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A proposito della sentenza del Tar dell'Emilia - Romagna a favore del ricorso presentato dall'agente di Pm Rondini

Stupiscono i  toni e le inesattezze contenute nella nota con cui il  segretario provinciale Diccap rende conto della sentenza emessa dal Tar dell'Emilia - Romagna circa il ricorso presentato dall'agente  della Pm Rondini in merito alla mancata conferma dell'assegnazione dell'arma nel settembre scorso. A questo proposito si ritiene necessario fare alcune precisazioni per fornire un quadro più preciso della situazione.
 
E' la normativa (precisamente l'art. 6 D.M. 145/1987) che prevede che l'assegnazione dell'arma in via continuativa sia disposta dal Sindaco per un periodo determinato e che il Sindaco debba provvedere annualmente alla revisione dell'assegnazione.
Di fatto, però il Sindaco Lucchi si è trovato ad affrontare questa incombenza solo nel 2011 su istruttoria  dell'attuale comandante Grippo, che ha evidenziato come agli atti dell'Ufficio risultava che in passato tutte le assegnazioni delle armi venivano fatte da soggetti non legittimati a questo compito ai sensi della normativa sopra richiamata.
Quindi in quest'occasione, per la prima volta, il Sindaco ha preso in esame le varie posizioni degli agenti a cui era assegnata l'arma, e fra esse quella del Rondini, verificando che a carico di quest'ultimo risultava una condanna penale a seguito di patteggiamento risalente al 1992. Questa circostanza per altro era già evidenziata dalla Prefettura di Forlì-Cesena con una nota trasmessa nel 2006 e ribadita, da ultimo, con una nota acquisita nel 2011 in cui si sottolineava che la condanna "può essere elemento ostativo al porto dell'arma, alla luce di quanto stabilito dall'ultimo comma dell'articolo 43 del testo unico pubblica sicurezza".
Va rimarcato, inoltre, che in passato la Prefettura di Ravenna aveva negato a  Rondini la qualifica di agente di Pubblica Sicurezza (presupposto indispensabile per l'assegnazione dell'arma) proprio tenendo conto di questa condanna, e in quel caso il Tar dell'Emilia - Romagna aveva confermato la legittimità dell'operato prefettizio respingendo il ricorso di Rondini.
Questo per quanto riguarda le modalità  che hanno portato al provvedimento di revoca dell'assegnazione dell'arma.
 
Per altro, va ricordato che dall'inizio del 2011 l'intero corpo di Polizia Municipale di Cesena è stato interessato da un profondo processo di riorganizzazione che ha interessato varie figure. Le attuali mansioni affidate a Rondini rientrano appunto in tale processo e sono slegate da ogni altro tipo di valutazione: in particolare, l'agente è assegnato al reparto di Polizia Stradale, dove opera anche altro personale assegnatario dell'arma.

 
 
 

Ufficio stampa
Federica Bianchi

 
 
 
 
 
 
 
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