque, il percorso si è avviato in questi giorni. Il CAL, Consiglio delle Autonomie Locali, dell'Emilia-Romagna ha compiuto un primo esame della materia nella seduta del 6 settembre scorso mentre proprio stamane si è svolto, convocato dal Presidente Bulbi, un incontro con tutti i Comuni della nostra Provincia. Sulla base della "tabella di marcia" definita dai provvedimenti legislativi nazionali, il nostro CAL è già riconvocato per il giorno 1 ottobre prossimo per definire l'ipotesi di riordino delle Province da inviare all'attenzione della Giunta e del Consiglio Regionale.
Paolo Lucchi
Sindaco di Cesena
Ufficio stampa
Federica Bianchi