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Il Sindaco Lucchi contro la decisione di tagliare 6 uffici postali nel comprensorio cesenate

"I cittadini cominciano a stancarsi di diktat piovuti dall'alto, che non distinguono fra realtà virtuose e quelle che non lo sono"

Con il suo piano di riorganizzazione dei servizi, Poste Italiane prevede la chiusura di ben 6 sedi nel comprensorio cesenate, identificandole come "anti-economiche". Nel mirino ci sarebbero gli uffici postali di Calisese e Gattolino per quanto riguarda il Comune di Cesena, e poi Linaro, Pieve di Rivoschio, Selvapiana e Villamarina di Cesenatico.

Non posso nascondere la mia preoccupazione per un provvedimento così drastico. Si tratta di un vero e proprio errore di valutazione che mi auguro venga corretto nei prossimi giorni, per evitare di penalizzare i residenti delle località interessate, e soprattutto le fasce più deboli, come gli anziani, per i quali il servizio postale è particolarmente importante e che più di altri hanno difficoltà a spostarsi.
Ed è proprio questo il punto fondamentale: l'impegno a fornire servizi laddove servono agli utenti.

Noi, a Cesena come negli altri Comuni, siamo quotidianamente impegnati per continuare a garantire ai cittadini servizi - scolastici, sociali, aggregativi - costanti, cercando di dare risposte adeguate a tutto il territorio, nella convinzione che chi abita in una frazione ha pieni diritti e piena dignità. Invece, c'è evidentemente chi, come Poste italiane, si rifà solo a principi di economicità, fra l'altro tutti da dimostrare.

Certo, molte cose sono cambiate da quando, 150 anni fa, subito dopo l'unità d'Italia, nacquero le Poste come azienda autonoma, chiamata a gestire in regime di monopolio i servizi postali e telegrafici per conto dello Stato. Ma ancora oggi stiamo parlando di una società per azioni il cui capitale è detenuto al 100% dallo Stato italiano, attraverso il Ministero dell'Economia e delle Finanze. Senza dimenticare che la società è posta sotto il controllo e la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico e, a quel che mi risulta, ha un utile netto di poco inferiore al miliardo di euro.

Per come la vedo, una società di proprietà e sotto il controllo dello Stato non ha solo l'obbligo di far quadrare i conti, ma ha il dovere morale di continuare a presidiare il territorio anche in frazioni come Calisese e Gattolino per Cesena (ma la mia preoccupazione si estende anche a Pieve di Rivoschio, Linaro, Selvapiana, Villamarina, per restare al territorio cesenate), che attorno ai servizi di base, come quelli postali appunto, mantengono viva una rete sociale equilibrata, alla quale attribuiamo una grande importanza.
Mi auguro che i nostri parlamentari vogliano intervenire fin da subito presso i Ministeri interessati per fermare questa operazione e almeno fare in modo che qualunque scelta da attuare parta solo a seguito di una fase di confronto e verifica caso per caso con il territorio.

Credo che tanti cittadini inizino a stancarsi di operazioni fatte sulla testa di tutti noi (come questa delle Poste o quella che pare riguardare la sede del Tribunale e del Giudice di pace di Cesena, solo per restare alle più recenti). Ogni volta i  provvedimenti vengono spiegati sulla base di supposti principi di efficientamento, che guarda caso partono sempre da statistiche romane e non riescono mai a distinguere tra i territori virtuosi e quelli che non lo sono.
Io, personalmente, ritengo che questa deriva sia totalmente sbagliata: noi cesenati siamo pronti ad accettare qualunque sfida di confronto con il resto del Paese, siamo invece stanchi di questa serie ormai infinita di diktat improvvisi.

Paolo Lucchi
Sindaco di Cesena

 
 
 

Ufficio stampa
Federica Bianchi

 
 
 
 
 
 
 
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