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Il cordoglio per la scomparsa del Maestro Alberto Sughi

Quando muore un artista, l'intero mondo diventa più triste e solo. Ma il dolore è più grande per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. E Cesena, che ad Alberto Sughi ha dato i natali e che ha assistito all'avvio della sua carriera artistica, oggi ne piange la scomparsa, nella consapevolezza di aver perso un figlio straordinario e geniale, che attraverso le sue opere ha saputo raccontare come pochi le angosce e le contraddizioni dell'uomo contemporaneo, ma che è stato anche un protagonista della vita culturale e civile cittadina, facendo parte anche del consiglio comunale dal 1975 al 1979.

Figura di primo piano della 'Scuola cesenate', con la sua poetica personalissima e il suo linguaggio espressivo di indubbio valore ha saputo creare memorabili cicli pittorici, da "La cena" al "Teatro d'Italia", che lo hanno fatto riconoscere universalmente come uno dei punti di riferimento dell'arte italiana contemporanea.

Da molti anni, ormai, non viveva più stabilmente a Cesena - anche se in tanti ancora ricordano il suo studio 'appollaiato' sul torrione di piazza del Popolo - ma il legame con la città non si era mai spezzato. Un vincolo  ricambiato dai cesenati, che gli hanno sempre dimostrato grande attaccamento, come in occasione della grande mostra antologica a lui dedicata nel 2007 alla Biblioteca Malatestiana. Allora, lo stesso artista confessò di essere rimasto colpito e commosso dai tanti segni di affetto ricevuti, e ricambiò con generosità, rendendosi disponibile a numerose visite guidate e a incontri con il pubblico e, soprattutto, lasciando in dono alla città uno dei dipinti esposti.
Addio Maestro Sughi, e grazie per averci fatto guardare gli uomini e il mondo attraverso il suo sguardo profondo e attento.
 
In questo momento doloroso, un pensiero particolare ai figli Serena e Mario Alberto e ai familiari  tutti, ai quali desideriamo esprimere la vicinanza e cordoglio personale e dell'intera città. 
 
 
Il Sindaco di Cesena
Paolo Lucchi

L'Assessore alla Cultura
Elena Baredi

 
 
 

Ufficio stampa
Federica Bianchi

 
 
 
 
 
 
 
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