Con l'avvio del prossimo anno scolastico entrerà in vigore il nuovo sistema di calcolo delle rette per le scuole dell'infanzia comunali e statali di Cesena, che comporterà anche una revisione degli importi.
"Si tratta di una decisione sofferta, - spiegano il Sindaco Paolo Lucchi e l'Assessore alla Pubblica Istruzione Elena Baredi - scaturita dalla volontà di mantenere l'alta qualità dei nostri servizi scolastici e, al tempo stesso, continuare a garantire l'accesso a tutti i bambini e le bambine di Cesena, pur di fronte ai pesantissimi tagli del Governo, che ci costringeranno a far a meno di circa 7 milioni di euro fra quest'anno e il prossimo. Nei prossimi giorni tutte le famiglie interessate riceveranno una nostra lettera, in cui spiegheremo i motivi di questa scelta e forniremo tutti i dettagli. Il nuovo metodo di calcolo prende le mosse dal cosiddetto 'quoziente Cesena': questo significa che ciascuna famiglia sarà chiamata contribuire alla copertura del servizio in modo aderente alla propria 'capacità di spesa', determinata sulla base della dichiarazione Isee (Indicatore della situazione economica equivalente), capace di rispecchiare le reali condizioni economiche in modo più fedele rispetto alla semplice dichiarazione dei redditi. Andando a modificare il sistema di determinazione delle rette, abbiamo cercato di introdurre una maggiore equità e personalizzazione, passando da tre a cinque scaglioni, a cui corrispondono altrettante fasce di contribuzione: per gli scaglioni più bassi gli importi sono rimasti invariati, mentre è previsto un incremento proporzionale per quelli più alti. Infine, un'ulteriore novità è rappresentata dall'introduzione di rette diversificate per scuole comunali e scuole statali: questo perché nelle scuole comunali la quota riguarda una parte di copertura del servizio, mentre per le scuole statali va a coprire la refezione scolastica, compresi il personale e le utenze".
Queste sono le rette in vigore dal prossimo settembre:
la prima fascia, con Isee uguale o inferiore a 10.000 pagherà 72 euro mensili sia nelle scuole per l'infanzia comunali sia in quelle statali; in precedenza la fascia più bassa comprendeva le famiglie con Isee fino a 8500 euro e la retta ammontava sempre a 72 euro; la seconda fascia, con Isee da 10.000,01 a 15.000, pagherà 108 euro mensili sia nelle scuole per l'infanzia comunali sia in quelle statali; in precedenza la seconda fascia abbracciava le famiglie con Isee da 8.500,01 a 15.500 euro e la retta era sempre di 108 euro; la terza fascia, con Isee da 15.000,01 a 20.000,00 pagherà 130 euro mensili nelle scuole comunali e 126 euro mensili nelle scuole statali; in precedenza la terza fascia era più alta e comprendeva tutte le famiglie con Isee superiore a 15.500 euro (o che non presentavano la dichiarazione Isee) e la retta era di 126 euro. La quarta fascia, con Isee da 20.000,01 a 30.000,00, pagherà 175 euro mensili nelle scuole dell'infanzia comunali e 160 euro nelle scuole statali; La quinta e ultima fascia, con Isee oltre i 30.000 euro, pagherà 220 euro mensili nelle scuole dell'infanzia comunali e 200 euro nelle scuole statali; a questa fascia saranno assegnate le famiglie che non presentano dichiarazione Isee. Restano confermati i criteri di riduzione già previsti in precedenza, come quello di uno sconto di 20 euro rispetto alla retta della fascia di appartenenza per eventuali altri fratelli.
Confermato anche l'impegno per un controllo più sistematico delle dichiarazione Isee presentate per accedere alle tariffe inferiori a quella massima. Tutte le dichiarazioni, infatti, saranno inviate alla Guardia di Finanza, in grado di effettuare verifiche più approfondite. Tutto questo con l'obiettivo di combattere l'evasione e l'elusione.
Nell'anno scolastico 2010/2011 i bambini iscritti alle scuole per l'infanzia statali erano 721, mentre quelli che frequentavano le scuole statali erano 1408.
In entrambe i casi, la maggior parte delle rette applicate ricadeva nella fascia più alta: più precisamente, nelle scuole comunali la retta più alta (126 euro) era applicata a circa il 70% degli iscritti, e la percentuale saliva al 73 per cento nelle scuole statali. Le rette della fascia più bassa (72 euro) erano applicate al 18% dei casi nelle scuole comunali, mentre nelle scuole statali erano il 15,77%.
Sulla base delle proiezioni effettuate per il prossimo anno, la distribuzione delle rette si modificherà sensibilmente: le prime tre fasce (per le quali, praticamente, non è previsto aumento) comprenderanno oltre il 63% degli iscritti (circa la metà di loro ricadrà nella prima fascia, e in alcuni casi le famiglie avranno rette più basse rispetto allo scorso anno), mentre nelle due fasce più alte ricadrà poco più del 36% degli iscritti.
Ufficio stampa
Federica Bianchi