Il Consiglio Comunale di oggi è stato aperto dalla risposta fornita dal Sindaco Paolo Lucchi all'interpellanza del consigliere Luca Ferrini in merito alla soppressione dell'Ufficio di Cesena del Giudice di Pace. Questo il testo della risposta del Sindaco.
"Lo schema di Decreto legislativo "Revisione delle circoscrizioni giudiziarie - Uffici dei giudici di pace" prevede la soppressione di 674, sul totale attuale di 846, uffici di Giudice di Pace e, tra questi, anche di quello di Cesena, oltreché di quello di Bagno di Romagna.
Come Amministrazione Comunale comprendiamo bene le necessità di risparmio e di razionalizzazione che toccano la nostra Pubblica amministrazione e riaffermiamo la necessità di tener conto prioritariamente, per quanto riguarda la presenza dei servizi pubblici, delle reali esigenze dei cittadini e, è bene ricordarlo, l'Ufficio del Giudice di Pace di Cesena serve attualmente una popolazione di circa 195.000 abitanti, essendo i Comuni di Bagno di Romagna, Sarsina e Verghereto serviti dall'ufficio di Bagno di Romagna.
Il provvedimento contiene un criterio, quello del numero di procedimenti pro capite per ciascun giudice assegnato, stabilendo un minimo di 568 procedimenti per ciascun giudice di pace e prevedendo la soppressione di quegli uffici che sono sotto a questa soglia. Per Cesena questo dato è pari a 445 procedimenti pro capite per i nove giudici assegnati. E per questo, forse, rifacendosi solo a tale criterio, si è prevista la soppressione di tale ufficio.
Ma considerando ed utilizzando i dati forniti recentemente in sede di inaugurazione dell'anno giudiziario della nostra Corte d'Appello, l'Ufficio di Cesena risulta aver trattato nell'anno n. 2383 procedimenti civili e 500 penali, per un totale di 2883; un numero, non solo molto superiore al dato di Imola, (che può contare su un totale di 1698 procedimenti), ma anche a quelli di Piacenza (1764 totali), e di poco inferiori a quelli di Ferrara (2620 totali), Ravenna (3023), e cioè di realtà territoriali nelle quali nessuno ha programmato di sopprimere l'Ufficio del Giudice di Pace.
L'ipotizzata concentrazione di tutti i procedimenti del Giudice di Pace a Forlì - oltre ad essere quindi immotivata dal punto di vista numerico - causerebbe maggiori necessità di mobilità per i cittadini del comprensorio cesenate (più della metà della popolazione dell'intera Provincia) e provocherebbe alla stessa Amministrazione giudiziaria le rilevanti difficoltà logistiche ed organizzative determinate dalla concentrazione a Forlì di tutta la propria attività.
Quello di Cesena appare dunque, non solo ai nostri occhi, come un evidente caso di contrasto evidente tra alcuni - non tutti - criteri tecnici e la concreta realtà. E ciò senza nulla voler dire, come invece si potrebbe fare con larghezza di argomentazioni, sul rispetto che si deve a questo nostro territorio, fondamentale per una Provincia convintamente e dignitosamente bicefala.
La possibilità, prevista nello schema di decreto, che siano gli enti locali a richiedere il permanere dell'Ufficio del Giudice di Pace con oneri a proprio carico, non ci appare nè sostenibile finanziariamente, né giusta, poiché proprio in questa fase di riorganizzazione dello Stato e delle sue diramazioni, non si può ricorre ad ogni piè sospinto ai Comuni che, tra l'altro, risultano essere ben più tartassati dai tagli rispetto a qualunque altra istanza centrale o periferica.
Per questo, lo scorso 20 gennaio come Comune abbiamo inviato una nota ai parlamentari locali, chiedendo un loro intervento presso il Ministero della Giustizia. La questione è già stata sollevata nella Commissione Giustizia della Camera e pare che in quella sede il rappresentante del Ministero abbia garantito una qualche disponibilità.
E' bene che lei sappia come, grazie all'impegno diretto degli Onorevoli Brandolini, Gozi e della Senatrice Bianconi, l'8 marzo sia previsto un incontro al Ministero della Giustizia, al fine di valutare la specifica situazione di Cesena e ci auguriamo, naturalmente, che quanto prospettato possa trovare ascolto e condivisione.
Naturalmente in questa fase decisiva, ogni sollecitazione indirizzata al Governo, e segnatamente al Ministero della Giustizia ed al Parlamento, da parte di Partiti, Gruppi consiliari singoli o associati, Associazioni economiche e Sindacali sarà utile ed opportuna".
Ufficio stampa
Federica Bianchi