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Piazze di cinema - 12 luglio 2012

Massimiliano De Serio
Massimiliano De Serio

Piazze di cinema fa il bis e inaugura la seconda settimana di programmazione con un doppio tutto esaurito. La rassegna dedicata al cinema di ieri e di oggi promossa dal Centro Cinema Città di Cesena e dall'Assessorato ai servizi e alle Istituzioni Culturali del Comune di Cesena, in programma fino a sabato 14 luglio, è stata seguitissima in questi ultimi giorni, a partire da lunedì 9, quando in una gremita piazza Amendola è stata proiettata L'Armata Brancaleone di Moncelli, per arrivare a martedì 10, quando la folla ha riempito l'arena di Palazzo Guidi in occasione della proiezione di Scialla! di Francesco Bruni, in concorso per il premio Monty Banks.
 

Il programma di giovedì 12 luglio vede di nuovo un doppio appuntamento: il primo è alle 19 al Mad Cafè (corso Garibaldi 58), con il regista Massimiliano De Serio ospite dell'APERITIVO CON L'AUTORE. L' "enfant prodige" del cinema italiano indipendente - così è stato definito dalla critica - racconterà al pubblico il suo debutto dietro la macchina da presa per la realizzazione di Sette opere di misericordia, che lo vede alla regia insieme al fratello Gianluca. Il film è in concorso per il Premio Monty Banks.
 

In serata alle 21.45 all'Arena di Palazzo Guidi in programma l'ultima opera prima in concorso, I primi della lista. A presentarla ci sarà il regista stesso, Roan Johnson, romano, 35 anni, nato da madre materana e padre londinese, già autore del romanzo "Prove di felicità a Roma est" e qui alla sua prima prova come cineasta. Il film vede come protagonisti Claudio Santamaria, Francesco Turbanti e Paolo Cioni. Siamo a Pisa, giugno 1970. Negli ambienti universitari si diffonde la notizia che l'esercito italiano sia pronto a un colpo di stato come quello di qualche anno prima in Grecia. Pino Masi, giovane cantautore di sinistra, temendo un possibile arresto, assieme a Renzo Lulli e Fabio Gismondi, due liceali che vorrebbero suonare in concerto con lui, progetta di superare il confine e lasciare l'Italia. I tre si mettono in viaggio in auto e, dopo aver rinunciato allo sconfinamento in Jugoslavia, si dirigono verso l'Austria. Passato il confine e fermati dalla polizia si dichiarano prigionieri politici.